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    AGNELLI HA FATTO MALE I CONTE? PEGGIO PER LUI! - PER BEHA L’ERRORE FATALE DEL PRESIDENTE BIANCONERO E’ STATO QUELLO DI PUNTARE SULL’INNOCENZA “A PRESCINDERE” DEL SUO ALLENATORE - L’ARROGANTE ANDREA CONTAVA SULLA BENEVOLENZA DEI GIUDICI NEI CONFRONTI DI UNA JUVE GIA’ CASTIGATA IN CALCIOPOLI? - IL PATTEGGIAMENTO “COMPRAVENDITA”, BOCCIATO DALLA DISCIPLINARE IN UN “RIGURGITO DI DIGNITA’…”


     
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    Oliviero Beha per il "Fatto quotidiano"

    ANDREA AGNELLI E ANTONIO CONTEANDREA AGNELLI E ANTONIO CONTE

    Vorrei provare a squarciare il velo di confusione e ipocrisia che avvolge il fattaccio Conte-Juventus-giustizia sportiva- Figc- media: sono pressoché certo che non vi è stata raccontata la verità, o voi non l'avete voluta intendere. Il tifoso juventino perché si sente ormai perpetuamente "fregato", dopo la vicenda di "Calciopoli" fatta passare per "Moggiopoli" come se tutto ruotasse solo intorno a Moggi e alla Juve, defenestrati 6 anni fa e ancora in cerca di giustizia.

    andrea agnelli foto mezzelani gmtandrea agnelli foto mezzelani gmt

    I tifosi anti-juventini perché ritenendosi a loro volta "fregati" da tanti episodi sospetti del passato (due a caso, il gol di Turone nel 1982, annullato, che scippò lo scudetto alla Roma per darlo alla Juve e quel rigore su Ronaldo del 1998 che decise un Juve-Inter con modalità analoghe e titolo sempre a casa Fiat), non vogliono minimamente distinguere il grano dal loglio.

    ANDREA AGNELLI E DEL PIEROANDREA AGNELLI E DEL PIERO

    Quando tre mesi fa viene fuori, dopo un anno di polemiche su "Scommettopoli", la vicenda Conte, coinvolto come allenatore del Siena in una delle ramificazioni dello scandalo, il presidente della Juventus appena scudettata e con pieno merito, Andrea Agnelli, difende il suo allenatore "senza se e senza ma".

    E' innocente, decide Agnelli per tutti, quindi è e rimarrà il tecnico juventino. Primo fondamentale errore. Bastava che dicesse come è giusto che fino a prova del contrario sarebbe valsa la presunzione di innocenza (per lui come per chiunque), per assumere una posizione seria e garantista: non garantista di Conte, ma della ricerca della verità e quindi della giustizia. Perché con tanta arroganza e prosopopea l'Agnelli jr ha preso quella posizione anticipando qualunque verdetto?

    andrea agnelli foto mezzelani gmtandrea agnelli foto mezzelani gmt

    E' chiaro. Sentendosi depauperato in "Calciopoli" degli scudetti precedenti dalla gestione maldestra e iniqua della giustizia sportiva all'insegna del solito procuratore federale, Palazzi, pensava che la "ragion di stato" potesse impedire a priori altre conseguenze negative per la Juve.

    ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANNANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN

    Che, lo ripeto per non essere frainteso (disciplina sportiva molto praticata nei miei confronti e in generale), non c'entra nulla con tale scandalo, se non per il fatto che Conte è oggi in panchina per quel club. Quindi Agnelli non è stato né logico né rispettoso (delle prerogative dell'istituzione giustizia sportiva, per risibile e inattendibile che sia) né tantomeno "prudente". Adesso sbraita e se la prende in saccoccia. Giustamente, mi pare: pensi ai suoi errori di comportamento.

    Perché nel frattempo lo scandalo Conte, le partite accomodate, la responsabilità del medesimo sulla panchina del Siena -secondo le deposizioni di un suo calciatore "pentito", Carobbio, ritenute validissime dagli inquirenti - in bilico tra illecito sportivo e omessa denucia, si è allargato a dismisura. Allargamento che per chiunque conosca l'ambiente, e quindi anche per Andrea Agnelli, Marotta e compagnia cantante, juventina o di qualunque club, era tutt'altro che imprevedibile.

    SIMONE PEPE jpegSIMONE PEPE jpeg

    Di qui l'atteggiamento di Antonio Conte, che spalleggiato dal suo presidente prima di qualunque interrogatorio, indagine, eventuale deferimento ed eventuale sentenza ha escluso ogni forma di patteggiamento: se lo spalleggiava uno come Agnelli, il minimo che potesse fare il suo famoso dipendente era dirsi estraneo "totalmente". Senonché le indagini hanno preso una brutta piega, e le certezze di Agnelli, Conte e compagnia cantante o non cantante (nel senso di non ammettente...) si sono via via sgretolate.

    LEONARDO BONUCCILEONARDO BONUCCI

    Così che il patteggiamento di cui si parlava da giorni evitando la grana grossa e forse definitiva dell'illecito (apparentemente tanto più prefigurabile...) per circoscrivere il tutto all'omessa denuncia ha finito per sembrare la soluzione più ovvia, più accettabile, più "democristiana": tre mesi, e 200 mila euro di multa, da pagare da parte di Conte cioè della Juve, alla faccia della conclamata innocenza. Una sorta di compromesso all'insegna della compravendita, anticipato alla stampa urbi et orbi dallo stesso Palazzi, organo accusatorio. Il tutto faceva sembrare la decisione dell'organo giudicante, la Commissione Disciplinare presieduta da Artico, una pura formalità.

    beppe marottabeppe marotta

    Questo fino a tre giorni fa, per tutti, da Conte alla Juve, da Palazzi alla Figc evidentemente in contatto e "collusi" o d'accordo su formula, mesi di squalifica e multa, passando per i media che ne hanno fatto ovviamente una notiziona, guardandosi bene dal valutarne il merito. E invece in un rigurgito di dignità e di autonomia Artico e la Disciplinare che ti fanno? Si svegliano, e danno segnali di esistenza: ci siamo anche noi, e questo patteggiamento deciso sui giornali non ci va bene per niente, altrimenti fatevi tutto da voi come avete del resto sempre fatto (l'ultima nota è mia).

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    Respinto "quel" patteggiamento ritenuto da un lato sproporzionato alla colpa e dall'altro "annunciato rovinosamente" prima del giudizio, Palazzi ha completato l'opera: dopo aver "patteggiato" sui giornali quei 3 mesi ne ha chiesti 15 di squalifica, come a dire "avevo scherzato".

    Adesso, invece che invocare un salutare "tutti a casa" per Figc, Palazzi ecc. (meno Artico e Commissione, in questo caso specifico), e chiedere verità su Conte e sugli altri coinvolti, lo scandalo viene commentato dai tifosi di qua e di là senza entrare nel merito. Per questo la vicenda è una cartina di tornasole del pasticcio nazionale, del sistema-Italia sempre più insalvabile nel marasma: e adesso forza con le paturnie degli juventini, e con le contropaturnie degli altri, allegramente, verso il baratro...

     

     

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