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    DIS-UNIONE EUROPEA - LA DECISIONE SULL'EMBARGO AL PETROLIO RUSSO SLITTA ANCORA: NUOVE SANZIONI DOPO LE CELEBRAZIONI DEL 9 MAGGIO QUANDO PUTIN POTREBBE FARE NUOVE DICHIARAZIONI - A BRUXELLES SONO SICURI DI AVERE IN TASCA IL VIA LIBERA DI ORBAN: PER BUDAPEST, LA SLOVACCHIA E LA REPUBBLICA CECA L'EMBARGO SCATTERA' NEL 2025 (ANCHE LA BULGARIA RECLAMA LA MEDESIMA DEROGA). TEMPI TROPPO LUNGHI CHE RISCHIANO DI VANIFICARE L'EFFICACIA DELLE SANZIONI - IL NODO DELLE COMPENSAZIONI (AD ESEMPIO, LE RAFFINERIE UNGHERESI TRATTANO SOLO PETROLIO RUSSO) E IL CAPITOLO GAS...


     
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    Da open.online

     

    embargo petrolio russo embargo petrolio russo

    L’intesa politica tra i 27 stati membri dell’Ue per il sesto pacchetto di sanzioni sull’embargo al petrolio russo viene definita in uno stato «molto avanzato» mentre sulla parte tecnica ci sono ancora ostacoli da superare, soprattutto per il veto minacciato dai Paesi più dipendenti dal greggio di Mosca.

     

    Quella di oggi, 8 maggio, sarà una giornata cruciale: gli ambasciatori presso la Ue si riuniranno in mattinata. Il nodo da sciogliere resta quello dell’embargo sul petrolio russo.

     

    Robert Habeck Robert Habeck

    La prima proposta presentata dalla Commissione Ue parlava di un embargo sulle importazioni dalla Russia entro sei mesi per il greggio ed entro fine anno per i prodotti raffinati. Veniva, però, garantito un periodo più lungo per Ungheria e Slovacchia (poi è stata inclusa anche la Repubblica Ceca). Si tratta di Paesi che non hanno sbocco sul mare: per loro è stata ipotizzata una deroga al 2024 ma sulla data si sta ancora trattando. Non sarà facile.

     

    Repubblica, in un articolo di Claudio Tito, ad esempio, parla di una deroga al 2025. Insomma, tempi troppo lunghi che rischiano di vanificare l’efficacia delle sanzioni contro Mosca. La Bulgaria, tra l’altro, aveva chiesto un rinvio di due anni (ma non ha avuto risposta).

     

    Oleodotti russi Oleodotti russi

    L’orientamento, da quello che si apprende in queste ore, sembrerebbe essere quello di estendere la deroga anche alla Bulgaria. Il presidente della commissione parlamentare per l’Energia di Sofia, tra l’altro, proprio ieri nella tv pubblica Btv, ha detto chiaramente se «se non otterrà il rinvio, la Bulgaria potrebbe porre il veto sulla decisione comune».

     

    Una cosa è certa: per i Paesi senza sbocco sul mare, che dipendono dal greggio russo via oleodotto, bisognerà trovare una soluzione. Temono, poi, che la Russia da un momento all’altro possa chiudere i “rubinetti” come già successo con il gas nei confronti di Polonia e Bulgaria. Insomma, vogliono garanzie.

     

    Viktor Orban, primo ministro Ungheria Viktor Orban, primo ministro Ungheria

    L’altro tema sul tavolo è quello di riconoscere una compensazione a Paesi come l’Ungheria, che ha raffinerie che trattano solo il petrolio russo e che, di fatto, dovrebbero essere trasformate per altri tipi di greggio. Già venerdì scorso il premier ungherese Viktor Orban ha minacciato il veto: ha definito le sanzioni sul petrolio «una bomba atomica» per la sua economica.

     

    Orban vuole ottenere il più possibile da questa trattativa con l’Ue visto che non ha ancora ricevuto il via libera al Piano nazionale di ripresa (e non ha ricevuto nemmeno i finanziamenti per il Next Generation Eu). Su tutto il resto delle sanzioni – petrolio a parte – non dovrebbero esserci particolari problemi: sembrano essere tutti d’accordo sul fatto di escludere dal sistema internazionale di pagamenti Swift tre nuove banche russe, tra cui Sberbank, e una bielorussa, che poi è anche la seconda banca del Paese.

     

    petrolio petrolio

    Previste ulteriori restrizioni ai servizi finanziari e di contabilità ma anche l’allargamento della black list includendo, d’ora in poi, il patriarca ortodosso Kirill e Alina Kabaeva, presunta compagna di Putin oltre al bando di tre emittenti tv russe. Per Repubblica si discute anche del divieto di esportare verso Mosca materiali usati per le armi chimiche.

     

    Oggi, dunque, si potrebbe arrivare all’accordo politico ma bisognerà attendere ancora qualche giorno per formalizzare l’intesa. Difficile che l’Ue renda pubblica oggi la nuova “risposta” a Putin visto che tutto potrebbe succedere nelle prossime ore.

     

    TIME - IL PETROLIO DI PUTIN TIME - IL PETROLIO DI PUTIN

    Domani, 9 maggio, è il giorno della Vittoria, della parata militare in Russia, in cui si celebra la sconfitta del nazismo e nel corso della quale Putin potrebbe fare nuove (e importanti) dichiarazioni sulla guerra in corso in Ucraina.

     

    Si vuole capire, infine, cosa accadrà al summit del G7 che, sempre oggi, si riunirà in videoconferenza. Gli americani stanno preparando nuove sanzioni contro Mosca?

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