Caterina Soffici per “La Stampa”
boris johnson
All'inizio ci sono i dettagli. Per chi - come me - fa la spesa allo stesso supermercato e compra ogni settimana le stesse cose, l'inflazione non è un dato macroeconomico, ma un piccolo dettaglio.
Da gennaio la confezione di ricotta da 250 grammi che per anni ho pagato una sterlina è passata a 1,10£ quindi a 1,20 £ e ora costa 1,30 £.
Non so perché ho memorizzato proprio il prezzo della ricotta, tra i tanti possibili. Però l'ho fatto e senza dubbio si è impennato. Poi ci sono le sensazioni: e queste sono impalpabili, ma la sensazione è che la gente stia peggio.
boris johnson volodymyr zelensky a kiev
I ristoranti sono pieni (ma ai ristoranti ci vanno i ricchi), i rider dei vari Deliveroo e UberEat sfrecciano come durante la pandemia, ma tanti piccoli locali indipendenti non hanno più riaperto dopo la chiusura del Covid e anche i brand di catena fanno fatica: una mattina sono spariti i tavolini sul marciapiede del Costa Coffee davanti a cui passo quando vado al supermercato, il giorno dopo hanno caricato su un furgone bianco anche gli arredi interni e hanno chiuso bottega.
ANDREW BAILEY
A Londra è normale, aprono e chiudono locali in continuazione, ma la vetrina vuota dell'ex Costa Coffee si è riempita velocemente di volantini pubblicitari, avvisi, locandine attaccate con lo scotch.
Nessuno li ha rimossi ed è apparso un cartello Affittasi spazio commerciale. Per adesso nessuno l'ha affittato, brutto segno in una zona di passaggio così: in condizioni normali avrebbero fatto a botte per accaparrarsi quei due piccoli locali con angolo bar.
PREVISIONI PIL DEL REGNO UNITO
Ma queste non sono condizioni normali e a confermarlo arrivano i dati economici e le proiezioni della Bank of England, che non sono dettagli e non sono sensazioni, ma numeri certi e pesanti, vere e proprie martellate. Il tasso d'inflazione ad aprile è al 9 per cento, gli alimentari sono aumentati del 6 per cento (la mia ricotta costa il 30 per cento in più, ma forse è un dettaglio), la fiducia dei consumatori britannici in maggio è crollata agli stessi livelli del 2008 (- 40 per cento), anno della crisi finanziaria globale di Lehmann Brothers.
L'energia elettrica e il gas ad aprile hanno registrato un più 54 per cento. Bollette pesanti, che potrebbero aumentare ancora il prossimo ottobre (mal comune mezzo gaudio non è una consolazione) e un sondaggio Ipsos rivela che un inglese su quattro ha tagliato un pasto al giorno per risparmiare e che sei su dieci hanno tenuto il riscaldamento spento.
MEME SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON 1
La retorica bellicistica di Boris Johnson non incanta nessuno. I riflessi della guerra in Ucraina in Inghilterra si fanno già sentire e l'effetto si somma ai danni provocati da pandemia e Brexit. Ci vorrà tempo per capire cosa pesa di più, ma il mix di questi fattori micidiali sta portando la Gran Bretagna sull'orlo della recessione. Gli economisti parlano di stagflazione, uno scenario brutto in cui cresce l'inflazione ma non il Pil. Ma non ci addentreremo certo qui in analisi economiche, che raramente le azzeccano anche gli esperti.
Quel che è certo è un comune senso di stanchezza e di sfiducia, forse comune a tutta l'Europa, ma nell'Inghilterra che ha chiuso le porte all'Unione Europea per navigare libera e gioconda nel gurgite vasto del mondo globale, la delusione e il risveglio dal sogno imperiale fa ancora più male. Lo slogan «più liberi fuori dai legacci di Bruxelles» si è risolto in più soli, più mesti e più arrabbiati.
bbc
In crisi sono anche due istituzioni il cui sostantivo si accoppia sempre con l'aggettivo «glorioso». Parliamo della Bbc e del Nhs (National Health Service). La gloriosa Bbc è in caduta libera nell'indice di credibilità (troppo appiattita sulle tesi Brexit prima e ora su quella governative del demagogo Boris) mentre il glorioso Nhs è ormai ridotto allo scheletro di quello che era il primo servizio sanitario al mondo gratuito per ogni cittadino del regno.
BORIS JOHNSON E ZELENSKY A KIEV
Privatizzazioni e tagli selvaggi lasciano le fasce più deboli della popolazione senza paracadute: i primi a soffrire sono gli anziani (tagliati molti servizi di assistenza di base), i disabili e le persone affette da problemi psicologici, in preoccupante e pericoloso aumento.
Il Mental Health Service ha registrato una fuga di massa di psicologi e psichiatri verso il settore privato e il pubblico non è in grado di far fronte neppure alle basilari chiamate di soccorso di chi minaccia di suicidarsi. Manca personale in tutti i settori: infermieri, guidatori di bus e treni, autotrasportatori.
ANDREW BAILEY INFLAZIONE
Ovunque è pieno di cartelli di offerte di lavoro per baristi, camerieri, aiuti cuochi, parrucchieri, estetiste, commessi. Muratori, idraulici e falegnami sono merce rara. La maggior parte della mano d'opera poco qualificata veniva dai Paesi europei; molti se ne sono andati durante i lockdown e molti (quelli senza il settle o il pre-settle status, una sorta di visto temporaneo) con le nuove regole di Brexit non possono più tornare. Dicono i dati che per la prima volta nella storia il numero dei posti vacanti ha superato il numero di disoccupati.
BORIS JOHNSON E ZELENSKY A KIEV
C'è troppo lavoro e troppo pochi lavoratori. Un Paese a due facce, contraddittorio e straniante. Mentre Londra apparentemente è ancora in grande spolvero, sempre più città per cervelli in fuga e per ricchi, con le gru delle imprese di costruzioni che continuano a svettare laboriose in tutte le aree in espansione, soprattutto nell'Est London e a Sud del Tamigi, dove i nuovi palazzi di appartamenti super moderni per i nuovi ricchi crescono come funghi.
Difficile capire dove porterà la traiettoria. Improbabile che risalga al culmine del 2012, la sfavillante città delle Olimpiadi delle mille scintille. Più probabile un declino triste e solitario, verso una nuova Svizzera per elusori fiscali, che lascia ai poveri le briciole.
INFLAZIONE STAGFLAZIONE DEFLAZIONE
ZELENSKY E BORIS JOHNSON A KIEV BORIS JOHNSON E ZELENSKY A KIEV