Francesco Semprini per “la Stampa”
LOGO KKR
Il dibattito sulla rete unica rischia di creare serie tensioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti. In particolare, per quanto riguarda il capitolo relativo alla partnership tra Tim e Kkr. Secondo quanto riferito a La Stampa da fonti americane informate, il superfondo con sede a New York, ha espresso forte disappunto per quanto appreso dagli organi di stampa sul possibile ricorso del governo al golden power per opporsi all'accordo tra Tim e Kkr.
Il fondo (con un valore di business di circa 550 miliardi di dollari) ha recapitato alla società guidata da Luigi Gubitosi un'offerta vincolante per rilevare una quota di minoranza della rete secondaria (FiberCop), quella in fibra che arriva fino dall'armadietto posto in strada. L'offerta, che individua il "value enterprise" a 7,7 miliardi di euro, (di cui 1,8 miliardi di equity) è stata presentata e discussa durante il Cda del 4 agosto convocato per l'approvazione della semestrale.
gubitosi tim
Nello stesso giorno e nel corso della presentazione dell'offerta sarebbe arrivata una telefonata del premier Giuseppe Conte il quale, pur apprezzando la proposta che arriva da un investitore americano altamente qualificato, chiedeva qualche settimana in più a Gubitosi per valorizzare l'operazione FiberCop nell'ambito della più ampia operazione di Stato sulla rete unica con Open Fiber.
roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli
Telefonata a cui è seguita poco dopo la lettera firmata dai ministri Gualtieri e Patuanellii con i medesimi contenuti. E alla quale Gubitosi ha reagito positivamente dichiarando agli analisti di escludere di aver ravvisato alcun tipo di ingerenza da parte del governo. E che il Cda aveva preso atto di un nuovo fatto istituzionale sopraggiunto rinviando «improrogabilmente» al 31 agosto la discussione vincolante della proposta.
DAVIDE CASALEGGIO HUAWEI
Henry Kravis, cofondatore di Kkr e suo attuale amministratore delegato, avrebbe chiesto delucidazioni sulla «vicenda italiana» disturbato dagli articoli d'oltreoceano che citavano uno stop all'accordo da parte del governo seguito dalle solite voci di un ricorso al "golden power" da parte dell'esecutivo al punto da contattare l'ambasciatore a Roma, Lewis Eisenberg (con un trascorso da consulente per Kkr), per chiarimenti sull'operato del governo nella vicenda per altro seguita con attenzione a Washington.
HUAWEI
Dove il quesito è: l'esecutivo non dice no a Huawei e sarebbe pronto a opporsi a Kkr con il golden power girando di fatto le spalle a un alleato atlantico? Ben inteso l'interesse di Kkr rimane forte e stabile ma lo spettro della golden power aprirebbe un contenzioso diplomatico non indifferente, anche perché Cdp reti (controllata da Cdp che a sua volta controlla al 50% con Enel OpenFiber) è partecipata al 35% da State Grid Corporation of China. Ed è nota la sensibilità dell'amministrazione Usa sulle ingerenze di Pechino nelle infrastrutture di Paesi alleati.
l ambasciatore americano lewis m eisenberg con la moglie judith ann foto di bacco
Tutto queste alla luce dello scambio di vedute tra il viceministro Stefano Buffagni, dopo che Patuanelli, aveva replicato alle parole del Ceo Gubitosi (Tim non scenderà mai sotto il 50,1% in una potenziale azienda di rete unica pur essendo pronto a ragionare su una gestione statale), ricordando che spetta allo Stato realizzare la rete unica. E sul progetto FiberCop le posizioni di Buffagni, Fraccaro e Patuanelli rimangono distanti da quelle di Gubitosi sulla fattibilità del progetto con Kkr.