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Virginia Pelley per Cosmopolitan
Al “Burning Man Festival”, nel deserto del Nevada, migliaia di partecipanti sperimentano arte, libertà, nudità. Tutti elementi che convergono nella famosa “orgy dome”, la cupola dell’orgia, paradiso del sesso (con aria condizionata), dove solo l’anno scorso sono entrati in 5.000.
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Ne abbiamo parlato con coppie e single che l’hanno frequentata per anni. Aly, 26 anni, assistente di produzione a Los Angeles: «Quella notte facemmo una fila lunghissima. Gli organizzatori ti danno un numero, ti fanno un sacco di domande per capire se sei abbastanza sobrio e assicurarsi che la scelta sia consensuale. Si assicurano che tu conosca le regole. Il consenso è la prima regola per iniziare a giocare con gli altri gruppi. Anche se scegli una coppia, devi sempre chiedere: «Posso toccarti le tette? Posso leccarti la fica? Posso scoparvi entrambi nel culo?».
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E’ bene che ci sia questo controllo. Noi avevamo preso un po’ di “molly” e ketamina, perché aspettare per ore in fila da sobri sarebbe stato orribile. Con il senno di poi, avrei preferito essere più sobria durante il sesso così sarebbe stato meno complicato venire. La cupola è zeppa di materassi e quando entri vedi subito gente che fa sesso. Ti abitui presto. Non è previsto che tu ti sieda e guardi. Devi partecipare o andartene. Ho bisogno di un sacco di concentrazione per venire e non ci stavo riuscendo. Perché? Be’, dopo una settimana alla “playa” il sesso non è così sexy. Le gambe mi si erano screpolate a forza di pedalare al sole, avevo i peli incarniti, non usavamo acqua e sapone da un bel po’ di giorni. Il che non mi metteva a mio agio.
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In due mi fecero la torre Eiffel, cioè io stavo inginocchiata tra di loro, ad uno facevo un pompino mentre l’altro mi penetrava da dietro. Poi abbiamo optato per una doppia penetrazione ma abbiamo smesso presto perché non avevamo abbastanza lubrificante. Alla fine i ragazzi hanno usato un vibratore ed ha funzionato.
Dan, il fidanzato di Aly, 34 anni: «Sono sempre pronto alla cupola dell’orgia, ne ho fatte diverse di ammucchiate. C’è l’aria condizionata ed è un gran vantaggio. E’ eccitante. Chi sta lì fa sesso, non può restare a guardare. Alcune zone sono concepite per le coppie, altre per le coppie che vogliono accogliere più persone. Ci sono drappi, cuscini, ti forniscono lubrificanti e preservativi. Con Aly abbiamo provato la Torre Eiffel, poi la doppia penetrazione, che non so perché non funziona mai. Quando siamo arrivati, un altro gruppo se ne andava».
in bici al burning man burning man tra bibi e tempesta
Jocelyn, 28 anni, pasticciera di Portland: «Alla cupola, io e il mio futuro marito Luke, abbiamo fatto sesso di gruppo per la prima volta. C’è gente di ogni tipo, giovani, anziani, di diverse nazionalità e con corpi differenti. E’ buio, mettono musica di sottofondo. Puoi sentire la tensione sessuale. Onestamente, per noi le cose sono cominciate prima, nella sala d’attesa. Una persona mi massaggiava le spalle, un’altra i piedi. Ci baciavamo in sei e tutto è avvenuto molto naturalmente.
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Poi hanno chiamato il gruppo successivo. Ti togli scarpe e vestiti, una guida ti porta al tuo materasso, con lenzuola pulite. Sei anche invitato ad usare salviette umidificate. Siamo rimasti lì per circa un’ora, sempre in sei. A un certo punto un ragazzo mi fece un ditalino mentre la sua fidanzata faceva un pompino a mio marito. Io e Luke ci siamo guardati tutto il tempo ed è stato davvero fantastico. Mi immaginavo sesso in stile porno, urla altissime, e invece non è così. Ognuno cerca una intimità con i suoi compagni. Ora il mio rapporto coniugale è più forte».
Luke, marito di Jocelyn, 34 anni, produttore di vino in Oregon: «La cupola è il mio campo tematico preferito. Siamo andati lì con altre due coppie sposate ed è stato importante avere una conversazione preliminare con loro. L’alchimia che è scattata è stata irreale. Avevamo deciso di non prendere droghe, abbiamo bevuto giusto qualcosa per mollare i freni.
Non ho interagito con gli altri uomini, succhiando o penetrando, ci ho solo pomiciato. Detto questo, se mi toccavano o mi facevano un pompino, non mi ritraevo. Per il resto, io e Jocelyn avevamo gli stessi gusti riguardo alle donne. Siamo diventati una specie di famiglia a sei. Con una coppia abbiamo dormito anche la sera del ricevimento di nozze».