Lorenzo Lamperti per “la Stampa”
VERTICE BRICS A PECHINO
Dopo aver costruito la cornice, Cina e Russia provano a dipingere il quadro. Il summit dei Brics si conclude tra retorica, messaggi simbolici ma anche forme di sostegno concreto ai membri, Mosca compresa. Il corpus è la cosiddetta "Dichiarazione di Pechino", un documento congiunto da circa 7300 parole che coprono un'ampia gamma di argomenti: dalla pandemia alle catene di approvvigionamento, dall'Ucraina alla Corea del Nord. I Brics, sotto la guida retorica del maestro di cerimonie Xi Jinping, si presentano come i protettori della globalizzazione e motori di uno «sviluppo responsabile».
VERTICE BRICS A PECHINO
Senza entrare tra le pieghe militari e politiche della guerra, il documento sottolinea il sostegno ai negoziati e al ruolo del G20, che dovrebbe «rimanere intatto» Ergo, Putin deve essere invitato al summit di Bali, nonostante le pressioni contrarie di Washington. Solo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite viene riconosciuto il potere di imporre sanzioni. Promettendo un aumento delle esportazioni di grano, Putin attacca esplicitamente l'Occidente come responsabile di una nuova crisi economica. Lo stesso fa Xi, anche se in modo più implicito: «Le piccole cerchie non faranno altro che isolare loro stesse, limitare gli altri e farsi del male», ha detto il presidente cinese secondo cui «il protezionismo è auto inflitto».
Xi Jinping e Vladimir Putin
Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha assegnato ai Brics il ruolo di «fattore di stabilità globale». Musica per le orecchie di Xi, che erge Pechino a garante della globalizzazione. Ma, almeno per quanto riguarda la sfera economica, non c'è solo retorica. Il viceministro del Commercio cinese, Wang Shouwen, ha proposto un accordo di libero scambio tra i Brics.
Nonostante la pandemia, il volume totale degli scambi tra i paesi del gruppo ha raggiunto quasi 8,55 trilioni di dollari nel 2021, con un aumento del 33,4% rispetto al 2020. La Cina è il centro di gravità di questo ecosistema. Il commercio bilaterale di Pechino con gli altri membri ha raggiunto 490,42 miliardi di dollari, con una crescita del 39,2% rispetto all'anno precedente e superiore alla crescita complessiva del commercio estero cinese nello stesso periodo.
putin xi jinping
E sempre la Cina è la sede delle istituzioni legate ai Brics, a partire dalla New Development Bank. Fondato nel 2015, l'istituto (che ha come presidente il brasiliano Marcos Troyjo) è il braccio finanziario della piattaforma e ha il suo quartier generale a Shanghai.
Dai progetti di energia rinnovabile in Brasile ai programmi di ammodernamento della rete ferroviaria in India e al rifacimento delle autostrade in Russia, fino a maggio 2021 la banca aveva approvato più di 80 progetti, per investimenti totali di circa 30 miliardi di dollari.
Dal 2022 al 2026 la banca ha annunciato ulteriori 30 miliardi di dollari di sostegno finanziario ai paesi membri. Il 40% dei capitali sarà ufficialmente destinato a mitigare il riscaldamento globale. I fondi saranno a disposizione anche della Russia: una boccata d'ossigeno post sanzioni, alle quali la New Development Bank si è opposta. Sempre in Cina, nella città meridionale di Xiamen, è entrato invece in funzione nel dicembre del 2020 il New Industrial Revolution Innovation Center che si propone di facilitare progetti congiunti nel settore tecnologico e digitale.
XI JINPING E VLADIMIR PUTIN
Sul piano politico, per ora, l'unità resta soprattutto retorica. La linea anti-occidentale e anti-americana esplicitata nei vari interventi di Xi e Putin è sfumata nei documenti congiunti dall'India, che allo stesso modo prova a evitare che il Quad espliciti troppo il suo ruolo di anti Cina.
Mosca spinge sull'acceleratore per la creazione di piattaforme alternative e sulla dedollarizzazione, Pechino si erge capofila dei paesi emergenti promettendo un miliardo di dollari in più al fondo di cooperazione per lo sviluppo globale. In previsione del G7 e del summit Nato al quale prenderanno parte anche i leader di Giappone e Corea del Sud, Mosca e Pechino lustrano la loro partnership e provano ad accreditarsi come centro di una galassia in espansione. Non a caso la Cina vorrebbe allargare la piattaforma. Il presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez, ha annunciato il desiderio di adesione. L'acronimo Brics potrebbe presto dover essere aggiornato. -
PUTIN - MODI - XI JINPING