Estratto dell’articolo di Ernesto Assante per “la Repubblica”
A SORT OF HOMECOMING
Come si può raccontare la storia di una delle più grandi band musicali senza cedere alle lusinghe dell'autocelebrazione? Facendo come hanno fatto gli U2 in “A sort of homecoming”, docufilm visibile sulla piattaforma Disney+. Ovvero mettendo insieme l'idea di un concerto (e di un disco) in cui tutta la musica per la quale si è diventati celebri, amati e importanti, viene demolita e ricostruita.
THE EDGE DAVID LETTERMAN BONO U2 3
Proponendo tutti i brani che il pubblico conosce a memoria in una forma che non li tradisce ma li trasforma. Mettendo insieme pezzi fondamentali della storia, compresi tanti filmati d'epoca, non come medaglie al valore di una lunga e gloriosa battaglia, ma come tappe assurdamente naturali di un percorso di per se incredibile.
THE EDGE DAVID LETTERMAN BONO A SORT OF HOMECOMING
Trasformando una leggenda in un gioco di rimandi, specchi, sorprese, piccole e grandi, senza enfasi né presunzione. È per evitare che tutto, nonostante le migliori intenzioni, si trasformi comunque in un'autocelebrazione (come siamo stati bravi, belli, fortunati, unici, geniali...) invitare David Letterman non solo a intervistare e chiacchierare con Bono e The Edge, ma anche a spezzare il racconto con una storia parallela e 'inutile', quella del viaggio di Letterman in Irlanda e a Dublino, con tutto quello che ne consegue.
A SORT OF HOMECOMING
Il risultato è delizioso, perché c'è una montagna di musica, c'è tutta la storia, ci sono gli U2 dell'altro ieri, di ieri e di oggi, ci sono parole e immagini che sono in grado di far contenti ogni possibile fan del gruppo irlandese, e poi c'è Letterman, che ci fa ridere e sorridere, che non c'entra nulla con il resto del racconto, che sembra fare dei siparietti insensati, ma che proprio per questo motivo riconduce sempre tutto alla normalità. […]
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