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    NON PER GIOCO - GLI AMERICANI DI “ACTIVISION BLIZZARD”, CHE PRODUCE IL VIDEOGAME “CALL OF DUTY”, CON 5,5 MILIARDI DI EURO COMPRANO DALL’ITALIANA “KING” IL GIOCO “CANDY CRUSH”, CHE VANTA 330 MILIONI DI UTENTI UNICI AL MESE


     
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    Filippo Santelli per “la Repubblica”

     

    CANDY CRUSH CANDY CRUSH

    Chi compra sono i creatori di Call of Duty , lo sparatutto di guerra adorato dai più accaniti videogiocatori da console. Chi viene comprato è la società di Candy Crush , il Tetris delle caramelle, il più celebre tra i giochetti per smartphone con cui si riempiono i tempi morti sul bus. Come un Premio Pulitzer e un Harmony, per buttarla in letteratura. Solo che gli americani di Activision Blizzard, quelli dei videogiochi capolavoro, hanno offerto la bellezza di 5,9 miliardi di dollari, circa 5,5 miliardi di euro, per papparsi i confetti di King e i suoi 330 milioni di utenti unici al mese: la più grande acquisizione recente nel settore.

     

    E i vertici della società basata a Londra, ma cofondata e guidata dall’italiano Riccardo Zacconi, hanno detto “sì”. La prossima primavera, ottenuto il via libera di azionisti e autorità antitrust, King uscirà dopo appena due anni dalla Borsa di New York e confluirà nel colosso globale dell’intrattenimento.

    Riccardo Zacconi Riccardo Zacconi

     

    «Metteremo insieme la nostra esperienza nei giochi per mobile con la capacità di Activision di creare nuovi titoli e renderli best-seller seriali», spiega il senso dell’accordo, dagli Usa, Zacconi. Activision ha un lungo catalogo di avventure per Pc e console, il grosso del mercato mondiale dei videogiochi, 90 miliardi di dollari. Ma ha mancato il treno dei “free-to-play”, le app che gli utenti scaricano gratis su telefoni e tablet, salvo poi spendere per vite e bonus speciali.

     

    Quello su cui King ha costruito le proprie fortune e che in un anno è cresciuto del 20%: «Abbiamo una grande competenza in questo segmento - continua Zacconi - metriche e strumenti avanzati con cui profiliamo gli utenti, offriamo loro prodotti a pagamento e calcoliamo i ritorni di ogni gioco».

     

    RICCARDO ZACCONI RICCARDO ZACCONI

    Così Activision ha messo sul piatto un’offerta di 18 dollari per azione. Meno dei 22 a cui King si era quotata nel 2014. Ma del 16% più alta rispetto al prezzo di chiusura di lunedì sera, e tutta cash.

     

    Forse troppo, secondo alcuni analisti. Anche se ieri a Wall Street il titolo di Activision ha chiuso in rialzo, la valutazione riconosciuta a King vale sei volte e mezzo il suo margine operativo. Fondata nel 2003 da Zacconi e sei soci europei, la startup è cresciuta sviluppando giochi su Facebook e poi esplosa con le app di Candy Crush, che dal 2011 a oggi sono stabilmente tra le più scaricate dei vari store digitali.

     

    Noriega call of duty Noriega call of duty

    Ma proprio come i suoi concorrenti, Zynga (Farmville) e Rovio ( Angry Birds ), non ha ancora del tutto convinto di poter andare oltre quel primo, grande successo. Le altre serie, da Bubble Witch a Farm Heroes , non hanno replicato gli stessi numeri. Profitti e utili sono in calo da diversi mesi. E nonostante un margine operativo notevole, attorno al 40%, i conti trimestrali che verranno pubblicati oggi dovrebbero essere i peggiori della sua storia recente.

    CALL OF DUTY BLACK OPS II UPRISING - MAPPA ENCORE CALL OF DUTY BLACK OPS II UPRISING - MAPPA ENCORE

     

    Zacconi è convinto di avere la ricetta giusta. «Proseguiremo con i nostri titoli casual più forti, proponendo dei sequel, e lanciandone di nuovi. Ma ci stiamo anche espandendo a generi diversi, per monetizzare di più sugli utenti maschi». Il 60% dei giocatori delle app King sono infatti donne, percentuale ancora più alta tra gli utenti paganti. Mentre molti dei titoli Activision, dalla guerra ai giochi di ruolo, guardano proprio all’universo maschile. Potrebbe essere proprio King a portarli su mobile.

     

    ACTIVISION BLIZZARD ACTIVISION BLIZZARD

    La società, che ieri in Borsa è volata verso i 18 dollari dell’offerta, verrà gestita in autonomia e Zacconi ha un accordo «di lungo periodo » per rimanere al vertice. Di certo, un’azienda europea leader nel suo campo finisce in pancia a una concorrente Usa. Solo nel 2014 aveva conquistato Wall Street, valutata 7 miliardi. Ora ne esce, un po’ ridimensionata: «Io devo fare quello che ha senso per competere nel lungo periodo - risponde Zacconi questo accordo ci mette in una posizione di forza a livello globale».

     

     

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