Estratto dell’articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”
GUSTAVO ROL
Un omone elegante di un metro e 90, con l’immancabile cappotto color cammello e due occhi azzurri, di ghiaccio ma tutt’altro che freddi; un punto esclamativo spalancato sull’inconoscibile. Gustavo Rol era un iniziato o un impostore? Giù la maschera. Qui c’è gente che parla di statue di marmo che facevano due passi di danza e tornavano sul piedistallo, di quadri che si dipingevano da soli.
Forse il suo esperimento più riuscito è stato il mistero intorno a se stesso. Enigma Rol si intitola la docufiction di Anselma Dell’Olio, (co-sceneggiato con Alessio De Leonardis) attesa il 19 alla Festa del Cinema, e dal 6 all’8 novembre nelle sale. Parlano amici, scrittori, prestigiatori, psicologi. Poi foto, video e ricostruzioni sceniche sul controverso sensitivo torinese morto (nel suo caso andrebbe detto scomparso) nel 1994. Prevedeva il futuro, leggeva nel pensiero, spostava oggetti, faceva diagnosi mediche con lo sguardo e guariva malati.
anselma dell'olio
Ma Rol diceva di sé: «Non sono un preveggente, non so perché sono nato così, io sono come tutti gli altri, il nostro cervello è in movimento, noi ne usiamo solo il 20 percento». Andavano da lui Andreotti, Jackie Kennedy, De Gaulle, Cocteau, Strehler, Gassman, Zeffirelli, l’Avvocato Agnelli, Fellini «che gli chiedeva consigli sui suoi film, furono amici fino all’ultimo» dice la regista.
A Fellini mostrò dei puttini sul soffitto che si animavano e si muovevano. «Passava» attraverso i muri, Paola Gassman dice che suo padre rifiutò di uscire di casa con Rol che non voleva aprire la porta ma attraversare una finestra. Vittorio, in lotta con la depressione, gli chiese come sarebbe morto. E Rol: «Con uno scoppio». «E a papà scoppiò il cuore», dice Paola.
GUSTAVO ROL
Anselma, cosa l’ha colpita di Rol? «La signorilità, L’appartenenza alla più alta borghesia piemontese, in genere questi personaggi che hanno poteri reali o supposti hanno origini umili: lui no». Riccardo Muti dice che non cercava pubblicità. Discreto, frequentava gli umili, le persone semplici, lo cercavano tutti e il telefono squillava 24 ore al giorno. Ma amava i casinò e le donne, e in un afflato di vanità disse: «Sono pigro, goloso e lussurioso». Poi tornava sui suoi temi: «Dopo la vita terrena diventeremo parte dell’energia dell’universo». […]
gustavo rol con la moglie, la norvegese elna resch knudsen
Tra i grandi scettici Piero Angela, lo trattò come un illusionista da quattro soldi, un mentitore. Un intervento tra i più lucidi quello di Giuliano Ferrara, marito di Anselma: «La scienza non spiega l’origine e il senso del tutto. Rol non aveva l’aria di dire A me gli occhi , please». Fu convocato da Mussolini che gli chiese: «Come finirà la guerra? Parlate liberamente. «Sarà perduta. E il popolo vi abbandonerà».
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