• Dagospia

    1- ADDIO NAGEL, UN LIGRESTI NON AFFONDA DA SOLO: LA FINE DI UN SEDICENTE SALOTTO BUONO CHE SOMIGLIA SEMPRE PIÙ A UN TAVOLO DA POKER, SEMPRE A CACCIA DI NUOVI POLLI DA SPENNARE (L’ULTIMO SARÀ UNIPOL?). SALVARSI DAI DEBITI (E DALL’AVIDITÀ) DEI LIGRESTOS È UN BAGNO DI SANGUE CHE STA TRAVOLGENDO LE MISERIE ITALICHE 2- IN PIAZZETTA CUCCIA NAGEL NON SAPEVA DI CHI FOSSE QUEL 20% DI PREMAFIN PARCHEGGIATO AI CARAIBI E PRIMA CHE IL GRANDE PROTETTORE SILVIO BANANONI PERDESSE PALAZZO CHIGI, PUR SI SALVARE I LIGRESTOS SI STAVA APRENDO LE PORTE A A BOLLORE’ DI GROUPAMA SU FONSAI. TANTO A MEDIOBANCA, CHE HA PRESTATO OLTRE UN MILIARDO A DON SALVATORE, È SEMPRE IMPORTATA UNA COSA SOLA: CHE QUEL PACCHETTO DI AZIONI RCS E GENERALI AFFIDATO AL COSTRUTTORE DI PATERNÒ FOSSE AMMINISTRATO SECONDO I DETTAMI DELLA CASA. E DEI SUOI PADRINI POLITICI DI TURNO


     
    Guarda la fotogallery

    a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS

    PIAZZETTA CUCCIA PIAZZETTA CUCCIA

    1- UN LIGRESTI NON AFFONDA DA SOLO
    Guai penali, guai con la Consob, maxi-prestiti a rischio e un sedicente salotto buono che somiglia sempre più a un tavolo da poker, sempre a caccia di nuovi polli da spennare (l'ultimo sarà Unipol?). Salvarsi dai debiti (e dall'avidità) dei Ligrestos è un bagno di sangue per Medio-sbanca e il sistemino che ha tenuto loro bordone per anni.

    silvio berlusconi E CRAXIsilvio berlusconi E CRAXI

    In piazzetta Cuccia non sapevano di chi fosse quel 20% di Premafin parcheggiato ai Caraibi e prima che il Grande Protettore Silvio Bananoni (succeduto al Grande Mallevatore Bottino Craxi) perdesse Palazzo Chigi, pur si salvare i Ligrestos si stava aprendo le porte a un massiccio intervento dei francesi di Groupama su Fonsai.

    Tanto a Mediobanca, che ha prestato oltre un miliardo a don Salvatore, è sempre importata una cosa sola: che quel pacchetto di azioni Rcs e Generali affidato al costruttore di Paternò fosse amministrato secondo i dettami della Casa. E dei suoi padrini politici di turno.

    ALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTI

    Su Repubblica, Massimo Giannini scaraventa due pagine durissime (pp. 8-9) sulla partita che toglie il sonno a Nego Nagel e compagnia. "L'ultima battaglia su Mediobanca. Consob in campo contro Bollorè e per sciogliere il nodo dell'Opa Fonsai. Vegas vuole decidere anche senza la lettera Nagel-Ligresti", quella che l'ad di Mediobanca dice di aver firmato "per presa d'atto", manco fosse una raccomandata.

    La Consob ha appena spedito ai pm di Milano un edificante rapporto sul tentativo del 2009 di puntellare i Ligrestos con un ingresso pesante e "privilegiato" (alla faccia dei piccoli azionisti) di Groupama, colosso francese delle assicurazioni. "Un testo di 63 cartelle, più 23 pagine di allegati, firmato dal presidente Vegas è stato appena consegnato ai magistrati.

    FAMIGLIA LIGRESTIFAMIGLIA LIGRESTI

    L'obiettivo dei francesi è entrare nel tempio della finanza italiana e nella filiera Generali-Unicredit-Rcs-Telecom. Gli incontri di Bollorè: prima con Azema, poi Jonella, quindi Profumo al quale ha presentato un documento dove si delineava l'operazione Groupama". La Consob: "E' ragionevole concludere che Vincent Bollorè abbia posto in essere una manipolazione del mercato delle azioni Premafin".

    CARLO CIMBRICARLO CIMBRI

    Insomma, un altro pesante fronte giudiziario rischia di aprirsi su Mediobanca, trascinata nel gorgo dai Ligrestos. Nuovi avvisi di garanzia in piazzetta Cuccia?
    Commovente la risposta del Corriere: pezzo sul "summit delle banche" per gestire il 30% di inoptato della fusione con Unipol (p. 6) e lungo, affettuoso ricordo di Massimo Pini, l'ambasciatore dei Ligrestos in Rizzoli-Corriere della Sera ("Muore Pini, dall'Iri di Carxi fino a consigliere di Ligresti", p. 16).

    2- LA GUERRA COMBATTUTA CON ALTRI MEZZI
    Sovranità di carta, schermaglie di carta. Tanto la guerra vera la combattono le banche centrali, incamerando la liquidità altrui. Prima pagina surreale sul Corriere e non solo. "Monti teme i toni antitedeschi. Il premier e le rivalità in Europa: ora più flessibilità. ‘In carica fino al 2013 per scongiurare la rovina finanziaria'" (Corriere delle banche imbottite di Btp, p. 1).

    VINCENT BOLLOREVINCENT BOLLORE

    Messaggero: "Monti: appello a Berlino: Merkel sia più flessibile. ‘Preoccupato per il risentimento anti-tedesco in Italia" (p. 2). "Roma-Berlino, sospetti incrociati e per i falchi contrari agli aiuti Draghi ridiventa ‘l'italiano'. Buba, Csu e stampa attaccano il nostro Paese. Sale la tensione tra i due Paesi. La Germania teme l'isolamento attraverso la Bce" (Repubblica, p. 3).

    "La Merkel ci vuole comprare. Ma noi possiamo difenderci. Riducendo il nostro debito pubblico sotto il 100% del Pil in cinque anni si può impedire alla Germania di mettere le mani sui ‘gioielli' di Stato" (Giornale, p. 7)

    Cesare GeronziCesare Geronzi

    3- GOVERNARE CON IL TERRORE
    Ok, il Rigor Montis ci salverà dalla rovina, con le sue ricette di destra che tanto piacciono al centrosinistra (più tasse e più "flessibilità") , ma non sarà una passeggiata e quindi tutti buoni e con le dita incrociate. "L'agosto senza rete di Italia e Spagna. Pochi bond in scadenza, poi si spera in Bce. Molti ancora i punti da chiarire nell'intervento congiunto tra Banca centrale europea e fondo salva-Stati. Il tempo per disporre la difesa anti-spread c'è: fino a settembre il fabbisogno di titoli di Stato è limitato. La maggior parte del rinnovi riguarda il breve periodo per il quale scatterà l'operazione Draghi" (Repubblica, p. 4).

    MASSIMO PINIMASSIMO PINI

    Poi passa il beato ministro Andrea Riccardi di Sant'Egidio, che ci indica la retta via: "Evitiamo il voto anticipato. In Europa tutti ci chiedono se Monti rimarrà dopo il 2013. Stop alle grandi contrapposizioni" (Repubblica, p. 7). Le vede solo lui "le grandi contrapposizioni".

    Voglia di fare i bravi anche sulla Stampa: "Il governo: niente aiuti e avanti con i compiti" (p. 4). I "compiti" per fortuna ce li danno fuori, perché il nostro livello è questo: "Troppi errori, il ministero cambia i test per i futuri professori. Il ministro Profumo ha ammesso le incongruenze (a casa nostra si chiamano strafalcioni, ndr) e ha chiesto scusa" (Stampa, p. 9)

    MONTI MERKELMONTI MERKEL

    4- I TUMORI E LA ROVINA ECONOMICA
    Altro che ricatto "O il tumore o il posto di lavoro". C'è chi con l'Ilva di Taranto ha avuto tanto le malattie quanto le perdite economiche. Guardate che super-storia tira fuori oggi Guido Ruotolo per la Stampa: "Il pastore che ha sconfitto l'Ilva: ‘La mia perizia li ha fatti chiudere'. Costretto ad abbattere il gregge, i suoi consulenti hanno sbugiardato l'azienda". L'erba che mangiavano le sue mucche - che producevano latte alla diossina - era inquinata a livelli pazzeschi. Intanto sua madre è morta di cancro e a lui hanno dovuto asportare un rene (Stampa, p. 18)

    ANDREA RICCARDIANDREA RICCARDI

    5- MA FACCE RIDE!
    Parla il mandarino ministeriale Corrado Clini, promosso dal Rigor Montis al rango di ministro dell'Ambiente: "Non mi dimetto per il caso Ilva. Sono i disastri fatti dall'industria pubblica" (Repubblica, p. 11). E quando? "Anni Cinquanta e Sessanta". Ah, benissimo. Assicureremo i colpevoli alla giustizia. E l'inquinamento? "Giusto che paghi lo Stato". Questo Clini è vera classe digerente italica al mille per mille.

    TARANTO CORTEO DEGLI OPERAI DELLILVA E CONTESTAZIONE jpegTARANTO CORTEO DEGLI OPERAI DELLILVA E CONTESTAZIONE jpeg

    6- UNA GRANDE CHIESA, UN SOLO REO
    Scoop di Franca Giansoldati sul Messaggero, per l'apprezzata serie "piove sempre sul bagnato": "Nuovi guai per il Corvo. Trovate altre carte trafugate. Erano nell'alloggio dell'ex maggiordomo a Castel Gandolfo. Una seconda perquisizione a fine giugno. Si tratta di materiale importante" (p. 11). La prima perquisizione l'avevano fatta un po' così? Alla prossima gli troveranno in casa i vestiti di Emanuela Orlandi, le carte del banchiere Calvi e l'innesco della bomba di Bologna.

    ILVA TARANTOILVA TARANTO

    7- FREE MARCHETT
    "La differenza, come sottolinea Giulio Napolitano in un denso saggio conclusivo...". Messaggero in festa per il saggio del figlio di Re Giorgio, che ci prende per i fondelli già dal titolo: "La trappola democratica. Così la crisi cambia gli Stati. Lo scontro tra consenso nazionale e visione comunitaria. L'analisi dell'attuale recessione nel libro di Giulio Napolitano" (p. 16). Ma quant'è studioso il Principino!

    colinward@autistici.org

     

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport