Giampaolo Visetti per “la Repubblica”
dietro al velo 9
Voleva essere come i suoi compagni scuola, non sentirsi umiliata per l' obbligo di nascondere il volto sotto il velo, imposto dalla famiglia. Dopo mesi di sofferenza, davanti alla classe, ha così mostrato a tutti la sua faccia, finalmente libera dalla paura. Vista dalla madre è stata però ritirata da scuola e picchiata, prima di trovare il coraggio di confidare le percosse a una professoressa.
Un' adolescente di Udine, nata in Italia da genitori nordafricani e iscritta alle superiori, si trova ora in una struttura protetta, dove è stata accompagnata dalla polizia intervenuta per scongiurare violenze peggiori da parte del padre. La procura del capoluogo friulano ha aperto un fascicolo a carico della madre, indagata per eccesso di metodi correttivi e lesioni.
dietro al velo
Martedì la studentessa, in pausa pranzo, ha scelto di togliersi il velo e di non rispettare più i dettami dell' islam, nemmeno mentre si trovava in un bar con alcuni compagni. Si è però imbattuta nella madre, che ha chiesto al dirigente scolastico di poter riportare subito a casa la figlia, negandole le lezioni del pomeriggio. È stata la stessa donna a motivare la richiesta con il dovere di obbligare la figlia a portare sempre il velo. Mercoledì, al ritorno in classe, la ragazza esibiva però evidenti segni di percosse.
donna col velo
Ad un insegnante ha detto che la sera prima era stata picchiata per «la ribellione » e che temeva il peggio per le ore successive, quando il padre sarebbe rientrato dopo un viaggio di lavoro. Il preside, avvertito del pericolo, ha così chiesto l' intervento della questura, che ha affidato la studentessa ai servizi sociali. Subito prima il pronto soccorso dell' ospedale aveva confermato le botte: ferite alla bocca e a un dito, tre giorni di prognosi.
La ragazza, che ora chiede di tornare al più presto in classe, ha confermato anche agli agenti il pestaggio domestico, causato dal suo rifiuto di tenere il velo a scuola. Ha però assicurato che mai prima i genitori e il fratello l' avevano toccata. La madre, in attesa di essere interrogata, si è difesa dicendo che non è stato il velo la causa di punizione e minacce, ma «altri cattivi comportamenti » della figlia e un «insoddisfacente rendimento scolastico».
donna col velo
Nelle prossime ore toccherà alla pm Elena Torresin accertare se l'imposizione del velo sia realmente all' origine della violenza. Gli investigatori ne sono certi: la studentessa, con la maturità, non avrebbe più voluto ubbidire ai diktat religiosi imposti dalla famiglia. «Per ora ci sta a cuore - ha detto il capo della procura, Antonio De Nicolo - che rimanga in un ambiente protetto».