Mirko Graziano per il "Corriere della Sera"
adani
Tempo fa, Roberto Mancini chiese a Daniele Adani di seguirlo all'Inter come collaboratore tecnico. Lele rifiutò e decise di continuare a raccontare e spiegare calcio in tv. Da allora, il Mancio ha portato l'Italia sul tetto d'Europa, mentre Adani ha «rotto» con Sky, ma resta un «opinionista in missione», ispirato dalla rivoluzione manciniana.
Daniele Adani, cosa è successo fra giugno e luglio?
«Mancini ha salvato il calcio italiano».
Addirittura?
LELE ADANI
«È l'uomo che ha indirizzato definitivamente il nostro movimento, è il tecnico della svolta. Prima della bacheca, ha riempito il cuore degli italiani. Vi ricordate da dove partivamo? È cambiata tutta la prospettiva. Il mondo si è accorto che anche l'Italia sa vincere giocando bene. Abbiamo nei secoli esportato l'idea di bellezza in tutto il pianeta, non si capisce perché non dovremmo farlo nel calcio...».
Non è un rischio andare contro la tradizione?
«Non siamo sempre stati una cosa sola noi italiani. Così come non sono sempre stati gli stessi Spagna, Germania, Francia, Inghilterra, e anche Argentina e Brasile. Il calcio corre, si evolve, vive di continui cambiamenti e chi fa il nostro lavoro deve registrarli, deve sapere interpretarli, viverli e restituirli alle persone che ci ascoltano e che ci danno fiducia».
Non tutti saranno d'accordo...
adani linus
«Ma io non vivo per il consenso, non faccio il politico. Il dibattito è l'essenza della comunicazione. Lasciamoci guidare dalla verità del campo. Verifichiamo la fattibilità delle tante idee che girano e poi appassioniamoci e dibattiamo pure quanto vogliamo. Il calcio italiano può vivere di entusiasmo legato a un'idea, al coraggio, al bello. A Wembley, ho visto Chiellini e Bonucci che si scambiavano la palla al 117' nella metà campo avversaria, con Kane preso in mezzo. Dopo Mancini, secondo me, non si deve più tornare indietro».
Saliou Lassissi lele adani
Si è sentito con il c.t. durante l'Europeo?
«Sì, il nostro rapporto si è definitivamente consolidato in amicizia e confidenza. Al di là del tecnico, Mancini uomo è un fuoriclasse. Sul campo, poi, ha cercato solo qualità e proposta. Non a caso Jorginho è stato l'elemento chiave, e proprio in nome della tecnica Roberto ha aspettato Verratti fino all'ultimo. Non ha poi mai avuto paura di imporre giocatori del Sassuolo: ne ha convocati tre, cosa mai vista. E non è andato dietro alle solite parole vuote del blocco di una squadra o di un'altra: ha scelto uomini veri, qualità e proposta, a prescindere che arrivassero da Gasperini, Juric, Sarri, Conte, De Zerbi o Gattuso».
Ora cosa si aspetta Adani?
«Che il movimento colga il cambiamento. A cominciare dalle nazionali giovanili, che mi auguro possano finalmente trovare nella Nazionale maggiore il calcio da seguire. E poi sì, la serie A: sarà un campionato interessante. Anche se abbiamo perso De Zerbi, il nostro giovane tecnico più importante. Perlomeno, ritroviamo Sarri e Spalletti.
E Allegri?
adani
«Max torna in un posto che conosce, riprende in mano il progetto che ha contribuito a far diventare grande. Ha esperienza, conoscenza, sa scegliere i calciatori, è un tecnico scaltro e sono certo che in questi due anni avrà incamerato nuove idee...».
Nuove idee? Una frecciatina? Lei con Allegri ebbe un forte contraddittorio a livello di filosofia di gioco, su Sky.
allegri
«L'opinione deve essere forte, chiara, deve interessare, come quella volta con Max: non possiamo giocare in ogni caso per lo zero a zero. Nessuna provocazione dunque. Guardiola da sempre, poi Flick, Tuchel recentemente e appunto Mancini hanno mostrato la via: si vince e si conquista la gente - soprattutto i giovani - attaccando, imponendosi con coraggio, credendo nel talento. E la rosa della Juve sarà certamente di valore alla fine di questo mercato...».
ROBERTO MANCINI E CIRO IMMOBILE
E la rottura con Sky? Dove la rivedremo?
«Ci sono state chiacchierate con altre realtà della comunicazione italiana. Presto deciderò. Di certo, la passione non si è mai spenta, nonostante certe prese di posizione nei miei confronti».
Nel frattempo, gli appassionati continueranno ad ascoltarla sulla Bobo tv.
«È la nuova comunicazione. Garantiamo libertà intellettuale e competenza. Intercettiamo anche il modo con cui i giovani di oggi vivono e usufruiscono di questo meraviglioso sport».
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