Vittorio Feltri per Libero Quotidiano
«Alle cinque della sera, in una piazza di Matera, da una 1100 lusso, scende Giovannino Russo, inviato del Corriere della Sera, però che carriera».
GIOVANNINO RUSSO
Questi versi spiritosi furono dedicati da Ennio Flaiano, grande uomo di cultura letteraria (Tempo di uccidere, splendido e premiatissimo romanzo, fu scritto da lui nell' immediato dopoguerra) al giornalista morto ieri in età avanzata ma ancora lucido e pronto alla battuta. Lavorai molti anni con Russo in via Solferino 28 e ebbi l' opportunità di ammirarlo. Era un uomo colto e disponibile a vergare pezzi di ogni tipo, come usavano fare gli articolisti di una volta.
Quando all' inizio degli anni Ottanta, in pieno scandalo P2, il quotidiano della borghesia milanese e italiana, rimase senza notista politico, il vicedirettore dell' epoca, Gaspare Barbiellini Amidei, gli affidò il compito di raccontare le vicende del Palazzo. Giovannino non si tirò indietro e produsse una serie di cronache puntuali e precise suscitando l' ammirazione di tutti noi peones. La vita professionale del vecchio prodigio lucano (ma era nato a Salerno) fu lunga e prolifica.
WALTER PEDULLA GIOVANNINO RUSSO
Pubblicò vari libri di successo, poi si ritirò perché personaggi così, di alto lignaggio, a un certo punto infastidirono i giovani redattori rampanti. A lui piaceva essere considerato ciò che era: una firma illustre. Oggi non è più di moda esserlo e nessuno ha la voglia e il talento per diventarlo.
Russo, al contrario, ha sempre volato alto, un meridionalista non banale né sciatto. Era un fuoriclasse, e sapere che è morto mi fa male al cuore. Credo che anche i suoi antichi lettori siano addolorati.
MARCELLINO RADOGNA GIOVANNINO RUSSO ALDO CAZZULLO GIOVANNINO RUSSO