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    ALESSANDRO CATTELAN HA PERSO L'X-FACTOR - DOPO IL FLOP DI "DA GRANDE" ARRIVA SU NETFLIX LA DOCU-SERIE "UNA SEMPLICE DOMANDA" PER SPIEGARE, CON UNO SHOW ON THE ROAD, IL SENSO DELLA FELICITA' - MA E' SOLO UN GUAZZABUGLIO DI IDEE, TUTTE LASCIATE RIGOROSAMENTE IN SOSPESO - COSI' LO SI VEDE PRATICARE IL BUDDISMO DA BAGGIO (VA BENE TUTTO MA ROBERTO BAGGIO IN VERSIONE OSHO ANCHE NO)


     
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    Francesca D'Angelo per Libero Quotidiano
     

    Alessandro Cattelan Una semplice domanda Alessandro Cattelan Una semplice domanda

    E dire che Alessandro Cattelan è uno di quelli bravi. Anzi, il più bravo: era l'uomo con l'X factor che riusciva a trasformare kermesse polverose come i David di Donatello nella serata degli Oscar (l'ha fatto davvero, nel 2016, su Sky Uno). Per questo non capiamo la sua recente ostinazione a infilarsi in programmi improbabili.
     
    Esatto, parliamo al plurale perché dopo il flop di Da grande, incassato su RaiUno, si intravede all'orizzonte una nuova doccia fredda: lo docu Una semplice domanda, disponibile dal 18 marzo su Netflix.
     

    Alessandro Cattelan Una semplice domanda 2 Alessandro Cattelan Una semplice domanda 2

    Già sulla carta il progetto era ambizioso, per non dire fumoso: spiegare, con uno show on the road, il senso della felicità. L'idea sarebbe nata da una domanda che la figlia di Cattelan avrebbe rivolto al conduttore, ovvero: «Papà, cosa ci rende felici?». Da qui l'idea di costruirci sopra un intero programma, supportato dalla casa di produzione Fremantle.
     
    «Lo so, milioni di persone hanno provato a rispondere al quesito senza successo», sentiamo dire a Cattelan nelle prime puntate di Una semplice domanda, che abbiamo visto in anteprima, «non dico che io ce la farò ma per mia figlia devo essere sicuro di aver fatto tutto il possibile».
     

    Alessandro Cattelan Una semplice domanda 3 Alessandro Cattelan Una semplice domanda 3

    GUAZZABUGLIO DI IDEE Da lì in poi segue un guazzabuglio di idee, alcune più riuscite altre meno, ma tutte lasciate rigorosamente in sospeso. L'impressione è di avere davanti agli occhi un Cattelan che vuole diventare il nuovo Pif esistenzialista, dando vita a una versione streaming - filosofica de Il testimone. Senza però essere Pif (e questo è un problema). A non convincere è anche il tono del programma. Si parte seri, o comunque tentativamente seri, con Cattelan che solleva riflessioni sensate quali: «Come posso essere felice se tutto quello che ho (il successo, ndr) dipende dal consenso di persone che nemmeno mi conoscono?» o «Ho tutto, ho più soldi di quelli che mi servono, non ho mai lavorato un giorno in vita mia, eppure perché non sono felice?».
     

    Alessandro Cattelan Paolo Sorrentino Una semplice domanda 3 Alessandro Cattelan Paolo Sorrentino Una semplice domanda 3

    E tu pensi: «Ok, vediamo dove vuole andare a parare». Risposta: da nessuna parte. Le domande vanno infatti a schiantarsi contro un muro di gag: il che potrebbe essere anche una scelta voluta, per carità, ma allora non si capisce i tentativi di chiusura semiseria delle puntate.
     
    Insomma, lo show è un tantino schizofrenico: più che mixare i generi, li pasticcia tra loro. Il tutto senza mai dare uno straccio di risposte, che non siano banali. Per esempio, nella seconda puntata si parlerà di religioni. Lo psicologo con cui dialoga Cattelan tira fuori l'"originalissima" tesi della fede come oppio dei popoli che serve a rassicurarci contro le paure. Senza fare troppi spoiler, vi diciamo solo che Alessandro passa dal dare vita al format Quattro religioni (assegna dei punteggi a ciascun credo in base alle seguenti voci: rito, canti, divieti, alimentazione, funerale), per poi passeggiare con Paolo Sorrentino e girare con lui alcune scene della sua vita.
     

    Alessandro Cattelan Una semplice domanda 4 Alessandro Cattelan Una semplice domanda 4

    I due blocchi non hanno un solido legame narrativo tra loro, sono semplicemente giustapposti: prima segui Cattelan sul minivan di Quattro religioni, e un secondo dopo te lo ritrovi in mezzo alla campagna con Sorrentino.
     
    LE ANATRE DI BAGGIO Lo stesso accade nella prima puntata, quando Cattelan va a praticare il buddismo da Roberto Baggio (va bene tutto, ma Baggio in versione Osho anche no...) per poi perdere tempo nella sua stanza delle anatre. Già perché Baggio costruisce e compra anatre di legno come l'ultimo dei collezionatori seriali.
     

    Alessandro Cattelan Roberto Baggio Una semplice domanda 5 Alessandro Cattelan Roberto Baggio Una semplice domanda 5

    Il nesso? Ci sfugge. Soprattutto non vediamo l'X factor di Cattelan: quella marcia in più che lo rendeva l'erede al trono di Baudo. Qualcosa si è inceppato e ci spiace perché a noi lui piace(va) molto.

    Alessandro Cattelan Elio Una semplice domanda 3 Alessandro Cattelan Elio Una semplice domanda 3

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