1. DEL VECCHIO FA UN ALTRO PASSO A PIAZZETTA CUCCIA
Vittoria Puledda per “la Repubblica”
Un passetto alla volta. Niente di clamoroso, ma abbastanza per arrivare all' 11% tondo, dopo una serie di piccole operazioni ripetute (nell' arco di una settimana) sfruttando le debolezze del titolo.
Leonardo Del Vecchio
Nessuna sorpresa: Leonardo Del Vecchio ha da tempo l' autorizzazione a salire fino al 19,9% e piano piano sembra avvicinarsi alla meta. A inizio ottobre era passato da poco meno del 10% a poco più (10,16%) ora un altro tassello, prezzo medio di acquisto 6,63 euro contro i 7,49 di ieri. Sempre meglio spendere meno che pagare di più, e questo vale anche per chi è in vetta alla classifica degli uomini più ricchi d' Italia. Però è chiaro che non è l' affare di breve periodo l' obiettivo dell' imprenditore.
Di sicuro, invece, la pazienza è tra le sue doti di investitore: è entrato in forze in Mediobanca nel settembre 2019, ha quasi raddoppiato da lì a poco, comprando anche circa il 2% della quota messa in vendita sul mercato da Unicredit, che nel frattempo aveva deciso di uscire da Piazzetta Cuccia. Per molto tempo è stato fermo, poi ha ricominciato ad arrotondare; fino alle cronache di ora. Intanto continua a comportarsi come ha sempre dichiarato: nessuna mira di governance, per una partecipazione finanziaria. Per ora è così.
2. UNICREDIT ACCELERA IL DOPO-MUSTIER IL TESORO: DA NOI NESSUNA INGERENZA
Francesco Spini per “la Stampa”
Il dopo Mustier è partito ieri pomeriggio, con la prima riunione del comitato nomine di Unicredit dedicata al futuro cda. L' organismo è presieduto da Stefano Micossi, uno dei consiglieri considerati più critici con il manager francese in uscita, e ne fa parte anche Pier Carlo Padoan, l' ex ministro ed ormai ex parlamentare Pd, cooptato di recente e designato alla presidenza, che seguirà da vicino il processo di selezione della lista per il futuro consiglio. Su questa c' è stato un primo giro di valutazioni, ma la questione del nuovo ad è stata posta su una corsia preferenziale. I cacciatori di teste di Spencer Stuart sono stati confermati per la preselezione, mentre è stato deciso di non costituire una task force interna.
MUSTIER ELKETTE
L' obiettivo del resto è quello di chiudere il prima possibile: si cerca un banchiere dal profilo internazionale, per l' unica banca italiana inserita nell' elenco degli istituti di rilevanza sistemica. In Borsa il titolo ha ripreso fiato mentre Unicredit cerca di scrollarsi di dosso l' accusa di essere ormai banca di governo: dopo due giorni di ribassi, l' azione ha chiuso con un rialzo dello 0,42% a 7,98 euro. È lo stesso governo ad allontanare i sospetti di una sua regia nell' uscita dell' ad Jean Pierre Mustier.
Una fonte del ministero dell' Economia assicura che non c' è stato alcun intervento del Tesoro dietro il passo indietro del banchiere: «Da parte nostra non c' è stata alcuna pressione - spiega -. La questione al centro del dissidio interno è la subholding di cui Mustier necessitava per crescere all' estero». Il piano dell' ad (peraltro congelato di recente) prevedeva di inserire le attività estere, prevalentemente tedesche e austriache, in una scatola da quotare a Francoforte. Il sospetto è che tale holding sarebbe servita per una fusione in terra tedesca (le indiscrezioni portavano a Commerzbank), un' operazione che avrebbe sancito lo sganciamento di mezza Unicredit dall' Italia.
Una prospettiva contro cui il cda ha alzato le barricate.
PIERCARLO PADOAN CON ELKETTE DI UNICREDIT
Quanto a Mps, il consiglio due giorni fa tramite un portavoce ha assicurato di non avere intenzione di fare operazioni che possano «danneggiare gli interessi del gruppo e in particolare della sua posizione patrimoniale». Come a dire che l' operazione su Siena si può anche fare, ma con determinate modalità. Nel frattempo il governo sembra spuntarla sugli incentivi fiscali che potrebbero convincere Unicredit a considerare il target senese: la commissione Bilancio della Camera ha dichiarato inammissibile l' emendamento del M5s per ridurre a un massimo di 500 milioni i crediti fiscali per le banche che si aggregheranno nel 2021.
Sul mercato continuano a rimbalzare i nomi dei possibili candidati, come l' ex numero uno di Ubs (ed ex numero due a Unicredit) Sergio Ermotti, il quale però - secondo ricostruzioni - in occasione di sondaggi preliminari non avrebbe dato la sua disponibilità. Si parla di Marco Morelli (ex Mps), di Giuseppe Castagna (ad del Banco Bpm) o dell' ex Ubi Victor Massiah. C' è chi cita Carlo Cimbri (ad di Unipol, in corsa anche nel 2016) e Fabrizio Palermo, ad di Cdp. I sindacati interni a Unicredit invitano il cda a indicare «al più presto la strada» convinti che con Mustier la linea strategica «si è allontanata dal cuore italiano dell' azienda». Intanto il primo socio italiano, Leonardo Del Vecchio, fa acquisti. Ma in un altro istituto. La sua Delfin, ai primi di novembre, è passata dal 10,16 all' 11% circa di Mediobanca, di cui ha già l' ok Bce per salire fino al 20%.
NICOLA ZINGARETTI ROBERTO GUALTIERI padoan