Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
fico grillo di maio
«Con la mossa di Grillo il Movimento si è ripreso il centro della scena politica e ha dato un senso per i militanti a questo nuovo passaggio»: tra i Cinque Stelle in molti guardano con favore il ritorno in prima linea del garante, capace di «ridare forza a un soggetto politico in panne». Ma il voto su Rousseau continua a dividere, a spaccare, e c'è chi non vede l'ora di «contare davvero dove si schiera la base». Un passaggio delicato che cade dopo ventiquattro ore convulse. Lo stop alla votazione dettato da Grillo al termine delle consultazioni fa partire già nella serata di martedì le vie della diplomazia.
Mario Draghi
C'è una triangolazione tra Mario Draghi, il garante, Roberto Fico e Luigi Di Maio. Una regia invisibile che cerca di mettere in chiaro le «rassicurazioni» di cui necessita il Movimento, puntualizzando sulla volontà di non commettere nessuno sgarbo istituzionale. Viene posta come centrale la questione del ministero della Transizione ecologica. Fico, da tessitore istituzionale, è in contatto continuo con Grillo. In mattinata si parla di un intervento di Draghi dopo le consultazioni e quasi in parallelo di un'uscita di Conte sul nuovo governo. Poi però la situazione si evolve.
fico grillo di maio
I rumors di palazzo raccontano di un contatto telefonico tra Grillo e Draghi dopo pranzo, un chiarimento che segna una serie di eventi a domino. Anzitutto, c'è il via libera al voto su Rousseau. Grillo si riunisce telefonicamente con Davide Casaleggio e Vito Crimi per capire la tempistica e formulare il quesito. Per motivi tecnici che riguardano i server il voto slitta alla mattina di oggi, condensato in «sole» otto ore (e tra i militanti monta il timore di non riuscire a partecipare).
Poi a cascata seguono l'endorsement di Conte al governo Draghi («Se fossi iscritto a Rousseau, voterei sì»), e le dichiarazioni del Wwf sulla presenza di un ministero della Transizione ecologica nel nuovo esecutivo che suonano come quel «messaggio pubblico» atteso da Grillo. Chiusa la partita istituzionale, si apre il match interno per il voto su Rousseau.
Mario Draghi
Dopo una lunga consultazione, viene eliminata dalle risposte la possibilità di astenersi: una mossa per polarizzare il voto ed evitare che gli indecisi possano «gonfiare» il fronte ribelle. Ma 13 parlamentari del Movimento sottoscrivono una nota in cui sostengono che il quesito su cui votare «è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria». In serata Di Maio lancia il suo «sì» convinto al governo con una diretta Facebook. «Non esiste una maggioranza senza di noi. Semplicemente disimpegnarci dal governo vuol dire non dare una maggioranza e un governo a questo Paese», spiega.
CROSETTO 9
«Dobbiamo partecipare» al governo «per difendere quello che abbiamo ottenuto e spendere bene quello che abbiamo conquistato». Dentro al Movimento, però, è l'anarchia. C'è chi rilancia un tweet di Guido Crosetto: l'esponente di Fratelli d'Italia mette in evidenza che il dipartimento per la Transizione ecologica esiste già e fa parte del ministero dell'Ambiente. I governisti replicano: «Cose imparagonabili».
Lo scontro stavolta è aperto. E la base si divide. Sul Blog delle Stelle il post in due ore raccoglie 150 commenti. Molti i critici. C'è chi scrive: «Meglio quattro gatti ma puri». E chi replica: «Ma crescete!». Lo spaccato è il preludio a un altro giorno di tensione che terrà con il fiato sospeso il Movimento e il futuro del governo.