1 - TOLTO IL FIGLIO A MARTINA IL PM: FATELO ADOTTARE LA MAMMA: DISPERATA
Alessandra Corica e Emilio Randacio per “la Repubblica”
alexander boettcher e martina levato
Il suo tentativo di trovare la “purificazione”, è durato solo pochi istanti. Il tempo che il team della sala operatoria della clinica milanese Mangiagalli portasse a buon fine il parto cesareo programmato da tempo. Poi, a mezzanotte e un quarto di Ferragosto, quel fagotto di tre chili e 700 grammi, perfettamente in salute, è stato tolto dalle mani della madre, Martina Levato.
L’équipe ha semplicemente eseguito un “provvedimento d’urgenza e di prassi” firmato poche ore prima dal pm del Tribunale dei minorenni di turno, Annamaria Fiorillo — la stessa del caso Ruby — in cui in una semplice pagina stabiliva come il neonato dovesse essere separato dalla madre, «in attesa di una decisione del Tribunale dei minorenni». Al reparto maternità del Policlinico il magistrato anticipava anche come «in qualsiasi momento, incaricati del Tribunale potranno presentarsi per portare via il bambino». La ragazza è troppo pericolosa, per l’accusa.
acido e martello le armi di alexander boettcher e martina levato
La “purificazione” era ciò che Martina — fino al dicembre scorso studentessa della Bocconi — aveva detto di cercare proprio con la maternità insieme al suo compagno Alexander Boettcher, agli psicologi che l’hanno visitata in questi mesi in carcere. La “coppia dell’acido”, gli sfiguratori, i giovani che oltre ad aver rovinato per sempre il ventenne Pietro Barbini — un lontano ex della Levato — se non fossero stati fermati in tempo, avrebbero continuato nel loro disegno. Purificarsi dal passato, era l’intento.
Martina Levato Alexander Boettcher
O, forse, l’ordine che il broker, Alexander Boettcher, aveva impartito alla sua nuova fidanzata, per spezzare definitivamente e a suo modo il legame con gli “ex” di Martina. Quattordici anni di carcere in primo grado per entrambi gli imputati — oltre a un risarcimento plurimilionario — come aveva chiesto il pubblico ministero Marcello Musso. Da poco più di due giorni, il neonato — al momento riconosciuto solo dalla madre — si trova in una stanza isolata della clinica Mangiagalli.
I nonni materni possono vederlo solo per pochi minuti, la madre per nulla. «Nostra figlia è totalmente disperata», hanno fatto sapere i signori Levato al telefono ai loro avvocati. «È una barbarie », fa eco la madre di Boettcher. Il bambino si trova nella nursery con un pigiamino messo a disposizione dallo stesso ospedale. Ai nonni non è stato permesso vestirlo con le tutine che stavano preparando da mesi.
le armi trovate a casa di alexander boettcher
«Sono perplessa del provvedimento — commenta l’avvocato Laura Cossar, che sta seguendo la famiglia Levato — Mi sembra che sia troppo punitivo, soprattutto nei confronti del bambino ». Non si dice invece «sorpreso », il legale di Barbini, Paolo Tosoni. «È una decisione difficilissima, non vorrei essere nei panni del Tribunale dei minori — ragiona Tosoni — ma, forse, l’atteggiamento di Martina non ha aiutato, se avesse dimostrato un minimo di pentimento, di volontà di sottoporsi a un cammino di recupero, forse la decisione avrebbe potuto essere diversa».
Materialmente già oggi il Tribunale potrebbe vagliare la richiesta del pm Fiorillo. Decidendo di mantenere la distanza tra madre e figlio e avallando la pratica per l’adottabilità. Il verdetto odierno non avrà controparti, i giudici infatti avranno a disposizione la richiesta del pm e il fascicolo riguardante Martina, composto dalle carte raccolte nel processo concluso poche settimane fa.
l acido sequestrato a casa di alexander boettcher
Si tratta solo di una tappa di quello che si preannuncia come un lungo braccio di ferro. Sia i Levato che i Boettcher si sono detti disponibili a chiedere l’adozione del piccolo, in attesa che le vicende giudiziarie facciano il loro corso. Se venisse respinta la richiesta dell’accusa, Martina sarebbe invece autorizzata tra qualche giorno ad abbandonare l’ospedale e a trascorrere il tempo che le resta da scontare in una struttura protetta, destinata alle madri detenute. Questo almeno fino al compimento del decimo anno d’età, come recita la legge. Se, invece, il Tribunale avviasse le pratiche di adottabilità del neonato, i contatti tra madre e figlio si interromperebbero.
LO PSICHIATRA MASSIMO AMMANITI
2 - MASSIMO AMMANITI, PISCHIATRA: “LÌ IL BIMBO ERA IN PERICOLO MEGLIO AFFIDARLO AI PARENTI”
Maria Novella De Luca per “la Repubblica”
«È stato un provvedimento di massima tutela verso il bambino. Comprendo la scelta della giudice. Di fronte ad una madre con una personalità così complessa, l’incolumità del neonato viene prima di tutto». Si chiede infatti Massimo Ammaniti, psichiatra e docente di chiara fama: può una donna che ha sfregiato con l’acido il suo ex, ha covato la sua vendetta ed è stata condannata, essere una buona madre? La risposta, purtroppo, dice Ammaniti, è no, Martina oggi non può allevare suo figlio.
Ammaniti, non sarebbe stato giusto almeno lasciare il bimbo alla madre per qualche mese?
«No, perché creare un legame, e poi reciderlo quando si è già formato, può avere effetti gravi sullo sviluppo del bambino. I primi 12 mesi di vita, lo sappiamo, sono fondamentali nella crescita ».
alexander boettcher
Quindi è saggio attivare subito le pratiche per l’adozione?
«Se questa è la decisione dei giudici, prima si fa meglio è. Senza inutili attese in un nido o in un istituto. Credo però che si dovrebbe valutare con attenzione un affido all’interno della famiglia».
Lontano dalla madre, dunque, ma insieme ai nonni o agli zii?
«È una possibilità, purché davvero esistano figure “sane” nel nucleo familiare. Un modo per non spezzare le radici del bimbo con le sue origini, ma anche un segnale di speranza per chi ha commesso il delitto».
Se un giorno cioè i genitori dovessero pentirsi?
«Credo che si debba dare sempre una speranza a chi delinque. Soprattutto in età giovanile. Ma attenzione, proteggendo al massimo il bambino».
Molte detenute però possono tenere i figli con loro in cella...
martina levato
«Si tratta quasi sempre di donne che hanno compiuto delitti diversi, furti, reati contro il patrimonio. Ma in grado di essere madri. Quello che hanno fatto questi due giovani invece sconfina in territori bui e torbidi».
Martina dunque potrebbe essere pericolosa per il suo bambino?
«Di certo l’aggressività del suo gesto è un elemento di rischio verso il figlio. Un delitto pianificato nei dettagli. Una coppia diabolica. Con risvolti psichiatrici ancora tutti da valutare. Difficile ritenere questa donna idonea a fare la madre».
C’è chi parla invece di un “furto” verso il bimbo privato del calore materno...
«No, si tratta di una misura estrema in una situazione estrema».
3 - LA MADRE DI BOETTCHER: “SCELTA CRUDELE, LEI E IL MIO ALEX ALLA FINE SARANNO BUONI GENITORI”
Zita Dazzi per “la Repubblica”
PATRIZIA RAVASI MADRE DI ALEXANDER BOETTCHER
«Se vogliono dare in adozione mio nipote, dovranno passare sul mio cadavere. Sono pronta a incatenarmi davanti al Tribunale. La legge permette l’adozione in caso di abbandono del minore, ma questo bambino non sarà mai abbandonato, i suoi nonni si batteranno per lui».
Patrizia Ravasi, madre di Alexander Boettcher, che cosa si aspetta ora?
«Mio figlio è disperato, mi ha raccontato l’assistente sociale che hanno dovuto dargli dei calmanti. Io non ho potuto nemmeno vedere il bimbo, sono annientata. Mi auguro che questo pubblico ministero, una donna, si renda conto della crudeltà che sta usando verso il bambino, i genitori e noi nonni, pronti ad accogliere il piccolo e ad allevarlo nella serenità. Siamo persone per bene, innocenti, come innocente è il bambino, perché punirci?»
C’è una condanna pesante.
«E allora? Non si toglie il figlio così nemmeno a una cagnolina. Perché alla Franzoni l’hanno lasciato e a Martina no? Siamo in uno Stato di diritto, non in uno Stato totalitario. C’è stato solo il primo grado di giudizio, come si fa a sapere cosa succederà nei gradi successivi?».
alexander boettcher
Ci sono state ammissioni chiare. Non le sembra sufficiente?
«Io credo ciecamente nell’innocenza di mio figlio. E, anche fossero colpevoli, una volta pagato il debito con la giustizia, potranno essere buoni genitori. Martina non è certo una donna pericolosa come la si vuol far passare. Non ha ucciso un bambino. Perché tanta ferocia?».
Il tribunale dei minori non decide secondo lei, nell’interesse del bambino?
«Mio nipote è innocente, speriamo che venga messo all’Icam, con sua mamma, come chiedeva anche il pm Musso con grande umanità. Il bambino non deve essere adottato, non ci sono presupposti, almeno fino a quando non saranno completati tutti i gradi di giudizio».
alexander boettcher
Secondo lei Martina e suo figlio sarebbero dei buoni genitori?
«Lo diventeranno, quando questo incubo sarà finito. Si riprenderanno e saranno in grado di esserlo. Di questo sono sicura. Mio figlio è un bravo ragazzo, non ci sono prove contro di lui. Era solo molto depresso, sapevo che era in crisi e non riusciva ad aprirsi con me. Ma le cose miglioreranno».