• Dagospia

    ‘NDRINE ALLA SBARRA - ELICOTTERI E CHECKPOINT FUORI DALL'AULA BUNKER: AL VIA IL PROCESSO DEL SECOLO ALLA 'NDRANGHETA A LAMEZIA TERME. CI SONO OLTRE 300 IMPUTATI DELLE COSCHE VIBONESI – SECONDO L’ACCUSA GUIDATA DAL PROCURATORE GRATTERI SI TRATTA DI UNA "MAFIA GLOBALE CHE EDIFICA PONTI CON LA SOCIETÀ CIVILE, LA MASSONERIA DEVIATA, GLI INFEDELI SERVITORI DELLO STATO" – IL RUOLO DELL’AVVOCATO GIANCARLO PITTELLI, EX PARLAMENTARE DI FORZA ITALIA, ACCUSATO DI CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA...


     
    Guarda la fotogallery

    Giuseppe Legato per "la Stampa"

     

    IL PROCESSO DEL SECOLO ALLA 'NDRANGHETA IL PROCESSO DEL SECOLO ALLA 'NDRANGHETA

    Tra i campi verdi incolti e i capannoni dell' area industriale di Lamezia Terme si è scritto ieri un pezzo di storia giudiziaria di questo Paese. Perché lì, nella maxi aula bunker costruita ad hoc (e in tempi record) per ospitare mille avvocati e 335 imputati (di cui 150 in videocollegamento contemporaneo) è iniziato il più grande processo contro la 'ndrangheta in Italia: Rinascita Scott. Che nella mente dell' accusa guidata dal procuratore Nicola Gratteri è una mafia globale.

     

    GIANCARLO PITTELLI GIANCARLO PITTELLI

    «Che costruisce relazioni con il mondo esterno, edifica ponti tra l' ala criminale pura e la società civile delle professioni, la politica, la pubblica amministrazione, la massoneria deviata, gli infedeli servitori dello Stato» spiega lo storico Antonio Nicaso. Scorrere l' elenco degli imputati per credere. Tre controlli all' ingresso della struttura, pattuglie che scrutano l' area del "maxi" fin dall' uscita autostradale della Salerno-Reggio Calabria. Elicotteri.

     

    gratteri gratteri

    Un processo globale e blindato reso possibile da quello che fuori dalla Calabria è considerato un miracolo: e cioè che da quelle parti non si possono rispettare tempi e impegni. Smentita fragorosa, almeno stavolta: «L' essere riusciti a celebrare qui il dibattimento vuol dire che i calabresi non sono il popolo delle incompiute e che quando ci si siede allo stesso tavolo e si è tutti dalla stessa parte è possibile realizzare opere complete con grande efficienza» ha spiegato Gratteri.

     

    Che sa quanto pesa e peserà questo processo (e il suo esito finale) sulla credibilità collettiva della lotta a una mafia - in punto d' accusa - moderna e parallela a mondi legali. Il cui potere relazionale si sovrappone sulla fotografia dell' imputato eccellente tra i colletti bianchi: l' avvocato Giancarlo Pittelli che risponde di concorso esterno in associazione mafiosa. Che è a contatto coi boss supremi della malavita (Luigi Mancuso) che raggiunge «praticando a piedi posti impervi, facendosi accompagnare da auto staffetta». Modalità «tipiche dell' associato alla 'ndrangheta e non di un avvocato, che pure è stato senatore della Repubblica».

    nicola gratteri ospite di tg2 post 2 nicola gratteri ospite di tg2 post 2

     

    E' lui in definitiva «l' affarista dei boss accreditato - scrive il gip Barbara Saccà - nei circuiti della massoneria più potente, in grado di far relazionare la 'ndrangheta con i circuiti bancari, con le società straniere, con le università, con le istituzioni tutte, fungendo da passepartout del Mancuso». Colpiscono i saldi legami con alcuni "atenei universitari", ospedali, enti pubblici, politica (nazionale) e massoneria nella quale - secondo il pentito Cosimo Virgilio, già "Venerabile nella Gran Loggia dei Garibaldini d' Italia a Vibo Valentia- vanterebbe una doppia affiliazione: «una pulita con il Goi del distretto di Catanzaro, l' altra sussurrata con la loggia dei Petrolo di Vibo».

    luigi mancuso luigi mancuso

     

    La mattina in cui fu arrestato i carabinieri trovarono a casa sua un manoscritto con le condotte di reato - nero su bianco - che gli sarebbero state contestate. In mezzo ci sono i Mancuso, enclave in grado di governare un vastissimo territorio considerato, in un' ottica puramente criminale, di serie B fino a poco tempo fa. E ci sono numeri degli imputati a giudizio, ma anche dei più di 900 testimoni che saranno sentiti, dei 60 collaboratori di giustizia.

    luigi mancuso luigi mancuso

     

    Gratteri ha chiesto di riunificare la posizione di Pittelli (che ha chiesto il giudizio immediato) con quella degli altri 335. Dal 19 gennaio si prevedono udienze giornaliere nella corsa contro il tempo affinché non scadano i termini di custodia cautelare per i detenuti.

     

    «Questo è il giorno della Calabria - ha spiegato Nicola Morra prescindente della commissione parlamentare antimafia, presente in aula - e di quei pochi uomini capaci, con la loro determinazione di immaginarne una diversa».

    gratteri gratteri GIANCARLO PITTELLI GIANCARLO PITTELLI nicola gratteri nicola gratteri nicola gratteri nicola gratteri

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport