Estratto dell’articolo di Mariella Parmandola per www.repubblica.it
giovanni castiello 1
A pochi passi dal centro di Vico Equense si entra per caso in una salumeria per un panino. Ed è come ritornare nel periodo più cupo del ventennio fascista, quando chi non si dimostrava fedele alla causa rischiava. Molto. L’immagine di Mussolini è ovunque.
Su un calendario mentre fa un discorso in piazza, raffigurato con l’elmetto e la divisa militare in un quadro, il volto severo ricostruito in un busto. Sotto ci sono i bicchieri di carta e la pasta da vendere ai clienti. Sopra le prime pagine di giornale, le più tragiche. Si legge in un titolo di quando l’Italia entrò in guerra contro gli Stati Uniti. Un viaggio in una storia ripudiata dalla Costituzione, non da Giovanni Castiello.
Il proprietario del negozio trasformato in tempio fascista, che ogni sabato indossa il grembiule nero con la faccia del duce. Quel giorno lo consacra ancora al dittatore. «Non è nostalgia», precisa. «Io sono fascista da quando avevo 14 anni e non ho mai cambiato idea. Ero iscritto al Movimento sociale, oggi voto a destra e non faccio più politica».
salumeria fascista a vico equense
[…] «Io la penso così, nessuno ha mai protestato. La prima cliente che entra la mattina è comunista, discutiamo. Ho amici di sinistra, non sono d’accordo con le loro idee. Ogni tanto si apre un dibattito e ognuno resta delle sue convinzioni». […]
Tra i cimeli di cui il salumiere, con recensioni gourmet, va fiero ci sono anche delle bottiglie di vino con il duce sull’etichetta. Sequestrate a livello nazionale nel 2007, dopo una protesta dell’associazione dei parenti delle vittime dell’Olocausto, la produzione è proseguita tranquillamente anche nel 2023.
giovanni castiello
[…] Magari le propone abbinate al panino Benito. «È con stracciatella, prosciutto crudo e basilico. Bianco, rosso e verde per ricordare la bandiera italiana», sottolinea volendo rimarcare la sua coerenza. E vantandosi del risultato. Mai nessuno glielo ha restituito indignato, «piace e non solo ai turisti. Vengono da più parti della provincia di Napoli».
Non è l’unico retaggio che si porta dal passato, visto che quando si tratta di Giorgia Meloni non contesta alla premier questo o quel provvedimento. Ma semplicemente dice «io non voto le donne». Secco, senza aggiungere altro. Solo una frase in velocità, «e adesso non tiriamo in ballo il patriarcato». Dovesse scegliere un politico, tra la Meloni e La Russa «sicuramente il secondo». […] Giovanni a Vico Equense è conosciuto da tutti come “Giovanni il fascista”. Del resto di foto mentre fa il saluto romano ne sono girate diverse, anche negli ultimi anni. […]