Rachel Reeves Keir Starmer
(ANSA) - Un " buco nascosto" nelle finanze pubbliche del Regno Unito pari a circa 20 miliardi di sterline, creato negli ultimi anni dalle "politiche populiste" dei governi Tory e che ha lasciato le casse dello Stato "al verde".
Sono le parole con cui vari esponenti del nuovo governo laburista britannico di Keir Starmer hanno commentato in queste ore l'annunciatissima denuncia che la cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, super ministra dell'Economia della compagine, ha deciso d'illustrare in Parlamento dopo la pubblicazione di "una verifica" sprint senza precedenti condotta dal Tesoro su suo ordine, nelle poche settimane trascorse dalle elezioni del 4 luglio, sui conti ereditati dai conservatori.
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Conti di fatto truccati, stando alla ricostruzione di Reeves, che accusa il suo predecessore Jeremy Hunt e l'ex premier Rishi Sunak di aver "celato" - e tenuto fuori dai dati pubblici affidato al Office for Budget Responsibility, organismo di sorveglianza indipendente - una serie di potenziali scostamenti di bilancio nei sevizi pubblici causati da impegni assunti dall'esecutivo Tory nell'ultimo anno "privi di coperture".
Rachel Reeves
Con ciò giustificando una prima ondata di tagli nel settore pubblico e di progetti ereditati dalla precedente amministrazione, come il tunnel stradale sotto il sito di Stonehenge (contestato dagli ambientalisti, ma autorizzato dalla giustizia britannica) o come il piano per la costruzione di nuovi ospedali sbandierato a suo tempo sotto la premiership di Boris Johnson.
E non senza lasciare aperta la porta in vista della Finanziaria d'autunno a un possibile intervento fiscale, pur non annunciato oggi, che secondo i media potrebbe contenere tasse sulle pensioni (inedite nel Regno) e incrementi delle imposte di successione o sui capital gains.
jeremy hunt
Dura e netta la replica di Hunt, secondo cui Reeves e Starmer stanno solo provando a "rifilare al pubblico una caterva di assurdità", alla ricerca di "pretesti" per ricorrere all'austerità e introdurre aumenti di tasse "negati una cinquantina di volte durante la campagna elettorale". L'ex cancelliere conservatore cita inoltre commentatori e organismi indipendenti - incluso il prestigioso Institute for Fiscal Studies - che considerano "non credibile" la pretesa del governo entrante di essere stato preso di sorpresa da problemi finanziari significativi non visibili.
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