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    ABBIAMO TROVATO IL COLPEVOLE DEI DISAGI FERROVIARI E DEI MOSTRUOSI RITARDI: IL METEO! - L’AD DI RETE FERROVIARIA ITALIANA, MAURIZIO GENTILE, PENSA DI INTORTARCI CON LA SUA PATACCA: “L’IMPRECISIONE DELLE PREVISIONI CI HA IMPEDITO DI RIDURRE L’OFFERTA DELLE CORSE. ERANO STATI ANNUNCIATI TRE CENTIMETRI DI NEVE, NE SONO CADUTI PIÙ DI DIECI” - IL TORMENTO DELL'INTERCITY REGGIO CALABRIA-TORINO: 27 ORE DI VIAGGIO!


     
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    1 - "MICIDIALE L'IMPRECISIONE DEL METEO CI HA IMPEDITO DI RIDURRE LE CORSE"

    Paolo Baroni per “la Stampa”

     

    Prima di tutto le scuse per il caos di lunedì e poi l'annuncio che a Roma verranno installati sistemi antigelo su tutti gli scambi. Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, la società delle Fs che gestisce la rete, ammette l'errore di valutazione, ma spiega che è stato fatto «in buona fede» a causa di previsioni meteo imprecise.

     

    MAURIZIO GENTILE MAURIZIO GENTILE

    La neve era annunciata, siete stati troppo imprudenti?

    «Innanzitutto a nome mio e di Rfi chiedo scusa a tutti i cittadini che hanno subito disagi. La nostra però non è stata una cattiva organizzazione: abbiamo infatti attivato per tempo il nostro piano "neve e gelo" in funzione della gravità dell' evento annunciato. Sapevamo che ci sarebbe stata una nevicata anche a Roma, ma di modestissima entità, con poco accumulo a terra ed in esaurimento nelle prime ore della mattina. Erano previsti 3 centimetri ma poi ne sono caduti 10-15 e, cosa ancora più importante, il fenomeno non si è esaurito alle 7 ma si è protratto sino alle 10 con una serie di effetti sulla nostra organizzazione che hanno prodotto i disagi che abbiamo visto».

    TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE 2 TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE 2

     

    Tutto questo gran caos solo per 10 cm di neve in più?

    «La previsione di appena 3 centimetri di neve ci ha portato in assoluta buona fede a commettere l' errore di non ridurre l'offerta dei treni. Poi quando la neve ha iniziato ad accumularsi e non smetteva di cadere avevamo i treni in giro che dovevano entrare a Roma. E quelli che dovevano uscire e non ci riuscivano, perché sono andati in tilt i deviatoi, che servono a instradare un treno da un binario all' altro e che nelle situazioni di crisi non sono tutti garantiti. Su 300, infatti, solo 150 sono riscaldati, gli altri sono puliti da squadre di operai. Ovviamente non possiamo mettere in campo 150 squadre, siamo organizzati per gruppi. Se cade troppa neve e lo scambio si blocca occorre andarlo a pulire, serve tempo e questo si riflette inevitabilmente sulla puntualità delle partenze».

     

    Colpa della Protezione civile, dunque? Il sindaco di Napoli ieri parlava di previsioni fuorvianti

    TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE

    «È vero, anche a Napoli ieri siamo andati in crisi. Ma oggettivamente su Napoli non c'era nessuna previsione di neve in città. Su Roma c'era ma era leggermente diversa. Non vorrei incolpare nessuno, perché comunque noi ci eravamo attivati, certo è che questa volta l' imprecisione è stata micidiale».

     

    Ma perché Termini è così poco attrezzata? Problemi di costi?

    «Più che altro sono le statistiche meteo a guidarci. Non è che a Roma non abbia mai nevicato, ma io ricordo la nevicata del '56, quella dell' 85 e quella del 2012. In pratica, come diciamo noi ingegneri, il tempo di ritorno di un evento eccezionale per quanto riguarda la neve a Roma è nell' ordine di 25 anni».

     

    TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE

    E dopo il 2012 aspettavate 25 anni per fare qualcosa?

    «Assolutamente no, quell'evento ci ha insegnato molto. Ci ha insegnato a potare gli alberi per evitare che cadano sulle linee come è accaduto sei anni fa, con effetti ben più gravi di quelli di lunedì, e ci ha fatto fare su Termini un primo investimento di 10 milioni per installare le 150 scaldiglie attive oggi. È vero che non coprono il 100% dei binari ma, a fronte di un' emergenza grave, bastano a garantire un'offerta ridotta».

     

    Quindi se lunedì aveste ridotto le corse

    «Non sarebbe successo nulla».

     

    Quando si torna alla normalità, domani?

    «Indicativamente sì. Per questa notte (ieri, ndr ) su Roma è ancora previsto un rischio-gelo che ci consiglia di limitare ancora un poco le corse».

     

    Ma giovedì torna il brutto.

    «Sì, ma al Nord».

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    E sul Nord stiamo tranquilli?

    «Sì, perché seguendo le statistiche meteo sono stati fatti molti più investimenti e sono molti di più gli impianti coperti con le scaldiglie. Ovviamente anche lì si attiverà il piano neve e a fronte di situazioni particolari ci saranno riduzioni dell'offerta».

     

    Sa che il prossimo è un week-end molto particolare, si vota

    «Me ne rendo perfettamente conto. Ma la giornata davvero critica dovrebbe essere quella di giovedì quando ci misureremo con una perturbazione atlantica che potrebbe produrre fenomeni di gelicidio, con la trasformazione istantanea della pioggia in ghiaccio che ha già creato problemi a dicembre».

     

    E questo 2018 cosa vi insegna?

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    «Che il presentarsi in maniera più frequente di fenomeni climatici magari brevi ma estremi rende necessario investire di più sul nodo di Roma per portarlo al livello di Milano. Tutti gli scambi dovranno essere riscaldati. Si tratta di un investimento per noi significativo, nell' ordine dei 100 milioni, ma che diventa assolutamente doveroso. La capitale non può più subire questo tipo di disservizi».

     

    2 - «NOI IN 27 ORE DALLA CALABRIA A TORINO: PEGGIO CHE NEGLI ANNI 60»

    Paolo Coccorese per il “Corriere della Sera”

     

    Osservata dal finestrino dell' Intercity Reggio Calabria-Torino, l' Italia «va all' incontrario». Al contrario? «È dagli anni Sessanta che facciamo su e giù in treno. I viaggi difficili sono stati tanti. Ma uno come quello dell' altro giorno no. Ventisette ore per arrivare a casa sono da denuncia. Siamo sbarcati sulla Luna. E basta un po' di neve a paralizzare un Paese».

     

    TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE

    Mezzanotte e 24 di martedì, binario 18 di Porta Nuova. Sulla banchina, ci sono cinque valigie e Antonino Nicolò, 73 anni, e Domenica Lombardo, 71. Marito e moglie. Dei trecento passeggeri saliti sul treno partito in Calabria sono gli unici arrivati al capolinea di questa odissea nell' Italia messa alle corde dal gelo. «Siamo rimasti otto ore fermi prima di Roma senza informazioni - raccontano -. Poi siamo ripartiti. Ma ci siamo subito fermati a Tiburtina».

     

    Per risalire la Penisola non è bastato un giorno intero. E con otto ore di ritardo accumulate l' Intercity è arrivato a notte fonda. In una stazione fantasma. «La prima cosa che ho fatto è stata avvisare mio figlio. Era venuto a prenderci, ma non riusciva a entrare.

     

    TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE

    Porta Nuova era chiusa e lui non capiva come raggiungerci. Quando ci hanno fatto uscire l' abbiamo visto protestare con i vigilantes. Dovete capirlo: non è una persona cattiva, ma era preoccupato».

    Ad aspettare Antonino e Domenica c' erano anche tre addetti di Trenitalia. Cappello e pettorina rossa. Pronti ad offrire, in caso di bisogno, un letto in hotel o un passaggio in taxi a quei viaggiatori che avevano perso la coincidenza per tornare a casa. «I nostri figli ci dicono da sempre che non dobbiamo più andare in Calabria con il treno. Alla nostra età, è troppo stancante.

     

    Ma vivendo solo con la mia pensione non possiamo prendere l' aereo», racconta Antonino. Ex operaio della Fiat, a Mirafiori. Pensione da 1.200 euro. E una vigna sull' Aspromonte da curare. «Avevamo trovato un' offerta per i biglietti. Il ritorno è costato 45 euro. Per quello ho deciso di accompagnarlo», aggiunge la moglie Domenica. Torinesi del Sud. Come tanti in questa città diventata grande negli anni Sessanta.

     

    NEVE E GELO IN ITALIA TRENO BLOCCATO DALLA NEVE jpeg NEVE E GELO IN ITALIA TRENO BLOCCATO DALLA NEVE jpeg

    «Ci siamo conosciuti da ragazzi - aggiunge il pensionato -. Io sono di Pavigliana (Reggio Calabria, ndr ). Lei era del paese a fianco. Poi nel '61 sono salito al Nord. Mi ricordo ancora quel giorno». Sulla Freccia del Sud, convoglio di legno e ferro con scompartimenti da otto posti, le valigie di cartone contenevano anche tante speranze nel futuro. «L' Italia va a due velocità. A sud di Roma, sembra un altro mondo. Come fanno negli altri Stati? Perché lì con la neve i treni non si fermano?», chiede Domenica. Che di viaggi ne ha fatti molti.

     

    Treni bloccati dalla nevicata Treni bloccati dalla nevicata

    Anche in condizioni meteo complicate. «Nel '94, quando ci fu l' alluvione, ero su un treno. Ci obbligarono ad arrivare a Novara. Passammo sui ponti ricoperti dall' acqua». Lunedì sono bastati il gelo e la neve a rovinare il ritorno a casa. «Avevamo una cuccetta. Un Intercity vecchio e malandato. Tutto arrugginito, il bagno quasi impraticabile». Un viaggio della vergogna ancora prima del ritardo. «Fino a pochi anni fa c' erano tanti treni che, passando dalla Liguria, collegavano Torino con la Calabria. Oggi li hanno tagliati quasi tutti».

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