1. NON SIAMO A PECHINO
giulia pompili
Nella Sala degli specchi del Quirinale, ieri a Roma, il presidente cinese Xi Jinping ha ringraziato il presidente Sergio Mattarella e “gli amici dei media” della “accoglienza squisita”. Poco prima, nel corridoio che porta alla Sala degli Specchi, un funzionario dell’ambasciata cinese in Italia, Yang Han, di recente nominato capo dell’ufficio stampa della sede diplomatica, aveva avuto un incontro non esattamente amichevole con Giulia Pompili, giornalista del Foglio che era al Quirinale per seguire la conferenza stampa di Mattarella e Xi.
I due si sono incontrati per caso. Un funzionario del Quirinale stava accompagnando la giornalista che si occupa di Asia per il nostro giornale alla sala, e le ha chiesto il suo nome. Lei ha risposto, e Yang l’ha guardata dicendo: “La devi smettere di parlare male della Cina”. Lo ha ripetuto un’altra volta. La nostra cronista ha pensato fosse un commento non benevolo, ma nemmeno eccessivamente serio, e ha sorriso.
sergio mattarella xi jinping
Ma Yang le ha ripetuto: “Non devi ridere. La devi smettere di parlare male della Cina”. Comprensibilmente sorpresa, Giulia Pompili a quel punto gli ha risposto che fa la giornalista, e che il suo lavoro consiste nel raccontare quel che succede, e gli ha teso la mano presentandosi – non si erano mai incontrati prima – e chiedendo al funzionario dell’ambasciata cinese quale fosse il suo nome. Yang Han ha rifiutato di darle la mano e le ha detto in tono allusivo: “E comunque so benissimo chi sei”.
il corteo di xi jinping attraversa piazza venezia 1
A questo punto il funzionario del Quirinale ha invitato entrambi a ricominciare a camminare. E si è verificata una seconda scena dai contorni intimidatori. Quando la giornalista del Foglio ha tirato fuori il suo telefonino dalla tasca, Yang le si è avvicinato di nuovo, molto vicino, a muso duro, intimandole di metterlo via. Il Foglio ha una posizione molto chiara sulla Cina, sulla Belt and Road Initiative e in generale sulle operazioni cinesi in occidente. Una posizione molto diversa da quella del governo italiano.
Crediamo ci siano obiettivi strategici e culturali rilevanti, sui quali il nostro controllo è minimo, se non nullo. Lo abbiamo raccontato nel nostro modo consueto: parlando con le nostre fonti, leggendo che cosa accade fuori dall’Italia e ascoltando quel che dice lo stesso governo cinese. Poiché l’Italia non è la Cina – e il Quirinale non è il palazzo della Città proibita – c’è il pieno diritto di esprimere idee e critiche. Se il portavoce dell’Ambasciata della Repubblica cinese non lo capisce, bisognerà probabilmente farsi qualche domanda ulteriore su questi nostri nuovi amici.
giulia pompili
2. I CORAZZIERI DI XI JINPING
Giulia Pompili per www.ilfoglio.it
“Fa molto caldo oggi, così come sono calde le relazioni tra i nostri paesi”, si sente dire all’ingresso del Quirinale dove parte della delegazione cinese e di quella italiana aspettano di entrare per l’inaugurazione dei lavori del Business forum tra Italia e Cina. E si intravedono il sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci, l’ex ministro e ora presidente dell’Anica Francesco Rutelli – che stringe mani a tutti i presenti – l’ex presidente del Business Forum Italia Cina Marco Tronchetti Provera, la sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni. Tutti fermi sotto al sole primaverile romano in attesa dei controlli di sicurezza.
xi jinping scortato dai corazzieri
L’auto presidenziale di Xi Jinping è ferma davanti all’ingresso nel cortile interno, e la delegazione cinese si ferma per immortalare l’immagine del torrino sul quale sventolano le tre bandiere, quella italiana, quella cinese e quella europea. Il sole e il caldo hanno accompagnato Xi nella prima giornata della sua istituzionalissima visita, e a lamentarsi forse erano soltanto i romani bloccati nel traffico e le forze dell’ordine, costrette in alta uniforme sotto al sole, nei numerosi posti di blocco attorno al Colle.
peng liyuan moglie di xi jinping con laura mattarella figlia di sergio
Ieri sera, dopo un’accoglienza in aeroporto un po’ sottotono, almeno dal punto di vista delle personalità che attendevano il capo di stato cinese a Fiumicino – il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, l’ad di Aeroporti di Roma, Ugo de Carolis e il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino – Xi è stato accompagnato nell’hotel Parco dei Principi dal lungo corteo presidenziale.
BANDIERA CINESE AL QUIRINALE
Oggi, invece, l’aria con la quale il presidente cinese è stato accolto era tutt’altro che dimessa: nel suo ingresso al Quirinale è stato accompagnato dai corazzieri a cavallo, una solennità che non era stata riservata nemmeno a Donald Trump nel maggio del 2017. Alle 11 del mattino la sala dove si è svolto il “pranzo presidenziale” era già in preparazione (“centosettanta invitati”, dicono ai giornalisti, “ma non fate foto mentre mettono a posto l’argenteria”).
Xi Jinping e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno avuto un incontro privato di una ventina di minuti, e poi i due hanno fatto il loro ingresso nella Sala degli Specchi, la più importante del Quirinale, per le dichiarazioni alla stampa. La firma del memorandum sulla Via della Seta, ha detto Mattarella, “è un segno dell’attenzione da parte del governo italiano verso tale iniziativa, cornice ideale per un incremento delle collaborazioni congiunte tra imprese italiane e cinesi, per stimolare l’interesse di importanti realtà imprenditoriali cinesi ad effettuare investimenti produttivi in Italia e per realizzare concrete forme di apertura del mercato cinese in favore di operatori italiani”, sottolineando ancora una volta la natura di “cornice” della firma.
sergio mattarella xi jinping
Poi ha aggiunto: “L’antica Via della Seta fu strumento di conoscenza fra popoli e di condivisione di reciproche scoperte. Anche la Nuova deve essere una strada a doppio senso di percorrenza e lungo di essa devono transitare, oltre alle merci anche idee, talenti, conoscenze, soluzioni lungimiranti a problemi comuni e progetti di futuro”, come aveva detto già nel 2017 agli studenti di Shanghai.
Nel suo discorso Mattarella ha citato l’Italia come “paese fondatore dell’Unione europea”, e poi ha lanciato il vero messaggio: “Nel mondo interconnesso e globalizzato in cui viviamo, è interesse generale sostenere il multilateralismo efficace e un sistema internazionale fondato sulle regole, con le Nazioni Unite al suo centro. In questo senso lavoriamo anche nel quadro del G20”.
l'arrivo di xi jinping a roma fiumicino 4
Lo sforzo di Mattarella – che nel chiudere ha fatto riferimento anche al “mandato italiano nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite”, citando uno dei temi più controversi quando si tratta di Cina – è quello di riportare l’attenzione sul tema non più bilaterale, e non sulla singola trattativa politica e commerciale tra Italia e Cina, ma sul piano internazionale: l’Europa, l’Onu. Xi Jinping ha ringraziato Mattarella, ha parlato di Via della Seta come di un percorso “a due sensi”, ha citato i porti, le infrastrutture, i trasporti, e ha detto che “la Cina vuole lavorare con l’Italia per rilanciare lo spirito di equità, mutuo rispetto e giustizia”. Non una parola sulle telecomunicazioni.
sergio mattarella xi jinping