Estratto dell’articolo di Alessio Ribaudo per www.corriere.it
il vigile di sanremo Alberto Muraglia
Era stato messo alla gogna come «il vigile in mutande». Nel 2015, le sue foto in intimo, davanti a un’obliteratrice del Comune di Sanremo, fecero il giro del mondo: Alberto Muraglia divenne il «furbetto del cartellino» per antonomasia: lo accusarono di timbrare e poi tornarsene a casa a dormire. A gennaio 2016 fu uno dei 32 licenziati dall’ente pubblico ligure.
Invece, secondo i giudici della Corte d’Appello di Genova non solo era innocente ma il Comune dovrà cancellare il provvedimento di otto anni fa, restituirgli la divisa e risarcirlo con 227.443,36 euro. Tanto che è stato necessario ricorrere a un debito fuori bilancio che sarà discusso venerdì prossimo.
«Non tornerò mai più in divisa — spiega Alberto Muraglia al Corriere della Sera — perché subito dopo l’assoluzione non solo nessuno del Comune mi ha chiesto ufficialmente scusa ma, addirittura, hanno annunciato che ricorreranno ancora in Cassazione dopo che sono stato assolto con formula piena per l’ennesima volta».
il vigile di sanremo Alberto Muraglia timbra il carrellino in mutande
L’ex ispettore, oggi 61enne, è molto amareggiato: «Per me è inaccettabile che dopo 86 giorni di arresti domiciliari ingiusti e un inferno vissuto per otto anni fra aule di giustizia e studi legali, senza più un posto fisso, con una famiglia da portare avanti; invece di ricevere scuse ed essere supportato vengo ancora trascinato in un altro grado di giudizio». […]
Nove anni fa, suo malgrado, un suo fermo immagine — in slip e maglietta davanti alla macchina timbratrice del Comune di Sanremo — diventarono virali dopo il blitz «Stachanov» della Guardia di Finanza che portò a 43 misure cautelari e 196 dipendenti indagati. Per Muraglia le accuse erano pesanti: truffa ai danni dello Stato e indebita timbratura del cartellino.
il vigile di sanremo Alberto Muraglia timbra il carrellino in mutande
«È stato scioccante, ho smesso di guardare la televisione perché in ogni canale vedevo la mia foto in slip proiettata sugli schermi a reti unificate — ricorda Muraglia — e in un turbinio veloce e inarrestabile la mia vita è cambiata perché mi sono trovato disoccupato e senza casa perché vivevo in un alloggio comunale poiché ero stato distaccato al mercato annonario».
[…] «Maledetto sia quel frame — impreca — fui accusato di esser tornato a letto dopo aver timbrato. Io invece stavo entrando in servizio. Il mio alloggio distava 15 metri dall’ufficio e, alle 5 di domenica, andavo in borghese a controllare se c’erano auto da rimuovere per via del mercato. Se sì, chiamavo il carro-attrezzi e risalivo per indossare la divisa. Per non perdere tempo, quella volta ho timbrato in intimo. L’ho dimostrato esibendo i verbali e alcuni colleghi hanno testimoniato in mio favore». […]
ALBERTO MURAGLIA il vigile di sanremo Alberto Muraglia