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    A VARESE UN 25ENNE E’ STATO CONDANNATO A CINQUE ANNI PER AVER ABUSATO DI UNA 11ENNE - IL GIOVANE, FINGENDOSI PIÙ GIOVANE, HA ADESCATO LA RAGAZZINA SU SNAPCHAT: CON LUSINGHE E COMPLIMENTI È RIUSCITO A FARSI MANDARE DELLE FOTO FINO A CONVINCERLA A INCONTRARLO - L'11ENNE HA DETTO ALLA MADRE DI ANDARE DA UN'AMICA E HA RAGGIUNTO IN TRENO VARESE: AD ATTENDERLA C’ERA IL GIOVANE CHE L’HA PORTATA A CASA SUA DOVE ERANO PRESENTI ANCHE I GENITORI, AI QUALI HA DETTO CHE L'AMICA AVEVA 16 ANNI. UNA VOLTA IN CAMERA... - INDAGATA ANCHE LA MADRE DELLA RAGAZZINA


     
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    (ANSA) - VARESE, 12 OTT - Un 25enne è stato condannato a cinque anni dal Gup del Tribunale di Varese per abuso su minore. Secondo quanto ricostruito dall'accusa il giovane, fingendosi di qualche anno più giovane, ha adescato una ragazzina di undici anni su Snapchat. Con lusinghe e complimenti è riuscito a farsi mandare delle sue foto fino a convincerla ad incontrarlo di persona.

     

    Lo riporta oggi il quotidiano La Prealpina. I fatti risalgono allo scorso marzo. L'undicenne ha detto alla madre di andare da un'amica e ha raggiunto in treno Varese dove ad attenderla c'era il 25enne. Dalla stazione il giovane ha portato la ragazzina a casa sua dove erano presenti anche i genitori, ai quali ha detto che l'amica aveva 16 anni.

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    Quindi, portata l'undicenne nella sua camera, ha abusato di lei. Sono state la madre e la sorella a scoprire l'accaduto. A quel punto è emersa la verità, confermata da una visita al pronto soccorso alla quale è seguita la denuncia. Ieri la condanna in primo grado. Il 25enne si è difeso sostenendo di essere convinto che la ragazzina fosse più grande.

     

    ABUSA DI UNA 11ENNE, INDAGATA ANCHE LA MADRE DELLA RAGAZZINA 
    (ANSA) - VARESE, 12 OTT - Le avrebbe consentito d prendere il treno da sola per andare a scuola a 11 anni. Per questo la madre della bambina adescata su Snapchat e abusata da un 25enne varesino, condannato ieri dal Tribunale di Varese a 5 anni per abusi su minore, è finita nel registro degli indagati "per non aver vigilato - spiega l'avvocato di parte civile Massimo Tatti, che nel processo in primo grado contro il 25enne rappresentava la donna e la figlia - Come se la mia assistita avesse qualche responsabilità nell'accaduto".

     

    "E' una madre separata di 4 figli - aggiunge - . Ha permesso che la figlia compisse un breve tragitto in treno per andare a scuola. Non è certo responsabile di quello che è accaduto". Il 25enne, arrestato lo scorso marzo senza che la Procura ne desse notizia, ha abusato sessualmente della ragazzina intercettata sui social. Lei ha detto alla mamma che andava da un'amica e la donna le ha concesso di prendere il treno "Come faceva per farla andare a scuola - spiega l'avvocato Tatti - La mia assistita ha altri tre figli. E lavora. Non avrebbe avuto la possibilità di accompagnare tutti. Il tragitto in treno era breve. In orario diurno.

     

    Ed è stata lei a capire e subito denunciare cosa era accaduto alla bambina. Perché punirla? Non è certo lei la responsabile dell'accaduto". Il 25enne, fingendosi più giovane, ha convinto la ragazzina a mandargli delle foto prima e ad incontrarlo poi a casa sua "dove erano presenti le sorelle e i genitori - aggiunge l'avvocato Tatti -. Non solo. Dopo aver abusato della bambina in ogni modo, il 25enne, insieme al padre, altro adulto, hanno portato la piccola a mangiare una pizza. Ma la mia assistita è finita nel registro degli indagati perché, dovendo lavorare, le faceva prendere un treno. Francamente mi pare inaccettabile".

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