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    I ROMANI? LENTI, INDOLENTI, E SEMPRE IN RITARDO PER COLPA DEI SAMPIETRINI – LO CERTIFICA LA GUIDA DI “LOUIS VUITTON”: “I ROMANI CAMMINANO E SI SALUTANO, SENZA FRETTA, GUARDANDO A TERRA PERCHÉ LE STRADE NON SONO UNA PASSEGGIATA DI SALUTE: È NECESSARIO SEGUIRE DELLE REGOLE PER NON FINIRE ALL’OSPEDALE CON UNA CAVIGLIA ROTTA" - “GLI SCALINI, LISCI COME LE NATICHE DEL DAVID DI MICHELANGELO, E QUESTO LI RENDE PIÙ INSIDIOSI DEL PEGGIORE DEI TRADITORI DI GIULIO CESARE..."


     
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    Estratto dell’articolo di Maria Elena Vincenzi per “La Repubblica - Edizione Roma"

     

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    Lenti e indolenti. E sempre in ritardo, di almeno 15 minuti, ma non sempre per colpa loro. È così che Louis Vuitton nella sua guida di Roma, descrive i romani in un capitoletto intitolato “Foot notes” dedicato alle passeggiate nel centro. “I romani camminano lenti. Non c’è alcun bisogno di correre, ma il risultato è che sono sempre in ritardo. Fino a quindici minuti è perfettamente accettato.

     

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    Camminano con nonchalance e si salutano senza fretta (è scritto così, in italiano), ma soprattutto guardano a terra perché il pavimento e le strade ciottolate non sono una passeggiata di salute”. E poi via a descrivere, con più di un pizzico di ironia la difficile vita di chi vive nella Capitale alle prese con buche e sampietrini.

     

    Uno spaccato sarcastico che magari non lusinga ma in cui ogni romano potrebbe riconoscersi almeno un po’. “I piccoli vicoli del centro storico sembrano pedonali, ma di fatto sono accessibili alle macchine autorizzate all’interno della Ztl e i romani (va detto, scritto sempre con la R maiuscola perché saranno pure indolenti e buffi ma meritano comunque rispetto per le fatiche quotidiane alle quali sono sottoposti) camminano al centro della strada perché la pavimentazione è inesistente, o, quando c’è è troppo stretta. Si spostano quando si avvicinano scooter e macchine, a meno che non siano ibride perché in quel caso non riescono a sentirla arrivare”.

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    La guida della maison francese, nella sua versione inglese, spiega poi che nella Città Eterna le vie del centro hanno i sampietrini: “ciotoli per i quali è necessario seguire una serie di regole per non finire all’ospedale con una caviglia rotta. È necessario tenere a mente che i ciotoli romani sono sempre traballanti, per cui oltre al rischio di inciampare, c’è anche il fatto che la pavimentazione quando piove diventa una pista da pattinaggio”.

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    […] “Il suggerimento è di indossare delle brutte scarpe basse oppure di camminare sulle punte con il rischio di apparire un po’ ridicolo”. L’ironico scrittore avvisa anche gli uomini, che non “sono immuni al pericolo se indossano scarpe con la suola di cuoio. C’è il rischio garantito di instabilità e le possibilità di scivolare sono altissime, anche se non piove”.

    Insomma, un inferno. […]

     

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    “Quali che siano le vostre calzature, salire le scale di marmo – tipo quelle di Trinità dei Monti – può rendervi acrobati. Gli scalini, lisci come le natiche del David di Michelangelo, sono stati logorati e lucidati da milioni di pellegrini e turisti e questo li rende più insidiosi del peggiore dei traditori di Giulio Cesare”. […]

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