PINCIO RISSA 1
Rinaldo Frignani per roma.corriere.it
Sono sfilati uno dopo l’altro nella caserma dei carabinieri. Altri sono stati sentiti in altri luoghi, subito dopo il parapiglia. Altri ancora mancano all’appello, e sono quelli che hanno filmato le risse di sabato pomeriggio fra Pincio e stazione «Flaminio» della metropolitana, ma anche quelli che con il tam tam sulle chat di Tik Tok, le storie di Instagram e gli screenshot di Whatsapp sono riusciti a radunare nell’arco di poche ore centinaia di ragazzini e ragazzine da ogni parte di Roma per assistere a quella che doveva essere un regolamento di conti - sentimentali - fra due bulle di 14 anni.
Invece tutto è cambiato all’improvviso, il programma è saltato (una delle due ha dato forfait) ma il ring è rimasto lo stesso. Quello delle cartoline, la Terrazza sui tetti del centro. Un panorama inimitabile che ai tempi del coronavirus e delle scuole chiuse fino al 7 gennaio, almeno le superiori, si è trasformato nello scenario che ora fa vergognare Roma.
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I militari della compagnia Roma Centro, insieme con quelli del Reparto operativo e gli specialisti informatici del Nucleo investigativo di via In Selci, stanno stringendo il cerchio attorno ai responsabili del maxi assembramento che potrebbe portare proprio sotto Natale a un’impennata di contagi fra i parenti delle decine di giovani e soprattutto giovanissimi che sono andati a fare il pubblico di una scazzottata senza regole senza mettersi la mascherina sul naso. E nella migliore delle ipotesi lasciandosela inutilmente sotto la bocca.
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Nel frattempo però nella giornata di lunedì un 14enne di Centocelle si è presentato dai carabinieri di via Mentana per denunciare di essere stato aggredito proprio al Pincio. Ha il naso rotto, 30 giorni di prognosi che bastano e avanzano per chi indaga per andare avanti anche senza il suo verbale. Ma dal racconto del minorenne emergono le responsabilità di un suo coetaneo del Quadraro, che ora rischia una denuncia per lesioni aggravate, con il quale già in passato aveva avuto confronti non proprio pacifici. E così pure i rispettivi parenti. Insomma una mezza faida fra ragazzini di periferia trasferita chissà perché nel centro storico della Capitale, attuata quasi per caso visto che il programma del pomeriggio prevedeva un altro show.
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Un confronto a pugni e calci, insulti e avvertimenti in slang romanesco. Un misto di parole sentite nelle fiction sulla malavita e di battute da borgata. Un pugno andato a segno, tanti altri che non hanno provocato alcun danno. Uno romano, l’altro nato a Roma da genitori stranieri. I carabinieri hanno ricostruito tutto, ora danno la caccia a chi li ha spalleggiati, accompagnati, filmati e incoraggiati a picchiarsi ancora nel tunnel che porta alla metropolitana per tornare a casa, proprio mentre la polizia disperdeva a piazza del Popolo il pubblico di quello spettacolo assurdo.
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Che adesso potrebbe anche ripetersi, visto che sulle stesse chat sono stati avvistati propositi di vendetta per sabato prossimo. Stesso posto, stessa ora. Sempre il Pincio, anche se questa volta ad attenderli potrebbero esserci anche le pattuglie.
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