Marco Lignana e Marco Preve per genova.repubblica.it - Estratti
aldo spinelli
Aldo Spinelli, accusato di essere il grande corruttore del sistema politico affaristico di Giovanni Toti, temeva di avere i telefoni sotto controllo per una questione sentimentale. Lo spiega un passaggio delle carte depositate nell’inchiesta che ha portato in carcere il presidente del porto Paolo Emilio Signorini e Spinelli, Toti e il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani ai domiciliari.
In una conversazione con una donna dell’ottobre 2022 l’imprenditore spiega, scrivono gli inquirenti di «essere convinto di avere i telefoni suo e della donna con cui ha una relazione, sotto intercettazione per via di “quella vicenda che abbiamo” alludendo ad una telefonata minatoria precedentemente ricevuta e riconducibile alla relazione sentimentale fra i due”.
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Un’altra volta a Signorini spiega: “C’abbiamo i telefoni sotto controllo, ... quindi basta dirsi poco e niente”. Il presidente del porto cercava di capire da cosa derivasse questa certezza
E Spinelli riferito alla donna “non le han detto niente, non le possono dire niente, l’hanno chiamata i carabinieri, perché poi loro fanno indagano e poi la passano al giudice”.
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