Estratto dell'articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
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IGNAZIO LA RUSSA CON IL FRATELLO ROMANO
Però poi ci sono i numeri che presto diventeranno realtà. Il 12 e 13 febbraio Fdi può più che raddoppiare la Lega e a quel punto, messa in minoranza a Roma e pure a Milano, toccherà solo obbedire. Il pallottoliere informale parla di otto assessori in quota destra tricolore su 14, solo 4 alla Lega. I meloniani vogliono l’80 per cento delle poltrone, richiesta alta per accontentarsi del 70. «Del resto loro (la Lega, ndr ) hanno il presidente, no?», è il ragionamento di un big di Fdi.
La pretesa è semplice: vicepresidenza, Welfare (la sanità), Attività produttive e Formazione, magari anche la presidenza del Consiglio.
ATTILIO FONTANA E DANIELA SANTANCHE
Gli assessorati di peso, quindi, dove gira il grosso del bilancio di Palazzo Lombardia, in tutto oltre l’80 per cento delle risorse di quella che rimane comunque la regione più ricca d’Italia. Le cose però non andranno così lisce come può sembrare, perché Fontana vorrebbe riconfermare Guido Bertolaso a capo del Welfare. Sarà un braccio di ferro, dato che FdI da partito-traino alla coalizione non può certo perdere anche la seconda pedina più importante. Salvo sorprese il nuovo Consiglio regionale vedrà un battaglione di destra, con Fdi che passerebbe da tre consiglieri eletti a 26-28. E la Lega scendere da 28 a 10-12. È una rivoluzione che rompe equilibri consolidati da anni. Nel gioco delle preferenze, in FdI c’è in corso una battaglia interna per chi conterà di più nel partito.
ignazio la russa foto di bacco (3)
Il filone Ignazio La Russa-Daniela Santanché, con i colonnelli Mario Mantovani e Romano La Russa (fratello di, non candidato ma dato quasi per certo assessore esterno), ha un grande peso specifico, non fosse altro per i ruoli e la notorietà dei protagonisti. Però hanno un buon radicamento anche “gli altri”, ovvero Carlo Fidanza, Marco Alparone (potrebbe essere lui il vice di Fontana), la sottosegretaria Paola Frassinetti, gente con una storia di fedeltà alla causa anche quand’era minoritaria nel centrodestra e che oggi punta a ruoli e influenze di peso. Tutta gente alla quale dell’autonomia lumbard interessa qualcosa che si avvicina allo zero. Per Salvini sarà insomma una sconfitta nella (possibile) vittoria, in via Bellerio toccherà dissimulare bene.
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