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Guglielmo Buccheri per la Stampa
L' appaluso è globale, di tutti i colori e da tutte le latitudini. È Antonio Conte l' uomo della provvidenza: sua la firma sulla Premier League del Chelsea, sua la foto (anche sulla prima pagina del Times) più ammirata. «Ora anche la Fa Cup...», dice, nella notte e con il calice alzato, il tecnico delle storie a lieto fine.
Chissà se a lieto fine sarà anche la sua avventura a Londra: altri due anni di contratto onorati e arricchiti da altri successi. Chissà, perché ora la palla più delicata dovrà toccarla Roman Abramovich, patron campione d' Inghilterra, e per farlo servirà la giusta sensibilità per non rompere l' incantesimo.
Campagna d' Europa Di quale incantesimo si tratta? Conte ha già voltato pagina perché l' ec ct azzurro è fatto così: vincere e pensare al prossimo traguardo. Oltre alla finale di Fa Cup con l' Arsenal del 27 maggio, c' è una stagione, quella ventura, da programmare e che non può prescindere dalla caccia alla Champions League.
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Qui entra in gioco Abramovich, chiamato a ri-mettere mano alle casse del club per dare sostanza al nuovo progetto: il Chelsea preso da Conte è pressoché lo stesso Chelsea che il tecnico ha portato sulla vetta della Premier, con l' unica decisiva magia nella rivitalizzazione di ragazzi con le ruote sgonfie. Questo processo è andato bene una volta, ma non prevede bis: in Europa si arriva fino in fondo con il mercato come alleato. Rudiger per la difesa, Nainggolan in mezzo al campo, Lukaku e Morata là davanti e Perisic sulla corsia: la prima lista è fatta e, al netto di accorgimenti voluti o necessari, firmata dallo stesso allenatore primo della classe.
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«Antonio è il capo...» Conte chiama, Abramovich sembra, fortemente, interessato a rispondere. E, in questo quadro, il corteggiamento, serrato, dell' Inter al tecnico campione potrebbe solamente accelerare il rinnovo del contratto a cifre da capogiro fra il più bravo in Premier e il magnate russo. «Conte può costruire una dinastia a Londra.
Lui è il capo», dice Frank Lampard, insieme a Terry, l' icona, in ritiro, del calcio dei Blues.
Conte, il capo, a Londra ha vinto alla sua maniera. Avrebbe voluto farlo con la famiglia, la moglie Elisabetta e la figlia Vittoria, al fianco in ogni momento, ma non è stato possibile: moglie e figlia sono rimaste (per ora) a Torino. «Le ringrazio per i sacrifici fatti in questo anno, per cercare di farmi sentire sempre a casa nonostante la lontananza», ha scritto su Facebook Conte.
L' Inter rimane una tentazione, non potrebbe essere altrimenti: andare là, dove c' è da ripartire, è fin troppo familiare per chi come lui lo ha sempre fatto con successo. E l' Inter non si è rassegnata: il contratto da cinque anni è pronto, i pieni poteri anche, come la libertà di crearsi uno staff dove troverebbe, fra l' altro, l' amico Lele Oriali, suo fedelissimo nell' avventura agli Europei con l' Italia.
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Come finirà, è presto per dirlo. Ma la sensazione è che Conte decida di rimanere re d' oltremanica.
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