DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Tonia Mastrobuoni per repubblica.it - Estratti
Il governo di Olaf Scholz va ufficialmente a casa: la maggioranza del Bundestag ha votato la sfiducia al cancelliere. E il dibattito che è si svolto a partire dall’una, nella plenaria, sotto la cupola trasparente del Reichstag, ha già assunto i toni di una rissa pre-elettorale.
Il leader socialdemocratico si è scagliato a testa bassa contro il suo ex ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, accusandolo di “sabotaggio” verso l’azione di governo. A difenderlo è intervenuto subito dopo il capo dell’opposizione e leader dei cristianodemocratici, Friedrich Merz, definendo l’aggressione di Scholz “una vergogna”. Merz ha definito anche “vergognosa” la politica europea del cancelliere uscente. E ha preso in giro la sua proposta di tagliare l’Iva dal 7 al 5% sui beni alimentari: “sono 6 centesimi per due etti e mezzo di burro: le famiglie saranno felici”, ha aggiunto sarcastico. E qualche stoccata è partita da Merz anche in direzione del ministro uscente dell’Economia e leader dei Verdi, Robert Habeck. Ma sono schermaglie.
Il punto della giornata di oggi, per Scholz, era incassare la bocciatura dal Bundestag per chiedere al presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, di indire nuove elezioni. E verso le quattro e mezza del pomeriggio, dopo la chiamata nominale dei parlamentari del Bundestag, è arrivata la conferma: 207 hanno confermato la fiducia al cancelliere, 394 hanno votato contro, 116 si sono astenuti. Ed è probabile che tra gli astenuti ci siano anche i Verdi: per scongiurare l’eventuale tentativo dell’ultradestra Afd di sabotare la giornata votando a favore di Scholz, il suo partner di governo aveva annunciato l’astensione per essere certo che il cancelliere venisse bocciato.
Scholz doveva garantirsi la bocciatura per far cadere il suo esecutivo perché sarà l’unico modo per chiedere lo scioglimento del Bundestag, la Camera bassa del Parlamento tedesco, al presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier. La data per le elezioni anticipate fissata al 23 febbraio, è stata già concordata dalla Spd insieme al maggiore partito d’opposizione, la Cdu.
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