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    LA MEMORIA SBIADITA - ADESIVI ANTISEMITI CON IL VOLTO DI ANNA FRANK: NIENTE STADIO CHIUSO, SOLO UNA MULTA DA 50MILA EURO PER LA LAZIO – “NON SI PUO’ PUNIRE L’INTERA TIFOSERIA PER VENTI BECERI” – MA LA PROCURA FIGC FA RICORSO


     
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    Da www.lastampa.it

    anna frank anna frank

     

    Cinquantamila euro di multa alla Lazio per insulti antisemiti: è questa -secondo quanto apprende l’Ansa- la decisione del Tribunale della Figc, in merito alla vicenda degli adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma affissi in curva sud dagli ultras biancocelesti. Il procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro aveva chiesto oltre alla multa, anche 2 turni a porte chiuse per la Lazio, ma il tribunale ha accolto solo in parte la richiesta della procura, sanzionando il club soltanto con la pena pecuniaria. 

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    Il procuratore federale Pecoraro aveva chiesto nei confronti della Lazio 50mila euro di ammenda, e la sanzione di 2 turni a porte chiuse. Il Tribunale federale, presieduto da Cesare Mastrocola, ha accolto solo la prima richiesta. Nel dispositivo della decisione si afferma che il collegio giudicante ritiene che la Lazio «ha posto in essere tutte le misure idonee e previste dalle normative vigenti per garantire efficaci misure di controllo». E sottolinea - accogliendo un’eccezione della difesa - che «gli adesivi introdotti all’interno dello stadio erano di dimensioni talmente ridotte che, anche usando una particolare diligenza, sarebbero facilmente sfuggiti ai controlli degli addetti di sicurezza che, come è stato correttamente osservato, non possono neanche effettuare perquisizioni corporali nei confronti degli spettatori». 

     

    CLAUDIO LOTITO CLAUDIO LOTITO

    In altri termini il tribunale ritiene che il club «abbia fattivamente posto in essere» gli atti di sua responsabilità in relazione alla gara e che «l’introduzione degli stickers di ridotte dimensioni, a opera fra l’altro di un esiguo - rispetto al numero complessivo di spettatori - gruppo di sostenitori, non potesse essere impedito». 

     

    Il dispositivo conclude che «si ritiene non sussistano i presupposti per infliggere la sanzione della disputa di due giornate a porte chiuse in quanto, in tal modo, verrebbe penalizzata la quasi totalità della tifoseria laziale per il becero comportamento di soli venti persone, subendo un danno economico derivante dalla mancata possibilità di assistere alle gare della propria squadra del cuore, soprattutto per coloro che sono in possesso di abbonamento. Tale sanzione risulta essere estremamente penalizzante per la parte di tifoseria sana che, di fatto, sarebbe ostaggio dei comportamenti inqualificabili tenuti da pochissimi pseudo tifosi e potrebbe portare al compimento di ulteriori atti emulativi sempre da parte di pochi sprovveduti che potrebbero provare ulteriore soddisfazione nel constatare quanto il loro comportamento sia in grado di condizionare un’intera tifoseria. Pertanto il Collegio ritiene congrua l’irrogazione della sanzione dell’ammenda pari a 50mila euro». 

     

    La Procura federale ha deciso di fare ricorso contro la sentenza. 

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