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    UN MONDO DI EGOMANI - ALDO GRASSO SPERNACCHIA CHI USA IL RICORDO DI DAVID SASSOLI PER PARLARE DI SÉ: “TUTTI A ESALTARE LA SUA POPOLARITÀ, PORTATA CON SEMPLICITÀ, IRONIA E DISCREZIONE, E POI SERVIRSI DI LUI PER ACCRESCERE LA PROPRIA POPOLARITÀ, CON LA FRASE A EFFETTO, CON LE «BELLE PAROLE». ANCHE DI FRONTE ALLA TRAGEDIA, C'È SEMPRE SPAZIO PER LA VANITÀ E LA MISERIA…”


     
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    Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

     

    david sassoli foto di bacco (3) david sassoli foto di bacco (3)

    Lasciando perdere la gara a chi lo conosceva meglio, a chi gli era stato maestro, a chi aveva imparato da lui la lezione politica e umana, non si potrebbe tradurre in comportamento stabile la «memoria» di David Sassoli?

     

    I giornali e i social traboccano giustamente di elogi alla sua sensibilità professionale, alla sua fermezza nei principi, al suo stile, alla sua vocazione giornalistica, prima ancora di quella politica. Ecco, sarebbe bello che nel ricordo di David Sassoli la televisione gli dedicasse un po' di sincero rispetto, al di là del cordoglio di maniera. Per un po' di tempo ci piacerebbe vedere conduttori con un più alto senso di responsabilità, in grado di trattare con leggerezza anche le cose più gravi (una ola con Fiorello, per esempio), di mettere il proprio ego smisurato al servizio dell'uscita dalla pandemia, di rifuggire dalle pagliacciate.

     

    aldo grasso aldo grasso

    Tutti amici di David, tutti sodali con il suo spirito europeista, tutti in coro «sarai sempre con noi», poi alla prima occasione eccoli invitare in studio i corifei delle fake news (spacciati come «fatti») o quelli che hanno sempre disprezzato il Parlamento europeo o quelli che danno spazio alle «ragioni» dei no vax (senza pensare alla cattiveria, allo sciaccallaggio, alla mancanza di rispetto con cui sui social è stata «celebrata» la morte di Sassoli dai no vax).

     

    david sassoli 8 david sassoli 8

    Magari concedendo loro il monologo senza contraddittorio. Tutti a ricordare la militanza giornalistica dello scomparso, la sua idea di informazione, il suo senso della misura e poi via al Grand Guignol di sempre, via alle risse, via agli ospiti incaricati di accendere la miccia, via alla fiera del disagio. Tutti a esaltare la sua popolarità, portata con semplicità, ironia e discrezione, e poi servirsi di lui per accrescere la propria popolarità, con la frase a effetto, con le «belle parole». Anche di fronte alla tragedia, c'è sempre spazio per la vanità e la miseria.

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