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    AD ARCIERE HANNO SPUNTATO LE FRECCE – È FINITO SOTTO INCHIESTA RICCARDO RAVERA, 60 ANNI, COLONNA DEL GRUPPO DEI ROS CHE ARRESTÒ TOTÒ RIINA: DAL 2012 È IN PENSIONE E ORA È ACCUSATO DI AVER EFFETTUATO INTERCETTAZIONI ABUSIVE E DI AVER PAGATO 30MILA EURO UNA “PROFESSIONISTA CAPACE DI CREARE SITUAZIONI IMBARAZZANTI”. IL TUTTO PER FAR CADERE IN TRAPPOLA MANAGER DI GRANDI AZIENDE E FAVORIRE I LORO COMPETITOR – LE ACCUSE SONO DI CORRUZIONE E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, MA LUI SI DIFENDE DICENDO CHE…


     
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    Estratto dell’articolo di Giuseppe Legato per “la Stampa”

     

    Riccardo Ravera detto arciere Riccardo Ravera detto arciere

    Chi lo ricorda ne ha memoria per il soprannome più che per le generalità.

    Messo così, Riccardo Ravera, 60 anni, residente a Cantalupa nel Torinese, dice poco a molti. Di più - tanto di più - racconta il suo alias di battaglia che è «Arciere» diventato leggenda delle cronache quando si disvelò come colonna della squadra «Crimor», gruppo speciale del Ros dei carabinieri di Roma alle dipendenze del capitano Ultimo, che mise le manette al super-ricercato Totò Riina, il sanguinario capo dei Corleonesi.

     

    I fasti del passato sono lontani. Dal 2012, Ravera è in pensione, è diventato consulente di società di investigazione privata o almeno così giura lui, che al telefono non rilascia dichiarazioni ma si limita a dirsi «infuriato» per le ultime accuse che la procura di Torino gli ha notificato nelle scorse ore.

    Contestazioni pesanti.

     

    Corruzione, associazione per delinquere finalizzata alle interferenze illecite nella vita privata di dirigenti di multinazionali italiane come Kerakoll, accessi abusivi ai sistemi informatici, esercizio abusivo della professione. Le 15 pagine firmate dai pm di Torino Gianfranco Colace e Giovanni Caspani raccontano una rete in cui Arciere che per i pm è amministratore di fatto di due società di investigazione intestate a terzi, è il capo, «il promotore» precisano agli atti.

     

    Riccardo Ravera detto arciere arresto di toto riina Riccardo Ravera detto arciere arresto di toto riina

    Di presunti spionaggi industriali, di tranelli per screditare manager rampanti, di richieste (fatte a carabinieri ancora in servizio) di annullare multe per lo stewardaggio del concerto di Tiziano Ferro a Torino del 21 giugno 2017. In mezzo, biglietti gratis per i grandi eventi, presunte raccomandazioni ai vertici dei Servizi segreti. E chi più ne ha, più ne metta.

     

    Nella vicenda madre è indagato - in concorso con Ravera - Andrea Remotti già ad di Kerakoll fino al novembre 2022, ma anche Emilia e Fabio Sghedoni attuali vertici del colosso delle malte e dei collanti con sede a Sassuolo. In due occasioni Remotti prima - «per screditare il dirigente Enrico Abbati diretto concorrente di Remotti per il ruolo di Dg dell'azienda» - e gli Sghedoni poi, avrebbero «commissionato a Ravera», più precisamente alla Mr Security (per la procura riconducibile all'ex maresciallo) di registrare in violazione di legge incontri e riunioni aziendali tenuti nella sala riunioni dell'Hotel Mh di Piacenza.

    Riccardo Ravera Riccardo Ravera

     

    Per screditare Abbati, sarebbe stato organizzato un incontro tra il dirigente e Emilia Widerska, assistente per il referente Kerakoll in Polonia definita dalla procura «professionista capace di creare situazioni imbarazzanti» al costo di 30 mila euro mensili.

     

    Un intreccio di spie e interessi societari che avrebbe portato Ravera e i suoi collaboratori a registrare «violando la sfera privata» incontri tra Kerakoll e due alti manager del gigante Mapei, il direttore vendite in Italia Ernesto Erali e il direttore commerciale Alessandro Locatelli (estranei all'inchiesta cosi come il loro datore di lavoro) ma anche l'attuale numero uno del Verona Maurizio Setti (non indagato in questo procedimento, ma per una sospetta maxi-frode fiscale) a proposito di una possibile (a lui) cessione del Modena calcio di cui Remotti era presidente nel 2019.

    Riccardo Ravera Riccardo Ravera

     

    Il «pallone» c'entra anche con un altro fatto contestato, stavolta a Pinuccio Calvi, anche lui nella Crimor con il soprannome di «Vichingo». Sarebbe stato quest'ultimo, in servizio al comando provinciale dei carabinieri di Alessandria, a presentare Ravera a Remotti. E, per Remotti, avrebbe fatto accesso a sistemi informatici secretati.

     

    […] la procura contesti al gruppo Ravera di aver effettuato inquietanti tentativi di accesso ai dispositivi del tenente colonnello Luigi Isacchini, a capo della polizia giudiziaria della procura di Torino e del brigadiere Mario Sechi delegati all'indagine in oggetto. Dalle difese degli imputati fanno notare come quest'inchiesta - nella parte relativa ai sequestri di cellulari e pc - abbia già visto 14 diverse pronunce di Riesame e Cassazione di annullamento dei provvedimenti su diversi indagati per vizio di motivazione. Alle persone a lui vicine, Arciere ha giurato di non aver mai utilizzato escort per screditare alcuno. Parla di pedinamenti regolari.

     

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    E sulle registrazioni dei dirigenti Kerakoll avrebbe detto che gli apparecchi per documentare gli incontri sarebbero stati consegnati alla dottoressa Sghedoni non violando dunque le regole sulle intercettazioni. […]

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