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    ADDIO REDDITO? – GIORGIA MELONI, NEL SUO DISCORSO ALLA CAMERA, HA FATTO UN ATTACCO AL SUSSIDIO SIMBOLO DEI CINQUE STELLE, ARRIVANDO A CITARE PERFINO BERGOGLIO. MA IN PRATICA, AVRÀ IL CORAGGIO DI STRACCIARE UNA MISURA CHE, VOLENTI O NOLENTI, AIUTA MIGLIAIA DI PERSONE AD ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE? PROBABILMENTE, SARÀ SOLO MODIFICATA, ABBASSANDO ULTERIORMENTE LA SOGLIA DEI RIFIUTI ALLE OFFERTE DI LAVORO…


     
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    GIORGIA MELONI NEL DISCORSO PER LA FIDUCIA ALLA CAMERA GIORGIA MELONI NEL DISCORSO PER LA FIDUCIA ALLA CAMERA

    1 - REDDITO, ORA SI CAMBIA: FUORI CHI RIFIUTA IL LAVORO

    Francesco Bisozzi per “il Messaggero”

     

    Reddito di cittadinanza, si cambia. Chi non lavora ora rischia di perderlo. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel suo intervento alla Camera per la fiducia, è stato chiaro: «Per come è stato pensato il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta». E ancora. «Per chi è in condizione di lavorare la soluzione deve essere il lavoro ha proseguito la povertà non si combatte con l'assistenzialismo».

     

    giuseppe conte al quirinale per le consultazioni giuseppe conte al quirinale per le consultazioni

    Il destino del sussidio sembra segnato. «Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare», ha aggiunto il premier.

     

    Una posizione che collima con quanto scritto nel programma con cui il centrodestra si è presentato alle elezioni e che, su questo particolare tema, andava dritto al punto, rimarcando la necessità di sostituire la prestazione di sostegno al reddito dei Cinquestelle con misure più efficaci. Nei primi nove mesi del 2022 l'Inps ha erogato oltre sei miliardi per il reddito di cittadinanza, che a settembre ha raggiunto 1,1 milioni di famiglie circa.

     

    GIORGIA MELONI NEL DISCORSO PER LA FIDUCIA ALLA CAMERA GIORGIA MELONI NEL DISCORSO PER LA FIDUCIA ALLA CAMERA

    Il flop del sussidio è il risultato di un insieme di ingredienti fatali, dai mancanti inserimenti lavorativi dei percettori occupabili (di questi 4 su 5 non stanno lavorando) alla piaga dei furbetti che hanno approfittato degli scarsi controlli per infilarsi nella platea dei beneficiari (se la misura è costata finora più di 25 miliardi è anche per colpa delle risorse mal destinate). Diverse le ipotesi di intervento allo studio del governo.

     

    Per esempio, la stretta sul lavoro introdotta dal precedente esecutivo, che a gennaio ha abbassato a due le offerte di impiego che è possibile respingere senza perdere il diritto al beneficio, oggi appare troppo soft. Ecco perché non è escluso che con la prossima legge di Bilancio venga ulteriormente ridotta la soglia dei rifiuti consentiti.

     

    I COSTI

    Quest' anno il reddito di cittadinanza costerà attorno agli 8 miliardi di euro. L'esclusione dalla misura degli occupabili allergici al lavoro tuttavia farebbe precipitare l'asticella della spesa complessiva. Stando agli ultimi dati Anpal sono 919 mila i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro e di questi appena 173 mila risultano occupati.

    di maio conte card reddito di maio conte card reddito

     

    2 - SOLDI SOLTANTO PER LE BOLLETTE PATTO IN TRE PUNTI SUL FISCO E C'È LA STRETTA SUL REDDITO

    Paolo Baroni per “La Stampa”

     

    La priorità del nuovo governo, per Giorgia Meloni, oggi è una sola: mettere un argine al caro-energia e al caro-prezzi e accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale.

    giuseppe conte. giuseppe conte.

     

    Per questo, ha spiegato ieri la premier durante il suo discorso alla Camera, «sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali a supporto di famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette sia su quello del carburante. Un impegno finanziario imponente - ha rimarcato - che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio».

     

    GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

    Il contesto nel quale si troverà ad agire il governo «è molto complicato, forse il più difficile da secondo dopoguerra»: per il prossimo anno si profila un rischio recessione, occorre rispettare i vincoli di bilancio e questo suggerisce, inevitabilmente, di mettere da parte il libro dei sogni.

     

    Ciò non toglie che l'esecutivo possa intervenire (con qualche ritocco) su fisco e pensioni, metta mano al reddito di cittadinanza e poi voglia difendere le infrastrutture strategiche nazionali («assicurando la proprietà pubblica delle reti»), tornare ad avere una politica industriale, investire sulle infrastrutture al Sud, supportare le imprese, semplificare e sburocratizzare, attrarre gli investimenti esteri per rafforzare la crescita e tenere sotto controllo il debito pubblico.

    matteo salvini giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni

     

    Ovviamente, poi, i soldi del Pnrr vanno «spesi bene», «senza ritardi e senza sprechi», «concordando con la Commissione europea gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, soprattutto alla luce dei rincari di energia e materie prime». E se da Bruxelles il Commissario Paolo Gentiloni fa presente che «è impensabile ricominciare da zero» e che le modifiche sono ammesse «solo in casi eccezionali», lei risponde di «non capire perché nulla sia intoccabile» visto che «senza correzioni c'è il rischio che le gare vadano deserte».

     

    MEME SUL CARO ENERGIA MEME SUL CARO ENERGIA

    Caro-energia e inflazione galoppante, innanzitutto, obbligano il nuovo governo a studiare altri aiuti a favore delle famiglie da introdurre nella prossima legge di Bilancio. Per aumentare il reddito si punterà così a ridurre le imposte sui premi di produttività e a potenziare "fringe benefit" e welfare aziendale. E poi si cercherà di allargare la platea dei beni primari che godono dell'Iva ridotta al 5%.

     

    Sul fisco Meloni punta invece ad un «patto fiscale» articolato su tre pilastri: il primo riguarda la riduzione della pressione fiscale e riforma dell'Irpef con una progressiva introduzione del quoziente familiare, l'estensione da 65 a 100 mila euro di fatturato della tassa piatta per le partite Iva e l'introduzione di una tassa piatta anche sugli aumenti di reddito degli altri contribuenti rispetto all'ultimo triennio.

     

    giorgia meloni 2 giorgia meloni 2

    Quindi una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese in difficoltà di regolarizzare la propria posizione ed infine una serrata lotta all'evasione. Quanto alla riduzione del cuneo fiscale, chiesto da tempo da imprese e lavoratori, la premier si dà come obiettivo quello di «intervenire gradualmente» per arrivare a un taglio di almeno 5 punti.

     

    Oltre a questo, per incentivare le aziende ad assumere, si studiano sconti fiscali all'insegna del «più assumi, meno paghi». In tema di pensioni, invece, si punta a «facilitare la flessibilità in uscita con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema previdenziale, partendo, nel poco tempo a disposizione per la prossima legge di Bilancio, dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno».

     

    CARO BOLLETTE GAS CARO BOLLETTE GAS

    Anche «la povertà dilagante» è in qualche modo una priorità, «un tema che non possiamo ignorare», ma è comunque intenzione del governo mettere mano al reddito di cittadinanza. Meloni vuole infatti a «mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare», mentre per chi è in grado di lavorare «la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l'accompagnamento al lavoro.

     

    Giuseppe Conte alla camera Giuseppe Conte alla camera

    Perché per come è stato pensato e realizzato - ha poi aggiunto la premier - l'Rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l'Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia». La nuova «Melonomics» piace a Confindustria (il presidente Bonomi apprezza soprattutto le parole su Europa, lavoro e imprese) e piace ai commercianti, che approvano l'idea di rafforzare le misure contro il caro-energia. I sindacati, invece, hanno rinnovato la richiesta di aprire subito un confronto sulle misure contro inflazione e caro-bollette e sulla riforma delle pensioni. La Cgil è contraria all'ipotesi di una tregua fiscale perché, sostiene Maurizio Landini, suona come un condono. «Non è la strada da seguire, la priorità - insiste - è il reddito dei lavoratori». -

    matteo salvini abbraccia giorgia meloni matteo salvini abbraccia giorgia meloni

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