nas ristorante
Federica Cravero per www.repubblica.it
Altro che bustine di droga infilate di nascosto in una borsa o nel bagagliaio di una macchina per incastrare qualcuno. Per procurare dei guai a un ristoratore è molto più efficace mettergli in disordine il frigorifero del locale, mischiare il pesce con la pasta fresca, spargere pezzi di carne qua e là e aprire le confezioni di dolci lasciando che si contaminino con tutto il resto. E poi chiamare i carabinieri del Nas perché vadano a controllare. Ed è ovvio, troveranno uno scempio.
nas ristorante
E non crederanno alla malcapitata titolare che proverà a difendersi: “Non sono stata io, non ne sapevo niente…”. Lo ha ribadito anche davanti ai magistrati una ristoratrice di Ulzio, in Valsusa, difesa dall’avvocato Roberto Capra, nel corso del procedimento che è stato aperto a suo carico dopo l’ispirazione del Nas. La donna è stata indagata per aver violato la legge sugli alimenti.
nas ristorante
Ma durante il processo davanti al tribunale di Torino è emerso un retroscena che potrebbe cambiare tutto il castello di accuse. Un testimone in particolare ha raccontato che sarebbe stato il fratello della titolare del locale, a sua volta ristoratore, ad aver cercato un contatto nello staff della sorella, offrendo denaro per mettere in scena il tranello.
nas ristorante
All'imbroglio si sarebbe prestato il cuoco che, dopo aver messo a soqquadro il frigorifero, avrebbe chiamato il Nucleo antisofsticazione, che poi ha trovato 25 chili di gnocchi mal conservati, contaminati con carne, pesce e dolci. Ed è stata una conferma di ciò che l’imputata aveva sempre sospettato, ovvero di essere stata incastrata.
Ora la donna attende l’esito del processo a suo carico e, se gli elementi raccolti si dimostreranno solidi, il giudice potrebbe chiedere alla procura di avviare un’indagine a carico del fratello.
nas ristorante nas ristorante nas ristorante