bloomberg con hillary e chelsea clinton
1. BLOOMBERG, I PIANI PER LA CASA BIANCA
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Michael Bloomberg ci sta ripensando. Come se la campagna presidenziale americana non fosse già abbastanza intricata, ha chiesto hai suoi collaboratori di preparare i piani per candidarsi come indipendente. Lui poi prenderà la decisione definitiva a marzo - considerato l' ultimo momento utile per essere sulla scheda - se Donald Trump e Bernie Sanders continueranno ad essere lanciati verso la nomination repubblicana e democratica.
bloomberg trump
L' ex sindaco di New York, che in passato era stato democratico, ma poi era passato con i repubblicani proprio per poter potersi candidare alla guida della Grande Mela, aveva considerato l' ipotesi di presentarsi nei mesi scorsi, ma l' aveva esclusa perché non la riteneva realistica: nessuno ha mai conquistato la Casa Bianca da indipendente. L' andamento della campagna però lo ha spinto a riconsiderare, soprattutto per la forza dimostrata da Trump e Sanders, e la debolezza di Hillary.
lex sindaco di New York Michael Bloomberg
Quindi ha chiesto ai suoi collaboratori di fare sondaggi, per determinare la sua popolarità a livello nazionale. Il prossimo lo condurrà dopo le primarie del 9 febbraio nel New Hampshire, e poi deciderà cosa fare dopo il voto del «Super Tuesday» all' inizio di marzo. Se «scenderà in campo», terrà subito una serie di discorsi per presentarsi al paese e spiegare il suo programma, seguita da un' intensa campagna pubblicitaria.
BLOOMBERG ALLA PARATA DI SAINT PATRICK
Bloomberg, 73 anni, dopo l' esperienza come sindaco è tornato a guidare la sua azienda, impegnata nel settore finanziario e della comunicazione. È uno degli uomini più ricchi al mondo, ed è pronto a finanziarie la propria campagna presidenziale con un investimento di almeno un miliardo di dollari, presi dal suo conto in banca. In altre parole, non ha alcuna necessità di avviare la macchina per la raccolta dei fondi.
MICHAEL BLOOMBERG
Le sue posizioni politiche sono singolari: sui temi economici è legato alla filosofia liberista e di mercato dei repubblicani, mentre su quelli sociali come l' aborto o l' ambiente sta con i democratici. Questo potrebbe renderlo attraente per gli elettori di centro, ma alienargli tanto i repubblicani, quanto i democratici. Per i primi, infatti, è impossibile votare una persona favorevole all' aborto, aperta alla riforma dell' immigrazione e impegnata contro il riscaldamento globale. Per i secondi invece, vista la popolarità di Sanders, sarà difficile accettare un candidato considerato espressione di Wall Street.
MICHAEL BLOOMBERG MICHAEL BLOOMBERG E MOGLIE jpeg
2. TRA CLINTON E TRUMP IL TERZO GODE
Da Dagospia (18 gennaio 2016)
C'è uno spettro che si aggira per Washington, e ha la piccola statura e l'ampio portafogli di Michael Bloomberg. Il tycoon (37 miliardi di patrimonio secondo ''Forbes'') ha commissionato sondaggi per testare una sua corsa da candidato indipendente alle elezioni presidenziali di novembre, secondo un articolo del 'New York Times' che citava due fonti a lui vicine.
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La mente corre subito a Ross Perot, il miliardario che nel 1992 riuscì a ottenere il 19% del voto popolare, facendo perdere George H.W. Bush e paracadutando il giovane Bill Clinton alla Casa Bianca. Questa volta però non si tratterebbe di una candidatura "maverick", ribelle, contro l'establishment dei partiti. C'è già un candidato ribelle, che va sotto il nome di Donald Trump, che sta spaccando i repubblicani e convincendo una parte dei più moderati a sponsorizzare una candidatura ''terza'' in caso di flop di Marco Rubio e Jeb Bush.
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BLOOMBERG E WENDI MURDOCH CASA BLOOMBERG
E dall'altra parte c'è un candidato, Hillary Clinton, verso cui resta ostile una buona parte del partito democratico. Basti vedere il successo di Bernie Sanders, un vecchietto bianco che con le sue idee ''socialiste'' è riuscito a ringalluzzire la base liberal come aveva fatto Obama otto anni fa, pur con un appeal infinitamente minore. Così come i repubblicani preferiscono un personaggio fuori dagli schemi della politica tradizionale, schifando il presentabile e ricchissimo Jeb Bush, anche una parte di sinistra non digerisce più la dinastia Clinton, che in oltre 20 anni ha accumulato una montagna di potere e soldi. Tutti tranne Hillary, è il motto di molti.
BLOOMBERG E LA FIDANZATA DIANA TAYLOR CASA BLOOMBERG
Bloomberg sarebbe quindi una candidatura molto trasversale, per raccogliere i delusi di entrambi gli schieramenti. Storicamente democratico, nel 2001 si iscrisse al partito repubblicano per candidarsi a sindaco di New York dopo Rudy Giuliani. Ma prima del suo terzo mandato salutò il GOP per correre come indipendente ed essere rieletto trionfalmente.
Da quando ha lasciato la poltrona a Bill De Blasio, si è ributtato in campagne tipicamente democratiche, su temi come immigrazione, matrimoni omosessuali e soprattutto controllo delle armi, una battaglia che conduce senza esitazioni a fianco di Obama.
Proprio il presidente è uno dei sostenitori (coperti) più ''pesanti'' dell'ex sindaco. L'ostilità di Obama per la Clinton è nota, e dopo aver spinto senza successo l'amato Biden a sfidare Hillary, ora parteggia per il terzo incomodo.
CAPODANNO: LADY GAGA E SINDACO BLOOMBERG
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Ma è davvero possibile una battaglia tra ''tre oligarchi newyorkesi'', come li ha definiti Alex Burns del ''New York Times''? Possibile che il proprietario di un gigante dei media e della finanza possa governare la più grande economia mondiale? In realtà, davanti agli investimenti immobiliari di Donald e le donazioni di Paesi canaglia alla Fondazione Clinton, il conflitto di interessi di Bloomberg pare non essere un vero problema.
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Tutto dipenderà dai risultati delle primarie: un indebolimento della Clinton e un trionfo di Trump potrebbero spingere l'ingresso del 73enne nel ring nazionale. Se vorrà creare un partito, dovrà farlo entro marzo. Ma per una candidatura indipendente c'è tempo fino a maggio, quando scade la possibilità di candidarsi in Texas. A Washington lo spettro girerà ancora per un po'...
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