Niccolò Carratelli per "la Stampa"
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Scuole aperte, ma mezze vuote. Il rientro dalle vacanze natalizie, come da molti previsto, è stato segnato dalle assenze di studenti, docenti e personale scolastico alle prese con il Covid. In quarantena perché contagiati o contatti stretti di positivi. Oppure, come nel caso dei bambini della scuole dell'infanzia, tenuti a casa dai genitori in via precauzionale, visto che non possono ancora essere vaccinati e i contagi sotto i 5 anni sono in forte crescita.
«Numeri limitati, la maggior parte di studenti e docenti è tornata in classe», assicura il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che fornisce i dati a sua disposizione: il 6% di assenti tra gli insegnanti, il 4,5% tra gli alunni. Mentre i professori sospesi dal servizio perché non vaccinati sarebbero solo lo 0, 72%.
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Le stime dell'Associazione nazionale presidi raddoppiano le dimensioni del fenomeno, arrivando a oltre il 10% di defezioni tra il personale docente e Ata (circa 100 mila lavoratori) e al 9% di studenti rimasti a casa. Il presidente dell'Anp, Antonello Giannelli, resta convinto che «sarebbe stato preferibile rinviare l'apertura delle scuole di 2-3 settimane» e parla di «circa 30 mila classi in didattica digitale integrata», cioè una parte in classe e un'altra a casa, ma prevede che «entro 7 giorni le classi in Dad (cioè con lezioni solo a distanza, ndr), saranno 200mila».
Va precisato che le stime sulle assenze non tengono conto dei numeri che verranno registrati in Campania e Sicilia, le due regioni in cui le lezioni non sono riprese per tutti. Nella prima l'impatto della variante Omicron sulla scuola sarà valutabile già oggi, visto che lo stop imposto dal presidente, Vincenzo De Luca, è durato solo un giorno: il Tar ha bocciato l'ordinanza che rinviava al 29 gennaio la ripresa della didattica in presenza per le scuole dell'infanzia, elementari e medie. I giudici amministrativi hanno contestato alla Regione l'opportunità del provvedimento, visto che «la Campania non è classificata tra le "zone rosse" e, dunque, nella fascia di maggior rischio pandemico» e, inoltre, «non risulta alcun focolaio né alcun rischio specificamente riferito alla popolazione scolastica».
primo giorno di scuola 9
In Sicilia, invece, lo slittamento di tre giorni potrebbe essere prorogato di altri due, come anticipato dall'assessore regionale all'Istruzione, Roberto Lagalla: di fatto, sfruttando fino in fondo i margini di autonomia concessi dal governo, una settimana di pausa in più rispetto al resto d'Italia.
A Roma assenze fino al 30% Per molti la pausa l'ha decisa il virus. All'istituto comprensivo "Francesca Morvillo" di Roma ieri erano assenti 404 alunni su 1371, quasi uno su tre. «Alla materna ci siamo trovati con classi praticamente vuote - racconta la preside Valeria Sentili - molti genitori mi hanno scritto per comunicare che hanno paura e tengono a casa i figli per tutto gennaio: è davvero triste». Tra elementari e medie, ci sono già 55 classi in didattica digitale integrata (ddi)e 24 i docenti in quarantena: «Per ora riusciamo a coprire i buchi, ma alla primaria le graduatorie sono praticamente esaurite e non si trovano sostituti».
patrizio bianchi
Non va meglio tra i più grandi: al liceo scientifico Avogadro da oggi saranno 35 su 48 le classi in ddi, con 74 ragazzi in isolamento domiciliare. Al Newton «80 studenti e 13 docenti positivi», riferisce la dirigente, Cristina Costarelli, presidente dell'Anp Lazio: a livello regionale, «17.500 assenti tra gli alunni e 7 mila tra il personale scolastico, le classi con didattica integrata sono circa 17 mila».
Rientro a scuola
Lombardia, 10mila cattedre Non va meglio al liceo "Virgilio" di Milano, dove il preside, Roberto Garroni, segna «200 ragazzi in quarantena (su 1800), un terzo dei quali contagiato, ma ci sono assenze anche tra il personale e far funzionare 79 classi in queste condizioni non è semplice». Problema confermato dall'associazione presidi, che stima 10 mila cattedre scoperte causa Covid. Matteo Loria, presidente della sezione lombarda dell'Anp e dirigente scolastico in un istituto di Vigevano, sottolinea «la difficoltà nel rimpiazzare gli assenti, con le supplenze che non si trovano». Nella sua scuola, con una decina di docenti malati, ci sono «classi che escono prima».
Green pass scuola
Un altro problema, segnalato da molti dirigenti scolastici, è la mancata fornitura di mascherine Ffp2, che i presidi vorrebbero per tutto il personale: «Qui non sono ancora arrivate, alcune le avevamo acquistate con i soldi che ci aveva dato il ministero per l'emergenza», spiega Lorenza Patriarca, dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo "Niccolò Tommaseo" di Torino. Preoccupata anche per la mensa, perché «nello stesso luogo abbiamo bimbi senza mascherina che mangiano: in quel momento, ci fosse in classe un positivo, il rischio che contagi i compagni esiste».
GREEN PASS SCUOLA.
A Firenze orari ridotti Secondo i dati della Cgil di Firenze, nelle scuole della città si sono contati in media 4-5 alunni assenti per classe e circa il 10% del personale scolastico in isolamento o quarantena. Poi ci sono i casi che sfiorano il 30% di banchi vuoti, come quelli dei 250 studenti che non hanno risposto all'appello al liceo "Machiavelli". A causa delle defezioni da parte di docenti e collaboratori scolastici, nove istituti comprensivi di Firenze hanno dovuto optare per l'orario ridotto. Per motivi simili, a Bologna è stata anticipata l'uscita da asili nido e scuole dell'infanzia: nelle strutture ieri mancava il 22% del personale e, in alcuni casi, il 50% dei bambini.
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Intanto, sul fronte dei trasporti, il ministro Enrico Giovannini assicura che chi può andare a scuola non avrà problemi negli spostamenti in treno, a causa della mancanza di personale ferroviario: «Abbiamo un quadro per ora confortante - dice - Trenitalia ha ripensato la sua programmazione cancellando circa il 3% delle corse e sta discutendo con le Regioni su come ottimizzare la disponibilità, in particolare per i pendolari e gli studenti».