Estratto dell'articolo di Paolo Russo per "La Stampa"
ASSISTENZA DOMICILIARE
[…] Se le persone non autosufficienti sono già 2,9 milioni diventeranno 5 milioni su 20 milioni di over 65 nel 2030. E non bisogna essere illustri epidemiologi per capire che andrà aumentando anche la popolazione che necessita di essere curata e assistita in casa propria. Ma l'Adi, l'assistenza domiciliare integrata, resta un miraggio per i più.
[…] L'ultimo rilevamento di Agenas, di pochi giorni fa, parla infatti di 529mila anziani in più che hanno beneficiato dell'Adi nel corso del 2023, che sommati ai 459mila in carico l'anno precedente fanno quasi un milione, 988mila per l'esattezza, pari al 6,9% degli over 65. Bene si dirà. «Nemmeno per sogno», replica secco Alessandro Chiarini, presidente Confad, il Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità, […]
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Un rapporto del ministero della Salute che, quantificando in circa due milioni la quota di popolazione assistita in un anno a domicilio, svela poi l'arcano, indicando in sole 18 ore l'anno quelle di assistenza offerte contro le 20 minime, ma mensili, ritenute a livello internazionale necessarie per consentire a un non autosufficiente di restare a casa senza peggiorare. […] E le cose vanno ancora peggio dopo la pandemia.
ASSISTENZA AGLI ANZIANI
Una recente indagine dell'Osservatorio malattie rare ha rilevato che nel 60% dei casi le prestazioni sono molto diminuite e in un altro 8% si è comunque avuta una riduzione delle ore erogate. Insomma in 7 casi su dieci si è persino andati indietro anziché avanti.
[…] Un problema per chi ha bisogno di assistenza e un costo maggiore per le casse dello Stato, «visto che dove si fa meno Adi aumentano i ricoveri», fa notare Salvatore Pisani, epidemiologo e direttore del centro studi Fismu, sindacato dei medici territoriali. «E quando si leggono quei numeri risibili sulle ore di Adi da erogare agli anziani bisogna considerare che il problema è ancora più grave al Sud , dove - spiega ancora Pisani - sia per ragioni culturali che per le difficoltà a sostenere le spese della retta in Rsa, molti anziani non autosufficienti vengono assistiti in casa, con grande sacrificio dai familiari».
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Comuni e Servizio sanitario nazionale, si sa, sono da sempre alle prese con buchi di bilancio «e a pensar male si potrebbe dire che questa è la causa della disinformazione sul come attivare i servizi, che raramente Asl e Comuni comunicano a chi ne avrebbe diritto», spiega a sua volta Chiarini.
E poi, l'assistenza domiciliare «è molto tarata sulla popolazione anziana, disapplicando di fatto la legge 328 del 2000, che affida ai Comuni il compito di attivare progetti di vita indipendente anche a persone di età inferiore, mentre l'assistenza a ragazzi e bambini sotto i 14 anni spesso non è proprio contemplata», denuncia sempre il presidente Confad.
ASSISTENZA AGLI ANZIANI
C'è poi il problema di chi eroga l'Adi, sempre più affidata a cooperative private, «che spesso contingentano il personale, magari inviando operatori socio-sanitari anziché infermieri, fisioterapisti e medici», precisa Chiarini.
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Ora il Pnrr dovrebbe aiutare ad implementare l'offerta di servizi. Ma ancora una volta si rischia di far messa senza il prete, perché sul mercato scarseggiano proprio infermieri e fisioterapisti. Le figure cardine di un'assistenza domiciliare negata, offerta a un numero maggiore di italiani, ma sempre più con il contagocce.