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    MA VOLETE USCIRE O NO? - A WESTMINSTER LA MAGGIORANZA VOTA PER RINVIARE IL VOTO SULL’ACCORDO PER LA BREXIT TRA LONDRA E L’UE - LA DECISIONE OBBLIGA IL PARLAMENTO A DISCUTERE E VOTARE LE LEGGI ATTUATIVE DELL'ACCORDO RAGGIUNTO PRIMA DEL VOTO FINALE - JOHNSON DOVREBBE ORA CHIEDERE UN RINVIO DI BREXIT, IN PROGRAMMA IL 31 OTTOBRE, MA SI OPPONE: “NO AL RINVIO”


     
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    BREXIT: JOHNSON, NON NEGOZIERÒ UN RINVIO CON L'UE 

     (ANSA) - Boris Johnson si rifiuta di chiedere un rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre, malgrado la legge anti-no deal approvata dalle opposizioni in Parlamento. E annuncia dopo l'ok all'emendamento di oggi di voler spostare l'accordo sul suo deal alla settimana prossima, allegato alla legislazione connessa.

     

    Antonello Guerrera per www.repubblica.it

     

    boris johnson jennifer arcuri boris johnson jennifer arcuri

    È un clamoroso colpo di scena. L'emendamento del parlamentare conservatore moderato Sir Oliver Letwin, è passato. Piombando come un macigno su quello che sarebbe dovuto essere il giorno dell'ufficialità dell'uscita Ue e della consacrazione politica per Boris Johnson, dopo il controverso accordo Brexit con l'Ue e dopo 24 ore di pressioni enormi sugli indecisi tory e laburisti che, in numero sufficiente per Boris, avevano ceduto per il voto di oggi.

     

    Westminster ha quindi fermato il premier britannico: la maggioranza (322) ha votato a favore dell'emendamento Letwin (306 i contrari) che obbliga il Parlamento a discutere e votare le leggi attuative dell'accordo raggiunto prima del voto finale. Johnson dovrebbe quindi chiedere un rinvio di Brexit, in programma il 31 ottobre.

     

    prima riunione di gabinetto per il governo di boris johnson prima riunione di gabinetto per il governo di boris johnson

    La marcia per un nuovo referendum

    L'emedamento sposta il voto decisivo sull'accordo Brexit a dopo l'approvazione di tutta la legislazione allegata e non prima, cioè oggi come è previsto, in una giornata ad alta tensione con centinaia di migliaia di manifestanti anti-Brexit attesi fuori dal Parlamento. Gli organizzatori della marcia in corso a Londra in favore di un secondo referendum sulla Brexit affermano di aver portato in piazza "un milione di persone". La stima non ha conferme di fonte indipendente e rispecchia il numero che i promotori avevano rivendicato anche in una precedente occasione.

     

    Le possibilità di Johnson

    theresa may e il marito philip 1 theresa may e il marito philip 1

    Ora Johnson è costretto a chiedere preventivamente un rinvio alla Ue, anche se lui ha detto che non lo farà mai ("meglio morto in un fosso"), aprendo così uno scontro costituzionale senza precedenti. Johnson non può tecnicamente ritirare la mozione ma molto probabilmente farà uscire i deputati conservatori favorevoli alla Brexit e la farà dunque cadere.

     

    Lo scontro costituzionale

    BORIS JOHNSON BORIS JOHNSON

    Letwin sostiene che il suo è un emendamento per scongiurare ogni possibilità di No Deal e legare le mani ai brexiter estremisti e a loro eventuali follie. A Downing St invece credono che sia solo una mossa per far ritardare la Brexit, se non deragliarla. In ogni caso, sembra - ma lo vedremo - che Johnson si sia convinto a inviare comunque all'Ue la lettera di rinvio, per evitare anche uno scontro costituzionale senza precedenti e magari rischiare il carcere. Quindi perdono, al momento, significato le parole molto diplomatiche pronunciate dal premier nel discorso stamani che ha esortato a votare il piano per "portare a termine la Brexit dopo tanti anni di divisione: una vera Brexit, con cui riprenderemo il controllo dei confini, delle leggi, del commercio, agricoltura e pesca".

     

    BORIS JOHNSON BORIS JOHNSON

    E un significato relativo acquistano anche le parole del leader dell'opposizione Jeremy Corbyn, che ha definito l'accordo "peggiore di quello di Theresa May, pericoloso per l'unità del Regno Unito" chiedendo pure, come fa da un po' di tempo dopo lunghi mesi di ambiguità sul tema, un secondo referendum sulla Brexit. Insomma, il super-sabato che doveva timbrare l'uscita del Regno Unito dalla Ue è diventato un altro incredibile rinvio della Brexit, oramai diventata un thriller imprevedibile e una lunghissima, estenuante, forse infinita partita a scacchi.

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