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    “VA BENE ANCHE UN’INFERMIERA…” - A MATERA UN DETENUTO INFOIATO CHIEDE A UNA POLIZIOTTA DI FARE SESSO. NON RICEVENDO NESSUNA RISPOSTA L'UOMO HA PROVATO A GIOCARSI LA CARTA DELLA SOLIDARIETÀ MASCHILE: SI È RIVOLTO A UN AGENTE  CHIEDENDOGLI SE POTEVA INTERCEDERE PER AVERE UN RAPPORTO SESSUALE CON LA COLLEGA, MA ANCHE CON QUALSIASI ALTRA DONNA - E A QUEL PUNTO...


     
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    Da www.liberoquotidiano.it

     

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    Ha approfittato del suo ruolo nella biblioteca per scrivere un biglietto alla poliziotta penitenziaria in servizio nello stesso carcere dove è recluso. Peccato però che la storia per il detenuto non ha avuto un lieto fine.

     

    Un ventitreenne con un trascorso carcerario descritto dai sindacalisti del Sappe come "turbolento" e con una lunga pena ancora da scontare, non ricevendo risposta dalla poliziotta si è affidato direttamente a un suo collega chiedendo che intercedesse allo scopo di avere un rapporto sessuale con lei o comunque con altre colleghe. "Va bene anche un’infermiera", era stato il suo appello.

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    Nonostante il pericolo per la poliziotta, nessuno di fronte a queste avances, avrebbe fatto nulla. Lo ha denunciato Saverio Brienza, segretario regionale Basilicata per il Sappe all'Adnkronos: "Ad oggi il detenuto svolge in maniera regolare la sua mansione lavorativa in orari pomeridiani, quando tra l’altro il contingente di Polizia Penitenziaria in servizio è sempre risicato, soprattutto con il piano ferie in vigore, ed è libero di spostarsi senza alcun controllo all’interno di tutti i reparti detentivi comuni".

     

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    Da qui l'accusa: "L’amministrazione, sorda e cieca davanti a quanto accaduto, non ha fatto alcunché per tutelare la poliziotta, turbata e spaventata anche alla luce del curriculum criminale del suo "spasimante". Anzi ha limitato l’attività lavorativa della ragazza, restringendola ai soli orari antimeridiani, lasciando immutato il servizio del detenuto, che continua come nulla fosse a eseguire le sue mansioni".

     

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    Nel frattempo il direttore del carcere di Matera - attraverso un documento - ha chiesto ai sindacati ulteriori informazioni in merito all'accaduto. "In attesa che il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari autorizzi il trasferimento del detenuto presso altra sede - si legge - sono state adottate misure idonee a tutela del personale femminile".

     

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