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ADDIO A CARLO GIOVANNELLI PRINCIPE DEI SALOTTI ROMANI
ERA NATO IL 14 GENNAIO 1942. NEL 1966 AVEVA SPOSATO LA FIGLIA DI GUGLIELMO MARCONI
Iltempo.it
palombelli e giovanelli
Di lui Roberto Gervaso diceva: "Non c’è party, non c’è cocktail, non c’è ballo, classico o mascherato, non c’è concerto, anteprima, vernissage, matrimonio, funerale, battesimo, che non lo veda in prima fila, ma anche dietro le quinte con il garbo del gran signore". Ebbene sì, era un gran signore il principe Carlo Giovannelli, discendente della famiglia Giovanelli, morto oggi all'età di 74 anni.
Era nato a Roma il 14 gennaio 1942. Figlio di Giuseppe Giovannelli e Franca Giulia, nel 1966 aveva sposato Elettra Maria Elena Anna, figlia di Guglielmo Marconi.
I funerali si svolgeranno mercoledì mattina alle ore 11 presso la basilica di San Carlo al Corso (via del Corso, 437).
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Carlo Giovanelli
CARLO GIOVANELLI
Già il fatto di essere nato nel 1942 a Roma, in Via Veneto, nel cuore della dolce vita romana, può essere considerato il primo segno del suo destino. Il Principe Carlo Giovanelli, maratoneta della vita mondana, che conduce con garbo ed ironia, proviene da un nobile casato, risalente ai primi del 1200. Nelle righe della storia di questa celebre famiglia si annoverano Gualtiero, che ha combattuto con Carlo V, Federico Maria Giovanelli Patriarca di Venezia, un Procuratore di San Marco, oltre a due celebri papi, Innocenzo Odescalchi e papa Albani.
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E quando la nobiltà italiana si fa sentire e si accende tra serate di gala, party ed eventi mondani, non può di certo mancare il Principe Carlo Giovanelli. Presenzialista, divertente e divertito di tutto ciò che accade nella nostra società, il Principe, con un passato anche da attore al fianco di Alberto Sordi, si muove abitualmente tra Costa Smeralda d’estate, Cortina d’inverno e Roma e Milano tutto l’anno, ma tra un evento e l’altro dei suoi amici Vip, ama anche la tranquillità della propria casa, concedendosi la lettura di un buon libro.
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3. MAI VISTO IL PORTAFOGLIO
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da Panorama: Secondo il principe Carlo Giovanelli, che sostiene orgoglioso di «non pagare quasi mai» saper approfittare di un invito è invece questione d'onore: «Più un ospite è importante e prestigioso, meno è schiavo del dio denaro, perché invitarlo dà lustro». E non gli è difficile elencare lo stuolo di fan che lo bramano a tavola: pare non ci sia un ristoratore che, al momento del conto, non dica la fatidica frase «principe, le cena gliela offriamo noi». «Del resto, come ospite, costo poco, non bevo nemmeno il vino. Anche nei locali notturni mi offrono sempre i cocktail. Purtroppo sono astemio».
carlo giovanelli
4. LA NONNA DEL SIGNORE DELLE FESTE
Chiara Beria di Argentine per La Stampa
La finestra da cui mi sono sempre affacciato per osservare il mondo è quella di un palazzo signorile». A leggere questa frase mi è venuto in mente Alberto Sordi in una delle sue indimenticabili interpretazioni: un signorino azzimato che, affacciato a quel palazzo, si becca dalla strada una sonora pernacchia. Premesso che, in tempi così angoscianti, finora ci è ancora concesso sorridere, l’autore di quella frase, il principe (tiene assai al suo titolo!) Carlo Giovanelli, nel suo nobil genere è un personaggio tanto cortesemente ingenuo quanto singolare.
elettra marconi al matrimonio del figlio guglielmo giovanelli Carlo Giovanelli
Dieci anni prima che le piazze si riempissero di quei giovani che s’illudevano di portare l’immaginazione al potere, il 6 dicembre 1958 (data per lui «Memorabile») Giovanelli, a soli 16 anni, indossava per la prima volta il frac per danzare (la quadriglia!) al ballo offerto nel suo megapalazzo accanto al Quirinale dalla principessa Pallavicini, inflessibile dama dell’aristocrazia papalina, per il debutto della figlia Maria Camilla.
Da quel lontano giorno, di decennio in decennio, Carlo Giovanelli, più folletto che dandy, ex marito di Elettra, la figlia di Guglielmo Marconi, non si è mai risparmiato un solo evento aristo-benefico-mondano («E’ la nostra duchessa d’Alba», copyright della scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti) fino a diventare uno di quei surreali esperti in etichetta&dinastie invitati nei talk show per commentare real matrimoni che tanto piacciono in una Repubblica che ha incoronato via televoto un Savoia, Emanuele Filiberto, miglior ballerino. Viste le premesse, il libro scritto da Carlo Giovanelli usando i diari di sua nonna Marianna («Il Debuttante», editore Marietti) non era in cima ai miei pensieri; eppure, a parte certe sue nostalgie monarchiche, è una interessante testimonianza sul tramonto di una casta.
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CARLO GIOVANELLI CON ELSA MARTINELLI FOTO ANDREA ARRIGA
«Il primo nemico di una grande casata», dice il principe, «sono proprio i discendenti quando permettono che il loro caotico presente si divori l’ordinato passato». Ovviamente al giorno d’oggi le casate sono quelle dei danée che spesso, notava lo storico Giorgio Rumi, non durano neanche una generazione. Dal XIII secolo la storia dei Giovanelli - originari di Gandino nella bergamasca, ora contea leghista - è quella di una stirpe potente (secondo una leggenda il bisnonno Giuseppe viaggiando da Bergamo a Venezia attraversava solo suoi possedimenti) e assai munifica. Il nonno Alberto, sposo di Marianna Serego Alighieri (discendente di Dante) possedeva una delle quadrerie private più importanti d’Europa (tra tante eccelse opere anche «La Tempesta» del Giorgione); e nel 1897, a Venezia, fondò la Galleria Internazionale d’Arte Moderna. Belle Époque: i principi Giovanelli fanno una gran vita.
CARLO GIOVANELLI E ANTONELLA MATARRESE jpeg
Eletto parlamentare in Veneto, Alberto, per assecondare l’amatissima e capricciosa Marianna, si trasferisce a Roma dove affitta Palazzo del Drago (a una loro festa si conosceranno Edda Mussolini e Galeazzo Ciano). Eleganti toilettes, supergioielli, Marianna, assai vicina al principe di Piemonte e stimata dalla regina Elena, diventa dama di Palazzo. La Grande Crisi del 1929 travolge i Giovanelli. «Investimenti sbagliati, crolli azionari, crisi del tessile. Una fortuna immensa andò in fumo», ricorda Carlo.
carlo giovanelli
«A squali di ogni genere bastò poco per fagocitare tutto quanto e quando non fecero loro ci pensò lo Stato con le sue tasse e soprattasse per mora». Svaniti terre e palazzi i Giovanelli cercano di vendere al meglio all’estero «La Tempesta»; Mussolini si oppone e la fa comprare dallo Stato per 5 milioni. «Servirono a coprire le spese per un accettabile tenore di vita di nonna Marianna che, senza un minimo di lusso, non avrebbe mai potuto sopravvivere».
Massimo Gargia e Princie Carlo Giovanelli
Fine di quel mondo; tempo di altre caste, corti e cortigiani. Dopo il tracollo, Alberto si trasferisce in un appartamento «borghese» ai Parioli. Marianna, attorniata da bauli e ricordi («Non ero forse la prima dama dell’aristocrazia italiana?»), vivrà in una stanza dell’hotel Plaza. Sola distrazione: un film, al cinema Quirinetta. Morirà nel 1953, quando i Savoia erano già da anni in esilio.
FUNERALE MARIO PIZZI PRINCIPE GIOVANELLI UMBERTO PIZZI MARISELA FEDERICI CORRADO FERRANTE CARLO GIOVANELLI VALERIA MARINI FOTO ANDREA ARRIGA
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