Gloria Satta per “il Messaggero”
alain delon
«Tutto quello che ho fatto nei film, l' ho vissuto veramente». «Avrei potuto diventare un maquereau, uno sfruttatore di prostitute a Pigalle: un tempo diverse ragazze erano pronte a lavorare per me». «Sono caduto nel cinema grazie alle donne che si sono innamorate di me». «Sono stato molestato dalle donne, ma l' ho accettato e sono stato felice». La differenza con l' eterno rivale Jean-Paul Belmondo? «Io sono un attore, lui un commediante. Io vivo i miei ruoli, lui ha studiato recitazione».
Alain Delon, 83 anni e un ultimo film in uscita (l'attesissimo La maison vide di Patrice Leconte) si è messo a nudo concedendo un' intervista-fiume al quotidiano francese Le Monde. Abituato a fare notizia, sorprendere e polemizzare (parlando sempre di sé in terza persona), l' ultimo sex symbol del grande schermo ha confermato il desiderio di rititarsi dal cinema. Dopo La maison vide, interpretato in coppia con Juliette Binoche, non andrà più davanti alla cinepresa. Senza rimpianti. «Non voglio girare un film di troppo». Tornerà semmai a teatro.
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«I grandi registi con cui vorrei lavorare sono morti», ha dichiarato l' attore al giornalista Samuel Blumenfeld, «con il cinema ho chiuso dieci anni fa, quando ho interpretato Giulio Cesare in Asterix alle Olimpiadi. Un tempo i grandi sceneggiatori scrivevano per le star, oggi scrivono per la pagnotta».
Il protagonista di film memorabili come Il Gattopardo, La piscina, Rocco e i suoi fratelli, Borsalino, Mr. Klein ha affrontato anche il tema delle molestie: «Il fenomeno non è nato con Harvey Weinstein che ha imposto il suo potere e meritava di prendere una sberla sul muso. Ma non si può negare che (di fronte a un' avance, ndr) alcune donne vi tirano un vaso da fiori sulla testa e altre accettano».
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Quattro figli di cui uno mai riconosciuto (Ari Boulogne, nato 56 anni fa dalla cantante tedesca Nico), Delon è sempre convinto di aver poco da vivere. Nel gennaio scorso scandalizzò il mondo annunciando (per l' ennesima volta) il suicidio e dando ordine di sopprimere anche il cane. Il suo più grande rimpianto? «Non essere mai stato diretto da una donna. L'ho detto a tutte le registe, ma nessuna si è fatta avanti. Devono aver paura di me».
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