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    ALDO GRASSO SBERTUCCIA “LA GABBIA” (DI MATTI) DI PARAGONE: “QUANDO LA GUARDO STO MALE NEL VEDERE A CHE BASSEZZE LINGUISTICHE PUÒ ARRIVARE UN PROGRAMMA”


     
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    Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

    Quando mi capita di seguire «La gabbia», il talk show ispirato ai peggiori bar di Caracas, penso a Urbano Cairo, penso al Torino (grazie presidente!), penso alle differenze che esistono tra la tv e il calcio (La7, mercoledì, ore 21.18).

    Aldo GrassoAldo Grasso GIANLUIGI PARAGONEGIANLUIGI PARAGONE

    Quando seguo «La gabbia» sto male perché mi dispiace non poco vedere a che bassezze linguistiche può arrivare un programma, quando si dà sfogo agli istinti più bassi (anche la politica ha i suoi), alla famosa «pancia» del Paese, alle frustrazioni dei partecipanti. L'altra sera, per esempio, fra i vari ospiti (c'erano Maurizio Zamparini, Daniela Santanchè, Sandra Amurri, Paola Taverna, Sandro Gozi), l'unico pensante era Giampiero Mughini. Gli altri andavano a copione, un pessimo copione.

    Gianluigi ParagoneGianluigi Paragone

    Quando seguo «La gabbia» penso che il conduttore Gianluigi Paragone fino a poco tempo fa era un fervido leghista e adesso corteggia da vicino i grillini, alimenta l'antipolitica; niente di male (molti leghisti sono approdati al M5S) ma il populismo non ha mai creato buona tv: sa solo dare i voti alla Boldrini o a Napolitano (profondo è l'odio nel confronti del capo dello Stato), invitare in studio un pubblico berciante, da curva ultrà, inseguire il grado zero di scrittura.

    Gianluigi PARAGONEGianluigi PARAGONE

    Quando seguo la «La gabbia» penso a Urbano Cairo. In otto anni di presidenza del Toro ha capito che per vincere qualcosa bisogna aspirare al meglio: tenersi i giocatori di talento, cercarne altri di classe, crescere giovani coltivando il loro estro. I buoni risultati arrivano solo così.

    Nell'editoria e specialmente nella tv generalista si seguono invece altre strade: per fare audience bisogna aspirare al peggio. Lo ha confessato Cairo stesso: ha detto che quando era in ritiro con la squadra, per passare il tempo, seguiva «L'ultima parola» di Paragone, allora in Rai, quota Lega. E lo ha voluto nella sua squadra. Presidente, per me Paragone è peggio di D'Ambrosio. Vedrà.

     

     

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