ALBERTO GENOVESE
1 – LE FESTE E IL CAOS SEGNALATI 13 VOLTE GENOVESE VERSO UN ALTRO PROCESSO
Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
La festa del 10 ottobre scorso, quella in cui Alberto Genovese è accusato di aver violentato ferocemente una modella di appena 18 anni, e per questo è stato arrestato, è stata l' ultima delle 13 volte per le quali i condomini esasperati del palazzo signorile a due passi dal Duomo di Milano sono stati costretti a chiamare le forze dell' ordine.
alberto genovese
Grida forsennate, rumori e musica altissima fino a tarda notte per anni sono stati una caratteristica estenuante di «Terrazza sentimento» che ora costa al mago delle startup, diventato ricchissimo vendendo le sue creature a peso d' oro, anche l' accusa di disturbo continuato della quiete pubblica e un più che probabile processo.
Per due anni e mezzo i condomini hanno dovuto sopportare. Decine di persone affollavano la terrazza con piscina a sfioro e vista mozzafiato sulla città ballando sulle note della musica selezionata da dj famosi e gustando le prelibatezze preparate da chef stellati, salvo poi abbandonare bicchieri, piatti e bottiglie vuote lungo le scale.
Feste esclusive in cui girava droga messa a disposizione degli ospiti ed alle quali ragazze belle e molto giovani che ruotano intorno al mondo della moda facevano a gara per partecipare, nonostante si sussurrasse che Genovese facesse cose strane, ed alle quali non facevano mancare la loro presenza vip dello spettacolo.
AUDIO DELLA RAGAZZA VIOLENTATA DA ALBERTO GENOVESE INVIATO A DANIELE LEALI
Per chi abita nel palazzo era un vero tormento, tanto che c' è chi è stato costretto a lasciare la propria casa.
Il lungo elenco di chiamate alle forze dell' ordine, di esposti e denunce comincia in occasione della festa del 27 maggio 2017 in cui «la musica si protraeva per ore ad alto volume accompagnata da frastuono e grida degli invitati oltre la soglia della normale tollerabilità», al punto «da provocare vibrazioni alle pareti degli appartamenti limitrofi» causando «grave pregiudizio» a «occupazioni e riposo» dei condomini, scrive il pm Maria Letizia Mocciaro nell' avviso di conclusione delle indagini, cominciate un anno prima dell' arresto di Genovese, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
ALBERTO GENOVESE
Il 9 settembre del 2017 la Polizia è dovuta intervenire «alle 4,20 del mattino» chiamata da una condomina disperata. Lo stesso alle 3 del 16 novembre e alle 6,30 del 20 aprile del 2018, solo per fare qualche esempio. Le forze dell' ordine denunciavano, identificavano il proprietario, ma poi le feste si ripetevano con lo stesso andazzo.
Anche perché una condanna per disturbo alla quiete pubblica si risolve pagando un' oblazione di qualche centinaio di euro, di certo una somma non impossibile per uno che ha fatto più di cento milioni di euro con una sola startup. Con i nervi a pezzi, prima dell' ennesima denuncia una coppia che abita nel palazzo ha incaricato un' agenzia investigativa di certificare ciò che accadeva durante le serate, e soprattutto le nottate, a partire dall' assurdità di dover rispondere, entrando nel proprio palazzo, ai controlli di un buttafuori.
ALBERTO GENOVESE
I detective hanno fatto decine di appostamenti, foto e filmati che dimostrano come la musica si sentisse fin giù in strada. Allegate anche le immagini postate a decine sui social dagli ospiti fino a quando Genovese ha vietato l' uso dei cellulari in casa. La quiete è tornata l' 11 ottobre, quando la polizia, chiamata dalla vittima dello stupro dopo venti ore di violenze terribili, ha ammanettato il 43 enne imprenditore.
2 – La 18enne vittima di Genovese sceglie l’avvocato di Nina Moric
Gianluigi Nuzzi per “la Stampa”
AUDIO DELLA RAGAZZA VIOLENTATA DA ALBERTO GENOVESE INVIATO A DANIELE LEALI
Dopo la tortura, il dolore e il tormento della notte di terrazza Sentimento, nel sangue mischiato a coca rosa con l’elegia sadica dell’aguzzino Alberto Genovese, la vittima, la ragazza diciottenne, ancora non si è risvegliata dai torpori grevi dell’incubo. Galleggia e affonda. Galleggia e affonda nei ricordi.
I bagliori la dilaniano, la proiettano in una dimensione concreta e necessariamente adulta. Da una parte il dolore come forza di gravità, dall’altra il denaro che torna dominus di questa tragedia, supera i protagonisti e si impone.
AUDIO DELLA RAGAZZA VIOLENTATA DA ALBERTO GENOVESE INVIATO A DANIELE LEALI
Infatti, la ragazza dovrà confrontarsi con il suo carnefice e, soprattutto, l’onda d’urto dei suoi soldi. Denaro che potrebbero essere destabilizzante per chiunque, immaginate per una ragazza abituata ad avere in tasca poche decine di euro, naufraga da una simile mattanza. In questi giorni, lontano dai fari della grande stampa, qualcuno già pronuncia la parola tabù, proibita, negata: risarcimento.
Ovvero il risarcimento che, con ogni probabilità, Genovese dovrà fare alla sua vittima per massimizzare la possibilità di ottenere attenuanti e quindi una riduzione di pena. Ufficialmente non c’è traccia di ciò. Né l’avvocato di Genovese, Luigi Isolabella, ci ha pensato, né i difensori della ragazza, a iniziare da Luca Procaccini, hanno ricevuto alcun cenno al riguardo. Ma non è questa la prospettiva corretta per scoprire e interpretare quanto sta accadendo.
alberto genovese
Dietro a questa storia si sta muovendo un mondo sotterraneo e sopportandone i miasmi, bisogna calarsi tra le orde fameliche di chi vede in questa violenza e nel risarcimento la possibilità di monetizzare pacchi di banconote viola da 500 euro.
Su questo dramma, infatti, si sta avvicinando, affacciando un circo di cinici mediatori, negoziatori improvvisati, avidi funamboli, tutti smaniosi di mettere le mani o meglio, le zampe, su una porzione del notevole gruzzolo che la ragazzina potrebbe ricevere. Una corte dei miracoli, sì certo, spregiudicata, da biasimare ma assai attenta. Cerca di accreditarsi al cospetto della vittima, ne misura l’umore, studia profilo, debolezze e punti di fragilità per crearsi varchi, conquistare l’ambita fiducia.
alberto genovese
E un domani, magari, delegittimare chi le è vicino per isolarla, e trasformare la malcapitata, nuovamente vittima, in irrinunciabile macchina da soldi. Tutte mosse sul filo del rasoio perché la vittima è testimone in questo processo, il suo racconto è il genoma dell’inchiesta, supportato dai video registrati dalle telecamere di terrazza Sentimento e qualsiasi eventuale pressione esercitata un domani su di lei andrebbe a costituire reato.
Quindi c’è sì Genovese, ricco e ricchissimo, magari persino ignaro di questi equilibristi d’assalto consapevoli dell’implicita, legittima e prevedibile necessità che lui ha di offrire ristoro alla ragazza.
«Il risarcimento del danno – spiega in termini generali Vinicio Nardo, presidente dell’ordine degli avvocati di Milano – se operato prima dell’inizio del processo in aula consente di avere una specifica attenuante che riduce di un terzo la pena. Occorre però che il giudice lo ritenga congruo, indipendentemente dall’accordo tra imputato e vittima».
saverio macri DA GILETTI
In queste manovre bisognerà capire una mossa che ha suscitato qualche sorpresa negli ambienti investigativi della procura di Milano. La vittima ha infatti deciso di allargare o se preferite cambiare la sua difesa.
luca procaccini avvocato della vittima di alberto genovese
I due avvocati che finora hanno difeso la ragazza tanto da esporsi in diversi programmi televisivi, Saverio Macrì e Luca Procaccini, sono stati retrocessi a meri sostituti processuali del nuovo difensore ingaggiato, il penalista Luigi Liguori, avvocato d’esperienza e già difensore dell’ex moglie di Fabrizio Corona, Nina Moric.
Dall’altra, una ragazza fragile, lambita da un mondo di gente ben più scafata e grande di lei, abituata alla degenerazione del male e alla gestione di queste situazioni. E allora qual è la somma “congrua”? Dagli ambienti che stanno avvicinando la ragazza rimbalza la somma di 5 milioni di euro.
alberto genovese
Ma si tratta di una somma assai prematura: «I danni da violenza sessuale – avverte Nardo – sono complessi perché possono richiedere percorsi psicoterapici dalla difficile prognosi». Allora, come può incidere il risarcimento sulla vittima? «Dipende dalla sua personalità – risponde Paolo Crepet – a volte è più incisiva e risarcitoria una pena detentiva forte, perché chi ha subito sa che quella pecuniaria è aleatoria».
E se invece una ragazza si facesse incantare dall’ipnotica suadenza di chi è abituato a mettere a tutto un’etichetta e un prezzo?