Riccardo Crivelli per gazzetta.it
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Appuntamento al Foro, sotto quel cielo di Roma pronto ad accogliere tra gli eroi il nuovo prodigio mondiale che viene da Murcia. Djokovic e Alcaraz, agli Internazionali d’Italia, potranno affrontarsi solo in finale, e sarebbe l’apoteosi più attesa dopo la sensazionale semifinale di ieri a Madrid, durata tre ore e 35 minuti: fin qui, la partita più bella dell’anno, che consegna all’empireo del tennis il fenomenale Carlitos, ormai non più soltanto erede dei Fab Three, ma degno pari grado nonostante gli appena 19 anni compiuti solo tre giorni fa. Oggi, per lui, la sfida per il titolo con Zverev, il campione in carica. Un altro step.
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Erano stati 11, fin qui, i giocatori capaci di battere Nadal e Djokovic nello stesso torneo, ma Alcaraz è il primo a riuscirci sulla terra, diventando al contempo il più giovane finalista nella storia del Masters 1000 madrileno. Inoltre, era dal 2005 che un teenager non superava il numero uno del mondo, e guarda caso si trattava di Nadal (su Federer nelle semifinali del Roland Garros), di cui l’allievo di Juan Carlos Ferrero sta decisamente ricalcando le orme perfino nelle affinità con i risultati e l’approdo in top ten.
Ma se l’orizzonte adesso si sposta giustamente su Roma, sarà meglio non sottovalutare, malgrado lo stop, il gran torneo del Djoker, uscito letteralmente a pezzi dalla finale persa a Belgrado due settimane fa e apparso in poderosa crescita, di mentalità e condizione. Gli Internazionali, insomma, arrivano al momento giusto, quando i due titani che si sono spartiti il successo in 15 delle ultime 17 edizioni (10 Rafa, 5 Nole) hanno affinato la forma dopo mesi tormentati, con la possibilità di crescere ancora durante il torneo, e il prodotto più brillante della nuova generazione sta vivendo in una bolla magica che chiede solo di essere consolidata dalla terra del Foro Italico.
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Restaurazione o rivoluzione? Certamente il Djokovic di Madrid è sulla strada per frapporsi con perentorietà al passaggio di consegne tanto anelato da Alcaraz: "Beh, sicuramente il torneo mi ha dato un’indicazione positiva, sono sulla via per raggiungere il livello desiderato di tennis: quando giochi contro i migliori del mondo, puoi trarne solo beneficio.
Anche se ho perso, il cammino di questa settimana mi dà fiducia e mi incoraggia ad andare avanti, ho realizzato cose positive negli ultimi giorni. E Roma rimane uno dei miei appuntamenti preferiti, il mio legame e il mio affetto per l’Italia su quei campi si amplificano”.
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Certo, affrontare il Carlitos elettrizzante di questo periodo rappresenta uno stress test al più alto livello, per questo Nole non lesina complimenti al baby prodigio: "Ci sono molte cose che lo rendono speciale. Voglio dire, ha battuto molti record di precocità, poi nel passato ci sono stati giocatori come Chang che hanno vinto uno Slam a 17 anni, ma al giorno d’oggi non siamo abituati a vedere qualcuno che è adolescente e che già approda alla top 10 e gioca a un livello così alto.
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La sua crescita, il suo miglioramento e il suo percorso in particolare negli ultimi sei mesi, sono stati sorprendenti. E poi è un ragazzo molto simpatico fuori dal campo. Ho avuto possibilità di allenarmi con lui e di passare un po’ di tempo fuori dal campo con lui a Madrid e devo dire che in tutti gli aspetti dentro e fuori dal campo, è fantastico.
Sta portando freschezza al tennis, e questo è un bene per il nostro sport. E poi mi piace perché ha dei valori solidi, significa che è una brava persona e che la sua famiglia e il suo coach gli hanno inculcato l’educazione giusta".
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SE c’è una qualità che colpisce di Alcaraz, è sicuramente la capacità di reggere la pressione: davanti alla tumultuosa crescita di questi mesi, ha giocato sempre meglio le partite più difficile, il segno di una predestinazione tecnica e di personalità di cui sembra essere assolutamente consapevole: "So di aver giocato davvero un’ottima partita contro Novak e per il resto della stagione penso di poter giocare contro i migliori giocatori del mondo e batterli, quindi mi dà molta fiducia, anche per Roma, che rimane uno dei tornei più belli e affascinanti e che sono ansioso di affrontare per la prima volta".
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