Beatrice Montini per Corriere.it
alfredo meschi
Fino al gennaio del 2016 non aveva neppure un segno sulla pelle. Adesso tutto il corpo di Alfredo Meschi, 50 anni, è ricoperto da 40 mila X. Un numero impressionante ma non casuale. “E’ il numero degli individui animali che ogni secondo vengono uccisi nel mondo per soddisfare il nostro palato”, ci spiega.
Ci sono voluti due mesi (da gennaio a marzo 2016), cento ore di sedute dal tatuatore, per trasformare il suo corpo nella testimonianza vivente di una mattanza per lo più ignorata. “Ogni mattina andavo a tatuarmi le X e non ho smesso fino a quando non sono arrivato a 40 mila”, racconta.
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La rivoluzione nella vita di Meschi è nata con la scoperta dell’antispecismo, una filosofia che – in estrema sintesi – rifiuta il concetto di dominio degli uomini sugli altri animali. “Circa tre anni fa sono diventato vegano – racconta ancora Meschi – dopo un lungo percorso personale fatto di una progressiva scoperta dell’empatia in cui un ruolo importantissimo lo ha svolto anche una persona non umana che è entrata nella mia vita, una cagnolina che si chiama Trudy e che ancora mi accompagna”.
Un percorso lento e complesso – come spesso accade – anche perché, ci spiega Meschi l’amore per la natura e per gli animali gli deriva, anche, da un padre cacciatore che fin da quando lui era piccolo lo ha portato in Africa, nella savana. “Il mio è stato un avvicinamento lento e intimo all’empatia per gli altri animali – sottolinea – Quando poi un giorno ho visto un video di un agnellino che veniva portato via dalla madre, sono stato folgorato”.
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Da qui la necessità di approfondire il tema del rapporto uomo- animale. E la scoperta di un altro modo di vedere il mondo. “Con la scoperta dell’antispecismo è scattata anche la volontà di fare qualcosa di concreto per i diritti degli altri animali nella nostra società. Così ho deciso di diventare un artivista”.
Meschi è regista, attore, docente di teatro e anche autore di diversi saggi. “Ma la parola credo non basti per passare il messaggio della sofferenza che imponiamo sugli altri animali – sottolinea – per questo ho scelto la body art”. Adesso l’attivismo di Meschi passa anche attraverso i social network, Faceboo e Instagram soprattutto. “Se nella vita reale le persone che incontro ogni giorno, in strada, alla posta, si avvicinano a me con rispetto e curiosità, sui social network si scatenano spesso odio e offese – dice – Ma io preferisco non rispondere a queste provocazioni.
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Quello che può e spero avvenga è una rivoluzione delle coscienze che è strettamente personale e non si può forzare. Quello che mi interessa è l’interazione diretta con gli altri. Soprattutto negli ambienti non-vegani, come le tattoo convention dove ho modo di avvicinare persone che non conoscono questa filosofia di vita e magari non ci hanno mai riflettuto sopra”.
Fanno parte del “Progetto X” che Meschi porta in giro per il mondo anche appuntamenti di tatuaggi collettivi in cui chi vuole può scegliere anche di tatuarsi una singola X. Prossimo appuntamento in Toscana, il 25 novembre, per i Vegan Days a Pontedera.
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