CONCHITA SANNINO per repubblica.it
coronavirus napoli
Dieci giorni. E oltre venti tra primari e medici della prima trincea, al lavoro in ospedali nevralgici, messi temporaneamente spalle al muro dal coronavirus, Covid-19. Ieri, sono risultati positivi anche i due vertici del Policlinico Vanvitelli: il dg Antonio Giordano e il direttore sanitario, la dottoressa Maria Vittoria Montemurro. Sono a casa, ma le loro condizioni non destano preoccupazioni.
Mentre, sempre nelle ultime 24 ore, blocco in entrata e uscita della Medicina d'urgenza al Cardarelli (per cautela, dopo la positività del primario) e chiusura per la mattinata del pronto soccorso per interventi di sanificazione. Una buona notizia affiora, però. in corsia: grazie al lavoro e all'intesa tra il dg Giuseppe Luongo dell'azienda Cardarelli e il segretario Franco Verde dell'Anaao, ieri è scattata la delibera per " stabilizzare finalmente almeno 40 operatori che lavoravano fino ad oggi da precari ", tra infermieri e medici.
Da medici a malati
napoli in quarantena 10
Oltre venti in tutto. Avevano fino all'altro ieri ruoli guida tra Cardarelli, Monaldi, Pascale, Nuovo Policlinico (della Federico II) e Vecchio (Ateneo Vanvitelli) : e oggi sono o ricoverati in reparto, o costretti a casa da sintomi tenuti sotto controllo. Tutto in dieci giorni, tutto a partire dalla paziente "1" ,in camice bianco, del Cardarelli. È la dirigente contro la quale sono state lanciate nelle ultime ore pesanti accuse via social: "rea" di rientrare da un presunto viaggio a Milano presso una figlia, senza senza mettersi in quarantena. "Tutto falso" , spiega invece la famiglia, rintracciata da Repubblica.
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" Giorno prima? Il Concorsone"
È cominciato tutto il 6 marzo scorso, infatti, quando la dirigente, stimata primario della Obi (Osservazione breve intensiva) del più grande ospedale del sud, ha preferito rimanere a casa in preda ad un malessere che accusava da giorni; ma che, come sempre, non le aveva impedito di prestare il suo coordinamento in una divisione tanto impegnativa. Poco dopo, la tosse, la febbre alta, poi la polmonite. Sua figlia M., avvocato, ora racconta: "Ho letto cose bruttisime sul web. Sì lo so, ho capito che dopo mia madre si sono ammalati tanti altri primari, sono stati contagiati uno dietro l'altro.
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Ma vogliamo dare la colpa a un primario che è in prima linea?", è il compensibile sfogo. "Stanno accusando mia madre, che è malata, di aver fatto questo fantomatico viaggio al nord e di aver messo in pericolo gli altri: ma è assurdo. Non c'è mai stato questo viaggio" . Lei, non si è chiesta quale potrebbe essere stata la fonte di trasmissione? " Io so che la sera prima, cioè il 5, siamo state insieme a lungo: perché io avevo partecipato al concorsone della Regione Campania". Quello con migliaia di partecipanti? "Esatto". Lei stessa è sotto controllo? "Sì, ma sto bene, per ora" . Le hanno spiegato se gli asintomatici possono trasmettere il virus? "Nessuno ha certezze. Comunque, finché non ho sintomi, inutile sottopormi a tampone. Adesso voglio che mia madre guarisca bene e non viva anche il dolore di questi attacchi stupidi".
Dieci al Cardarelli
Dal 6 marzo, cominciano a "cadere" - chi con sintomi più gravi, chi con lieve febbre - gli altri. E alla responsabile della Obi, si aggiungono tra i positivi: il primario del Trauma center e il suo aiuto, il responsabile della Terza Medicina e quello dell'Urgenza, il primario della Endocrinologia e il dirigente "aiuto" dell'Ortopedia. Decapitati anche la Neurochirurgia e la Cardiologia riabilitativa, oltre a un infermiere. Altri medici ammalati: 5 al Pascale, 4 al Policlinico e i 2 vertici alla Vanvitelli.
Sos Assenti
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Un bilancio già duro, che diventa allarmante se al numero dei camici bianchi contagiati - e ammalati - si aggiunge quello di operatori sanitari che hanno chiesto il congedo per malattia. Un numero impressionante. "Ben 249" , ha scritto nero su bianco, non senza provocare polemiche, il primario del Dipartimento delle Emergenze, il dottor Ciro Mauro. Che ora conferma a Repubblica: "Ovviamente il mio grazie va a tutti quelli che continuano a battersi, e che sono in condizioni di lavorare ". E sugli altri? "Non toccano a me accertamenti. Certo è un numero strano. In una Regione che funziona al punto da inseguire i runner per strada, mi aspetto anche rigore per chi è chiamato a fare il suo dovere. In sicurezza, ci mancherebbe".
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