Lorenzo Fabiano per corrieredelveneto.corriere.it
discoteca amen verona 4
Verona Torricelle, ovvero la collina del Bengodi. E della discordia: da un lato i gestori del music bar Amen, dall’altro i residenti. Storie tese per cinque anni, da quando nel 2017 il locale di proprietà della congregazione religiosa degli Stimmatini ha aperto i battenti a due passi dal santuario dedicato alla Madonna di Lourdes. Amen, un gioco di parole tra sacro e profano trasformato in A.M.E.N., acronimo di «Alimentazione Mercatoenologia non convenzionale».
Parcheggi selvaggi e giovani in preda all’alcol
Chi abita in zona, la lista dell’insofferenza l’ha messa giù bella lunga: parcheggio selvaggio, sciami di giovani in preda all’alcol che improvvisano «party notturni» a sesso, droga e rock ‘n roll nella stradine limitrofe lasciando testimonianze organiche un po’ ovunque, vandalismo, rifiuti, un viavai continua di auto (spesso a marmitta «aperta» per la gioia di chi vuol riposare), e il volume della musica sparata dai Dj fino a tarda notte («siamo costretti con questo caldo a tenere di notte le finestre chiuse» lamenta il vicinato).
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Il locale, con vista mozzafiato sulla città, è per tutti, nel senso che non si paga un biglietto di entrata ma solo la consumazione. Pazienza e tolleranza sono però esaurite: i residenti hanno organizzato un incontro per dire basta.
«Sono cinque anni che andiamo avanti in questo modo, siamo esasperati e vogliamo ora sollevare la questione al nuovo assessore alla sicurezza. Ormai qui il problema è di ordine pubblico, le istituzioni lo hanno sottovalutato e chiediamo ora alla nuova amministrazione di intervenire». Come? Attraverso una petizione popolare che sarà inviata al prefetto, al sindaco Tommasi e al nuovo presidente della seconda Circoscrizione. Di lì la questione finirà sul Tavolo Pubblico di Sicurezza.
«Rispettiamo ogni normativa»
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Una dichiarazione di guerra, alla quale risponde il proprietario del locale, Fausto Bellomi: «Chiudiamo alla 4 e abbiamo 6 stewart e 4 parcheggiatori, i serramenti garantiscono un abbattimento di 54 decibel dall’interno all’esterno. Possiamo intervenire fino al cancello d’ingresso, oltre non è di nostra competenza. Nonostante ciò, per dimostrare la nostra buona volontà, alle sei del mattino mandiamo i nostri ragazzi a raccattare quanto è stato lasciato e fare pulizia».
E quanto alla musica? «Un residente ci ha chiamati per protestare. Sono andato io stesso a casa sua, ma la musica non proveniva dal nostro locale, bensì da un altro sull’altro versante della collina. Noi siamo qui per lavorare e non creare problemi» chiosa.
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«Noi facciamo il possibile per fare prevenzione, rispettiamo ogni normativa, abbiamo un servizio d’ordine e spero si possa trovare una soluzione imperniata sul dialogo» puntualizza Andrea Velardi, in arte «Macario» ex consigliere comunale leghista, «sindaco della notte» in pectore della giunta Sboarina, noto pr e direttore artistico dell’Amen.
Si vedrà, lo scontro è frontale: da una parte si balla la techno e la dance, dall’altra nelle case dei residenti si intona un 45 giri: «Nuntereggae più» del grande Rino Gaetano. Dalla curia, intanto, tutto tace. Amen.
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