Franco Bechis per “Liberoquotidiano”
MADONNA OSCURATA A RIMINI
Il caso nasce da un video pubblicato sul sito di Repubblica. Al Meeting di Rimini in uno stand della casa editrice Shalom nella hall dell' ingresso sud della Fiera una signora ripresa con il volto schermato sta mettendo via una statua della Madonna. Sostiene che qualcuno le ha detto di farlo, di non esporla per non irritare eventuali visitatori islamici. «Loro hanno un odio verso la Madonna, e allora l' abbiamo nascosta per non mettere a rischio nessuno».
MADONNA OSCURATA RIMINI 2
La signora che in quel momento è di turno sostiene che c' erano anche dei quadri appesi, che le hanno fatto togliere. Il video in poco tempo diventa virale, sui social impazza il dibattito e si fionda sopra anche il mondo politico. La prima ad intervenire è la leader di Fratelli di Italia, Giorgia Meloni, sul suo profilo Fb: «Al Meeting di Rimini, organizzato dal movimento cattolico Comunione e Liberazione, impongono di coprire i simboli cristiani e la statua della Madonna per "non provocare le altre religioni"». E sentenzia: «Sono le prove generali di sottomissione all' Islam».
MADONNA OSCURATA RIMINI 3
Gli organizzatori del Meeting sulle prime non si accorgono di quel video, poi nel mezzo del pomeriggio in un comunicato stampa bollano come «infondata» ogni polemica: «La signora, col volto coperto, afferma che non è stato il Meeting a chiedere di coprire l' immagine. D' altra parte visitando il Meeting e i padiglioni della fiera ci si imbatte in diverse immagini della Madonna, visibile a chiunque».
Non c' è dubbio che il Meeting abbia poco a che vedere con quell' episodio: in ogni stand, in ogni mostra ufficiale si trovano immagini della Madonna come crocifissi e simboli cristiani. Ma la cosa che più sorprende è proprio una visita al piccolo stand della casa editrice Shalom, dove stazionano alcuni frati.
MADONNA OSCURATA RIMINI POST MELONI
Almeno l' 80% dei libri stampati e lì esposti al pubblico sono sulla Madonna, dalle guide alle apparizioni di Medjugorje, ad ogni pubblicistica possibile. Guardandoli non si capisce perché mai togliere la statua, visto che ogni altra cosa esposta richiama alla Madonna, che per altro non è affatto nel mirino degli islamici (è sicuramente la figura più rispettata del cristianesimo, ed essendo solitamente ritratta con un velo è anche presa ad esempio).
Ieri allo stand della casa editrice Shalom c' era un responsabile di mezza età, che negava pure di essere in quel momento lì.
Visto il giornalista, ha provato a spezzare il ghiaccio facendo vedere la copia di Libero lì in bella vista: «Sono un tifoso di Vittorio Feltri». Ma per il resto unico commento è che era una «invenzione della stampa». Ma era un video, non un articolo... «E allora si tratta di un fotomontaggio, anzi di un videomontaggio. Il caso della Madonna nascosta non esiste semplicemente perché non è mai esistita quella statua. Mai vista qui...». Chiedo al responsabile dello stand se appartiene a Comunione e Liberazione, e risponde: «Non sono autorizzato a rispondere a domande personali». Meglio desistere, perché ad altri colleghi nega anche cose più inverosimili.
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Che non esista un caso Madonna al Meeting è appurato: nessuno a Rimini ha intenzione di nascondere la propria fede, e tanto meno quella icona. Lo stand per altro è della Fiera, ed è affittato dalla casa editrice, ma non è fra quelli dell' organizzazione del Meeting (ce ne sono tanti estranei qui in Fiera, per ragioni commerciali varie). A meno che si tratti di un malinteso, il dubbio è che invece quel caso sia stato costruito per fare un po' di pubblicità alla casa editrice all' insaputa di chi stava filmando (che comunque non si è accorto del tipo di pubblicazioni della Shalom).
La Shalom è una casa editrice della provincia di Ancona, controllata da Alvaro Mascioni e dai figli Giordano Maria e Roberto. Nel 2015 ha ricavato 4,7 milioni chiudendo il bilancio con una perdita di 14.702 euro.
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Alle fine anche il Meeting ha approfittato del falso caso, lanciando meglio un film proprio sulla Madonna che verrà presentato questa sera alle 21 e che probabilmente avrebbe attirato poco pubblico. Si chiama "Full of Grace" e racconta la vita di Maria dopo la morte di Gesù. A portare la storia di Maria sul grande schermo è stato il regista Andrew Hyatt, cineasta indipendente attivo da una decina d' anni soprattutto nell' ambito del thriller, con due titoli già amati dagli appassionati di cinema come ''Frozen'' e ''Last light''.
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