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    ALE-DANNO CADE DALLE NUBI - INTORNO ALLA SUA GIUNTA SI MUOVEVA UN SISTEMA TRUCIDO-MAFIOSO E L’EX SINDACO NON S’ERA ACCORTO DI NULLA: “MAI INCONTRATO CARMINATI. BUZZI HA LAVORATO ANCHE CON VELTRONI”


     
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    Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera

     

    ALEMANNO SI FA UN SELFIE COL TRICOLORE ALEMANNO SI FA UN SELFIE COL TRICOLORE

    Riccardo Mancini era il «plenipotenziario». Salvatore Buzzi finanziava campagne elettorali, la fondazione, forniva pubblico per i comizi. Antonio Lucarelli aveva rapporti diretti con Carminati («Ho parlato con Massimo, tutto a posto», si legge in un’intercettazione). Però, di tutto questo mondo «di mezzo», Gianni Alemanno si dice completamente ignaro, all’oscuro.

     

    Se qualcuno intorno a lui brigava, concedeva favori, riceveva soldi, teneva contatti con quella che — secondo la Procura — è (era?) una vera e propria cupola mafiosa, il sindaco non se n’era accorto. Possibile crederlo? «Apprendo queste notizie — dice Alemanno al Corriere — con grande stupore. Io Carminati non l’ho mai incontrato. Mai».

     

    Buzzi però lo conosceva: «È il responsabile di un consorzio di cooperative, il suo ruolo è cresciuto prima di me durante le giunte di centrosinistra. Noi lo abbiamo anche limitato, nei nostri anni». Sarà. Di certo prendeva appalti, elargiva denaro (circa 100 mila euro fatti arrivare alla fondazione Nuova Italia, della quale Alemanno è presidente) e prendeva appalti. E le due circostanze — soldi di qua, affari di là — erano quasi sempre collegate.

    CENA 2010 - GIULIANO POLETTI - FRANCO PANZIRONI - UMBERTO MARRONI - DANIELE OZZIMO - ANGELO MARRONI - SALVATORE BUZZI -GIANNI ALEMANNO CENA 2010 - GIULIANO POLETTI - FRANCO PANZIRONI - UMBERTO MARRONI - DANIELE OZZIMO - ANGELO MARRONI - SALVATORE BUZZI -GIANNI ALEMANNO

     

    Secondo l’ex sindaco, però, «Buzzi ha lavorato con chiunque. Prima della mia amministrazione, sopratutto. Poi durante e anche dopo. Anzi, più prima, con Veltroni, che con me. Quando l’ho incontrato, nella sua sede, c’era l’attuale ministro del Lavoro Giuliano Poletti, allora presidente di Legacoop. In quell’incontro c’era lui, c’ero io, c’era mezzo centrosinistra».

     

    La foto è diventata famosa durante la campagna elettorale 2013: al tavolo, Alemanno, Poletti, Buzzi, poi Umberto Marroni (deputato Pd), il papà Angiolo (garante dei detenuti del Lazio), l’ex assessore di Marino Daniele Ozzimo. Sullo sfondo, a un altro tavolo, un componente del clan dei Casamonica. L’occasione è una serata organizzata proprio dall’associazione «29 giugno».

    walter veltroni walter veltroni

     

    Poletti, all’epoca, era presidente della Legacoop. E, oggi, dallo staff del ministro replicano: «In quella veste ha partecipato a innumerevoli cene. Il presidente delle coop sta ai suoi associati come quello di Confindustria alle sue aziende. Se poi ci sono illeciti o irregolarità, rispondono i titolari di quelle società».

     

    Ma davvero Alemanno non ha mai sospettato di nulla? «Mi risulta difficile credere che Buzzi sia a capo di un’associazione mafiosa. Ma, d’altra parte, l’indagine è condotta da un magistrato di grande esperienza come Giuseppe Pignatone. Evidentemente ci sono elementi seri e pesanti». Ma i soldi a Nuova Italia? «Erano tutti contributi registrati e dichiarati». Che, però, fatalmente arrivavano prima di provvedimenti dell’Ama o del consiglio comunale. «Quegli emendamenti — replica Alemanno — erano condivisi da destra e sinistra ed erano una necessità politica...».

    MASSIMO CARMINATI MASSIMO CARMINATI

     

    Sarà. Certo che il quadro che emerge dalle 1.200 pagine dell’ordinanza appare profondamente diverso. C’è Buzzi che, testualmente, dice: «Se vinceva Alemanno ce l’avevamo tutti comprati. Partivamo Fiuuu (al razzo, ndr ), che c... voi de più». Poi c’è la claque («cinquanta persone») per l’evento al cinema Adriano, quando Alemanno non è più sindaco ma vuole rilanciarsi in politica, poi ci sono gli «amici del Sud», i «7-8 mafiosi» per fargli prendere voti alle Europee (Alemanno era in lista con Fdi). Senza contare i tavoli acquistati per le cene elettorali.

     

    E i legami di Mancini e Lucarelli con Carminati? «Non lo sapevo. Con Lucarelli mi sono sempre raccomandato». E lui? «Mi ha giurato di non aver alcun rapporto. Il mio stupore è lo stesso che proverà Veltroni vedendo il coinvolgimento di Luca Odevaine, suo ex vicecapo di gabinetto».

     

    RICCARDO MANCINI AD ENTE EUR RICCARDO MANCINI AD ENTE EUR

    Mancini, il plenipotenziario? «Non posso sapere tutto quello che faceva. È una persona a cui ho dato fiducia, nominando all’Eur Spa. Spero che le accuse siano false». Il manager si definisce diversamente: «Ho curato le ultime due campagne di Alemanno sul piano finanziario». Quando Mancini viene arrestato, Carminati commenta: «A loro (i magistrati, ndr ) gli interessa mettere la situazione in cui Alemanno non c’entra niente, per lo meno è un imbecille che si è circondato da ladri, malfattori, malversatori». L’ex sindaco insiste: «Dimostrerò la mia estraneità. Ne uscirò a testa alta».

     

     

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